9-Pirati

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Era da un po' che Sherlock aveva fantasie sui pirati ma soprattutto si comportava come tale.
Io non sapevo più cosa fare per farlo stabilizzare perché di giorno cominciava a parlare da solo, o per meglio dire, col suo teschio e di notte invece diventava dolce e voleva che lo coccolassi, era tornato un po' bambino e niente poteva farlo tornare alla sua mentalità da adulto che stupisce le altre persone, soprattutto me, con le proprie deduzioni.

Finalmente, un giorno di quello stesso mese, capii che il mio moro voleva che io diventassi come lui, per così dire, che mi unissi alla sua ciurma dove ovviamente lui era il capitano.. Si era messa anche la signora Hudson che gentilmente si occupava di lui quando io dovevo scappare a lavoro per urgenti casi.
Arrivati a sera, finalmente, feci una sorpresa al mio amato, presi due costumi da pirati, e tanto per far partecipare anche la nostra padrona di casa, ne presi uno anche per lei, forse questo lo avrebbe riportato ad essere il mio Sherlock.

Passai prima dalla signora Hudson, per darle il costume e cambiarmi in casa sua. Cercammo di cambiarci in fretta perché ormai si era fatta ora di cena ed entrambi entrammo nell'appartamento urlando, come veri corsari: "Aarghh!!"
E lui, con dolce voce da ragazzino, rispose allo stesso modo, poi gli mostrai il costume, Sherlock rimase a bocca aperta, con un'espressione stupita, poi ritornò alla realtà e andò a cambiarsi.
Tornato in soggiorno, gridò ancora una volta: "Aaargh!! Al timone pirata, è arrivato il momento di prendere il largo!"
"Agli ordini capitano!"

Poi mi colpì un lampo di genio, oggi è il giorno del suo compleanno, non lo ricordavo, eppure gli ho comunque fatto un regalo..
"Sherlock.. Ti prego, riprenditi.."
In quel momento mi accorsi che Sherlock non era più accanto a me, ma era steso per terra e la signora Hudson lo schiaffeggiava per cercare di farlo svegliare..
"Cosa è successo?"
"È freddissimo"
"Sherlock.. Cosa ti succede?"
Subito passai all'azione, "Signora Hudson, prenda i miei strumenti  e li porti qui, abbiamo bisogno di agire in fretta"
"Cosa gli succede, John?"
"Non lo so.. e questo mi preoccupa"

Dopo qualche ora Sherlock aveva finalmente ripreso colore e conoscenza...
"Sherl.. Finalmente.. Ci hai fatto preoccupare sai?"
"Cosa è successo?"
"A quanto pare hai avuto una lunga febbre, io onestamente non pensavo minimamente potessi averne i sintomi, e non li ho nemmeno riconosciuti da lontano, ma sembra che questa febbre ti abbia fatto delirare per almeno due settimane fino a oggi, o comunque fino a qualche minuto fa, ora sei stabile e non dovrebbero esserci altri problemi" spiegai dettagliatamente mentre Sherlock ascoltava attentamente e aveva lo sguardo fisso sulle mie labbra, forse per seguire il filo del discorso, eppure subito dopo mi baciò...
Non me ne resi conto ma durò più di quanto potessi immaginare, e soprattutto le mie guance arrossarono in un nanosecondo, di conseguenza cercai di nascondere il viso tra le mani per poi, una volta presa distanza dalle labbra del mio coinquilino, girarmi e andar via per rendermi conto della situazione. Arrivato alla fine della stanza, sentii Sherlock quasi implorarmi "Resta con me, per favore John.."
E sentendo che il rossore aveva finalmente abbandonato le mie gote, feci qualcosa di non troppo avventato, strinsi il mio caro consulting detective tra le braccia più forte che potevo, non so perché in realtà, ma in quel momento ne sentii il bisogno e Sherlock, fortunatamente, non disse nulla e ricambiò il mio gesto.

Come ultima cosa gli sussurrai pian piano "Arghh! Tanti auguri capitano" e lui rise fiaccamente, perché per quanto la febbre gli fosse passata era ancora un po' debole e ancora una volta le mie labbra arrivarono su quelle di Sherlock, ma questo bacio fu più breve del primo perché il mio moro sembrava piuttosto stanco, quindi gli intimai di riposare,
"Dai Sherlock, per oggi vai a dormire, ne hai bisogno, così sono sicuro che domani tornerai fresco e pimpante", lui accettò ma non chiuse subito gli occhi, in realtà li aveva fissi sui miei, così per farlo rilassare gli accarezzai i morbidi riccioli neri, e pian piano vidi i suoi occhi diventare sempre più pesanti fino a che non cadde in un sonno profondo, dopodiché anch'io presi posto accanto a lui, addormentandomi quasi subito.

One shots JohnlockDove le storie prendono vita. Scoprilo ora