Capitolo 3

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Presente

Quello era un giorno decisamente buono. Gli effetti collaterali della chemio sembravano apparentemente terminati e Chris era riuscita ad alzarsi dal letto senza preoccuparsi di cadere. Quella mattina si era seduta di fronte all'unico specchio che sua madre non aveva ancora "accidentalmente" rotto e aveva iniziato a truccarsi. Aveva messo il rossetto rosso e un po' di blush sulle gote. Non usava matite, rimmel o ombretto, i suoi occhi erano uno spettacolo senza trucco, anche se in quel periodo erano leggermente infossati e un velo scuro li circondava. Non portava il foulard e il capo rasato era ispido sotto la carezza della sua mano.

Era rimasta seduta a osservare il volto per un bel po'; aveva voltato lo sguardo molte volte senza mai ritrovarsi. Non aveva più l'espressione sognante o inebriata di vita; non vedeva il sorriso smagliante e la piccola fossetta che le appariva vicino alle labbra quando lo faceva. Non vedeva nulla di ciò che era stata, riusciva a intravedere solo quello che stava diventando.

A volte le capitava di pensare al dopo, a quando la malattia sarebbe scomparsa e la guarigione fosse finalmente giunta. Immaginava i suoi capelli lunghi e il suo corpo di nuovo pieno e rotondo, i bei vestiti e le belle serate. Ma poi arrivava la vergogna per chi era diventata durante quegli anni, così riportava la mente al presente e cercava di pensare in maniera più serena a tutto quello che le capitava intorno.

San Valentino si stava avvicinando; era già passato tutto quel tempo e Chris non poteva ancora crederci. Si chiedeva se le sarebbe arrivato qualche regalo e se sarebbero arrivati alle sue amiche, a Sam in particolare, e di nuovo la rabbia iniziò a montarle dentro.
Inspirò piano e lasciò che l'aria fresca le distendesse i nervi.

Quello era un giorno decisamente buono e Chris era decisa a tenere lontani i cattivi pensieri.

«Ti sei alzata, vedo» disse suo fratello, fermo sull'uscio della porta con le mani incrociate e lo sguardo fisso su di lei. Chris lasciò che lui la guardasse, anche se un po' era intimidita per quello che avrebbe pensato vedendola truccata, d'altra parte, però, non gliene fregava molto.

"Rabbia" era l'unico sentimento che riusciva a provare per lui in quel periodo.

«Spero non ti dispiaccia» rispose acida lei, distogliendo lo sguardo e puntandolo di nuovo su sé stessa tramite lo specchio.
"Un pagliaccio", ecco cosa stava di sicuro pensando suo fratello. Aveva preso un dischetto per struccarsi, quando egli rispose: «Sono molto felice e tu sei molto bella truccata in questo modo.»

Chris si voltò di nuovo verso di lui, mentre egli le sorrideva in modo dolce. Aveva lasciato che le braccia gli scivolassero lungo il corpo e quando fece per avvicinarsi, lei lo fermò con un gesto della mano. Proprio non lo sopportava quel sorriso: era falso, ipocrita, pietoso. Lei lo aveva capito, lo capiva sempre. Bastava guardarlo negli occhi, grandi e tristi, dispiaciuti e, a volte, quasi disperati.

«Che vuoi, Marco?» gli chiese seccata ed ebbe un déjà-vu.

«Che vuoi, Marco?» gli chiese seccata ed ebbe un déjà-vu

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