Capitolo 4 - Sam

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Terminata la telefonata con Chris, Sam uscì dal negozio di chincaglierie dove si rifugiava spesso per ammazzare il tempo. Alzò lo sguardo e vide le nubi addensarsi sempre di più; un lampo squarciò il cielo e di colpo cominciò a piovere.

Sam iniziò a correre lungo il marciapiede, cercando di ripararsi sotto ogni sporgenza disponibile.

Poche centinaia di metri la separavano da casa, quando un'auto le passò accanto prendendo in pieno una pozzanghera che si era formata sul ciglio della strada. Fu impossibile per Sam evitare l'ondata di schizzi che la investì in pieno, inzuppandola completamente.

«Idiota!» gridò Sam, mentre cercava di asciugarsi il viso col polsino della maglietta ormai fradicia.

D'un tratto un'altra auto le si accostò.

«Sali, ti prenderai un raffreddore!»

Sam si voltò e vide Marco aprirgli la portiera. Il cuore le salì in gola. Deglutendo lo mandò giù, fin dentro lo stomaco, che il quel momento le sembrava potesse implodere. Distolse lo sguardo e cercò di dissimulare.

«Preferisco fare due passi.»

«Dai non fare la stupida, sta diluviando! Sam!» Ribadì alzando la voce e superare il rumore della pioggia e dei tergicristalli.

«Samantha - disse lei voltandosi di scatto - Io per te sono Samantha» col tono freddo di chi vuole mettere un muro di ghiaccio fra sè e il resto del mondo. «Chris aveva ragione: tu sei solo un bugiardo.»

«Ti prego sali in macchina, ti spiegherò tutto. Niente bugie questa volta.»

«Forse non hai capito chi io sia, o forse l'hai capito fin troppo bene e per questo speri di farmi tenerezza. Ma ti sbagli.»

Marco abbassò la testa e si premette pollice e indice contro le tempie, concludendo il gesto con una smorfia di frustrazione; probabilmente aveva capito che Chris le aveva già raccontato tutto, o almeno il "suo" tutto, la sua versione dei fatti, insomma.

Poi sollevò la mano e fece un respiro profondo. Si sporse fin quasi all'estremità destra del veicolo, indifferente alle gocce d'acqua che così potevano raggiungerlo.

Sam pensò che fosse folle, testardo come nessuno.

«Ascolta, se sali in macchina, anche solo per un minuto, io posso...»

«Cosa Marco? Tu cosa? Puoi inventare un'altra storiella da raccontarmi?»

Sam sorrideva, ma in quel sorriso c'era tutto il disprezzo di cui poteva essere capace. Doveva rincarare la dose, vedere fino a che punto si sarebbe spinto.

«No, io ti racconto la storia di quella catenina. Quella che sono sicuro tu avrai ancora in tasca e che, ti ricordo, non è di tua proprietà.»

Sam si toccò la tasca destra dei pantaloni; la portava con sé da giorni, sperando di poterla ridare a Chris non appena si fosse calmata.

Qualcosa la fece desistere per un attimo; bastò a farle decidere di salire.

Si spostarono solo di qualche metro; lì vicino c'era una strada secondaria, nella quale Marco svoltò. Parcheggiò veloce e spense il motore.

Lontani dal rumore del traffico, Sam si rese conto che erano rimasti soli e si chiese cosa diamine stesse facendo.

Marco le porse un fazzoletto di stoffa, che lei usò per asciugare il viso.

La guardava insistente; gli occhi neri si posavano sulle dita avvolte nel cotone bianco, e poi sugli occhi socchiusi.

«La smetti di fissarmi così?! Mi metti i brividi...» lo ammonì imbarazzata.

Marco trasalì.

«Allora? Dove è la mia spiegazione? Voglio proprio sentire cos'hai da dire.»

«Se tu avessi saputo chi ero, non mi avresti nemmeno rivolto la parola.»

Sam pensò che fosse vero, ma non gliela avrebbe data vinta così facilmente.

«Cosa ne sai? Io non giudico mai le persone senza averle prima conosciute.»

«Con me l'avresti fatto. Volevo essere sicuro che tu mi conoscessi per quello che sono e non per quello che ti hanno detto di me.»

«Fino a qualche giorno fa non sapevo nemmeno chi fossi. Chris non ha mai parlato di te, non ho la minima idea di cosa tu le abbia fatto - mentì - so soltanto che è stata tanto male per colpa tua.»

Il suo tono diventava sempre più freddo, ma i suoi occhi erano velati dalle lacrime. Si voltò di colpo, stringendo fra le mani quel pezzo di stoffa.

«Mi spieghi cosa vuoi da me? Cosa centro io in tutta questa storia? Credi forse che convincendo me di essere pentito ti aiuterò a riallacciare il tuo rapporto con Chris?! Beh, ti sbagli!»

«Lo so perfettamente!»

«E allora perché sei qui? Perché io sono qui?»

«Perché tu mi piaci Sam, dal primo momento che ti ho vista. E se non ti avessi vista entrare in quel locale insieme a mia sorella tutto questo non sarebbe successo.»

Sam ammutolì. Lo guardò esterrefatta, incapace di esprimersi, come se, in un solo istante, avesse perso l'uso della parola.

Lui le prese il viso fra le mani e le baciò la fronte. Era un bacio dolce, forse il più dolce che avesse mai ricevuto.

Il cuore di lei, che prima batteva forte per la rabbia, adesso sembrava essersi fermato, incollato a quelle labbra. Quando si fu allontanato, Sam lo guardò dritto negli occhi, ma lui distolse lo sguardo.

«Vorrei solo che tu mi dessi un'altra possibilità per dimostrarti che non ti sto usando» le sussurrò imbarazzato.

Sam si scoprì felice per le attenzioni che quel ragazzo le stava rivolgendo e si sentì in colpa. Non sapeva perché, ma tutto il suo corpo le diceva che quello era il suo posto. Marco le accarezzò la guancia e con l' indice le spostò una ciocca di capelli ancora umidi. Fuori da quella bolla di lamiere e finestrini la pioggia aveva smesso di cadere senza che loro se ne fossero accorti.

Lo squillo del cellulare li riportò alla realtà. Sam scostò bruscamente la mano di marco dal suo viso e cercò disperatamente di riprendere il pieno controllo di sè.

«Io non giudico mai le persone dalle apparenze, Marco. E non lo farò nemmeno con te. Ricorda solo che Chris è la persona che attualmente ha più bisogno di me e fra voi due sceglierò sempre lei.»

Scese dall'auto senza dargli il tempo di replicare e si allontanò veloce. Camminava a passo svelto nonostante le gambe molli e tremolanti. Il cuore sussultava ad ogni angolo, pregando di non rivederlo e, allo stesso tempo, sperando di trovarlo ancora lì ad aspettarla; e pensare che neanche un'ora prima si sentiva ferita, ma ora era tutto diverso. Marco le piaceva, con i suoi occhi duri e le sue mani ruvide ma delicate; e le sue labbra; e i suoi capelli... Si schiacciò il viso tra le mani al solo pensiero.

Entrò in casa; ascoltò la predica di sua madre senza dire nulla, senza capire nulla; si chiuse in camera e si lasciò cadere sul letto. Guardò il soffitto come inebetita per minuti interi. Poi un pensiero le trapassò la mente e il sorriso scomparve: "Chris..."

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