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Okay, è vero, all'inizio ho detto che Ruth non si preoccupa poi così tanto di sembrare carina ad occhi altrui.
Beh, ho mentito giusto un pò ma andiamo! È pur sempre una ragazza!

-Tiffany!- strillò, cacciando la testa fuori dall'armadio: -Ho bisogno di una mano!-

Quando l'amica fece capolino all'interno della stanza per poco non le venne un colpo.
In ogni angolo vi erano abbandonati vestiti, scarpe, intimo...
Tiffany provò davvero con tutta se stessa a guardare solo la ragazza al centro della stanza con le mani nei capelli, quasi rise.

-Che succede?-

-Non so cosa mettermi, devo uscire con Tessa.-

Silenzio.

-Non ridere.- borbottò Ruth, notando l'amica mordicchiarsi il labbro inferiore. Sospirò per l'ennesima volta in cinque minuti prima di continuare a lanciare roba alla rinfusa sul letto.

-Sai, in tutti questi anni che ti conosco questa forse è la prima volta che ti vedo interessata alla moda.- ghignò la bionda, facendosi spazio tra le migliaia di magliette, avvicinandosi all'armadio ed esaminandone il contenuto -Non che ci sia roba di alta moda, qui dentro...-

-Perdonami se il mio armadio non fa invidia alla Gucci come il tuo.-

-Non fa invidia alla Gucci! Al massimo alla Giorgio Armani.-

-Oh si, beh, è cambiato molto.-

Tiffany ridacchiò, scostando l'amica quel tanto che bastava per avere una visuale migliore. Alzò un sopracciglio, ma c'era qualcosa di femminile in quell'armadio?

-Tesoro, qui sono tutte felpe.-

-Lo so.-

-Ed esattamente come pensi di vestirti meglio con... questa?- chiese, cacciando una felpa verde con un teschio sopra, rabbrividendo.

Ruth si mise subito sulla difensiva, afferrando la felpa e stringendola al petto -Hey! Non offendere la mia bambina!-

Vi risparmio la reazione della bionda.

Quindici minuti (e molte frecciatine) dopo, la castana riuscì finalmente a mettersi qualcosa che non fossero le solite felpe con il cappuccio. Dipoi ringraziò l'amica, una volta andata via, e si avviò verso quella che aveva tutta l'aria di sembrare una terribile giornata di shopping.


Come da classico clima Londinese, aveva iniziato a piovere da un pò, facendo imprecare non poco i passanti in zona.
Tra questi vi era anche Tessa, avvolta nel suo magnifico giubbotto bordeaux.

Vista dall'esterno sarebbe potuta sembrare tranquillamente una di quelle modelle sulle riviste di Victoria's Secret. Alta, magra, bellissima.

Tessa conosceva i suoi pregi e non smetteva mai di metterli in mostra, proprio per questo quel giorno aveva deciso di mettere una gonna di jeans aderente con un paio di décolleté nero carbonio.

Riuscì fortunatamente ad entrare nel centro commerciale senza bagnarsi più di tanto, grazie al cappuccio la sua acconciatura era ancora intatta.
Guardò un po' in giro, cercando la migliore amica con lo sguardo, sorprendendosi quando la vide arrivare in uno skinny jeans chiaro ed un maglioncino beige.

-E da quando tu vesti così?- scherzò, abbracciandola. La ragazza sbuffò, scostandosi una ciocca di capelli dal viso.

-Tiffany, non si sa come, è riuscita a trovare questa roba nel mio armadio. Assurdo, vero?-

Tessa annuì, guardando di sbieco le vans malconce dell'amica. Quelle non le avrebbe mai tolte.

Passarono l'intero pomeriggio a girovagare per i negozi, provando abiti e piangendo per i prezzi troppo alti.
Ruth, per la prima volta in vita sua, si stava divertendo in un centro commerciale. Vi dirò! Ha anche comprato una T-shirt azzurrina, promettendo a se stessa di metterla tutte le volte che avrebbe potuto.

Dopo aver svaligiato un intero negozio (parliamo di Tessa ovviamente) le due ragazze si sedettero esauste al tavolino di un piccolo bar.

-Avrai bisogno di un altro armadio.- disse Ruth, scrutando la moltitudine di buste ai loro piedi: -E una ricarica a quella carta di credito.-

Tessa scoppiò a ridere, mescolando il contenuto del suo cappuccino: -Ma va, non ho speso poi così tanto.-

La castana inarcò un sopracciglio come a dire "Ma che? Sul serio?", tuttavia tacque perdendosi a guardare le persone intorno a loro.

Più in là una coppia di genitori sgridava la figlia. La piccola teneva stretto tra le braccia un peluche di pezza dall'aria parecchio costosa e borbottava qualcosa come "È il mio compleanno e voglio tanti regali", non rendendosi evidentemente conto che i genitori non potevano permettersi una spesa tanto alta.

Ruth tornò a guardare l'amica, sorridendole.

-Che c'è?-

-Biblioteca.-

Tessa sgranò gli occhi, boccheggiando -Io non ci entro lì dentro!-

-Beh.- la castana schioccò la lingua, mettendo su un sorrisetto davvero inquietante -Io sono venuta qui, ora tocca a te riscattare il debito.-

Ma la verità è che, da brava stalker qual'era, sapeva che l'ora successiva Liam Payne sarebbe entrato in biblioteca per una mezz'oretta circa. Doveva solo approfittarne.
Così, dopo svariate lamentele, la trascinò con se verso il centro della città, entrando in un edificio abbastanza 'vecchio'.

Tessa l'abbandonò subito, precipitandosi verso le autobiografie delle più grandi stiliste del mondo. Ruth, invece, vagò per i vari scaffali scrutandone ogni centimetro, fino a quando non lo vide.

Rimase a guardarlo forse per cinque minuti buoni, scrutando come si leccava le dita prima di girare le pagine del libro, come gli si increspavano gli occhi di tanto in tanto.

Le piaceva. Eccome se le piaceva.

-Ti serve qualcosa?- sentì dire, rendendosi conto solo dopo che il ragazzo la guardava con un sopracciglio alzato.

-Oh!- si mordicchiò il labbro, cercando una qualunque scusa plausibile -S... stavo cercando un libro di Astronomia.-

Astronomia? In un reparto di Arte?

Liam sbattè le palpebre più volte, probabilmente facendosi la stessa domanda -Sei nel reparto sbagliato.-

-Si, io, uhm, me ne ero accorta.- rispose, non spostandosi comunque.

Susseguirono minuti imbarazzanti, per Ruth, di silenzio, in cui nessuno dei due accennava a parlare.
Poi successe.

-Come ti chiami?-

-Ruth.-

-Liam.-

-Lo so.-

Ruth rimase a guardarlo ancora, chiedendosi se non stava sognando o se stesse davvero avendo una conversazione con la sua cotta.

Liam distolse lo sguardo, scrutando i libri che aveva tra le mani, poi, sorprendendo perfino se stesso, gliene porse uno.

-'La storia dell'Anatomia'...?- mormorò la ragazza, prima confusa, poi, ricordandosi della bugia inventata afferrò il libro stringendolo tra le mani. -Grazie, davvero.-

Il castano non accennò a nessun tipo di sorriso, tuttavia alzò la mano (in segno di saluto, forse) e scomparì dietro agli scaffali.

Quando Ruth tornò dalla migliore amica con un libro che non le serviva affatto, decise che avrebbe fatto di tutto per riuscire a parlargli ancora.

Dangerous. (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora