Passato
Le sferette si muovevano in modo continuato da quando Chris le aveva messe in moto. Le era bastato lasciare andare la prima al lato destro e quella al lato sinistro aveva iniziato a fare la sua parte. Il ticchettio del loro movimento scandiva il tempo che passava in quella stanza. Lo studio di sua madre, Jessica, era molto sobrio, a parte qualche gingillo come il pendolo di Newton che lei le aveva regalato per spezzare la noia da tutto quel bianco.La madre di Chris era una donna semplice e precisa; quel giorno però era in ritardo, ma soltanto perché non sapeva di avere un appuntamento con sua figlia.
Chris, infatti, era piombata lì senza avvertire.Sua madre, suo padre e Carlo erano tornati a casa dal week-end fuori città nella tarda notte di domenica; al mattino le avevano lasciato solo un messaggio per avvisarla che si sarebbero visti tutti insieme per il pranzo, così da avere la possibilità di parlare. Il punto era che Chris non voleva aspettare il pranzo, voleva chiarire tutto il prima possibile.
Quando l'aveva vista entrare, Martina, la segretaria, era rimasta un po' perplessa e l'aveva avvisata che sua madre era impegnata in una riunione di lavoro, ma a Chris non importava, avrebbe aspettato anche ore pur di parlarle.
E così fece.Attese per circa due ore, seduta alla scrivania della madre.
La ragazza aveva lo sguardo rivolto alle foto incorniciate, la maggior parte delle quali risalivano a quando Chris era piccola e dannatamente ingenua, a quando erano una sola grande famiglia; semplicemente due genitori e i loro tre figli.
Chris aveva gli occhi puntati su una foto in particolare, in cui era ritratto il volto sorridente di quello che una volta era suo fratello Marco; aveva gli occhi grandi e pazzi di gioia, i capelli neri bagnati dall'acqua salata del mare e tra le sue braccia c'era Carlo, a soli tre anni, mentre Chris gli si era attaccata al collo, innamorata follemente del suo eroe.Fu in quel momento che sua madre entrò spedita nello studio, con il volto chino su alcuni documenti che sembrava stesse leggendo. La segretaria la seguiva silenziosa, in attesa di ricevere il fascicolo e altre direttive. Quando Jessica terminò di leggere e dopo aver firmato su una delle pagine, passò l'incartamento a Martina, la quale uscì velocemente, lasciando madre e figlia da sole.
«Cosa ci fai qui, Cristina? Non dovrebbe essere orario scolastico?» le chiese Jessica, mentre le si affiancava alla scrivania e con fare intimidatorio metteva una mano sul fianco e iniziava a guardarla dall'alto della sua posizione, mentre Chris restava seduta.
«Questa mattina, quando mi sono svegliata, avevo la febbre. Mi sono ripresa giusto un paio di ore fa» rispose, lasciando il posto a sua madre. Si alzò e fece il giro della scrivania, posizionandosi proprio al centro dell'ufficio, non voleva sedersi, era impaziente.
«Chiamerò il dottore e prenderò un appuntamento per una visita» disse sua madre, mentre si accomodava al proprio posto, senza distogliere dalla ragazza gli occhi verdi che sembravano luccicare, pronti alla battaglia.
«Lo sapevi?» le chiese Chris, dopo pochi minuti di silenzio. Aveva bisogno di scrutare bene sua madre e capire che tipo di posizione prendere in quella discussione, anche se, in entrambi i casi, sapeva di essere in svantaggio.
«Certo che sì» rispose sua madre, intuendo a cosa si riferisse sua figlia.
«Perché non mi avete avvisato? Perché avete lasciato che mi si presentasse davanti come se nulla fosse?» chiese arrabbiata, cercando di trattenere il groppo che aveva in gola. Non voleva far capire a sua madre quanto fosse scossa dalla situazione.
«Ne parleremo a pranzo.»
«Non ho nessuna intenzione di sedermi a tavola, tutti insieme, come se non ci fosse nulla di strano.»
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Adesso resta
Chick-LitLa protagonista di questa storia è Christina Belotti. Per tutti lei è Chris, una forza della natura, un uragano che travolge chiunque si trovi sul suo cammino. Chris, però, è anche una diciottenne che, in quello che dovrebbe essere il periodo più be...