Era passato qualche anno dalla "morte" di Sherlock..
E John ancora non se ne capacitava, non poteva, non voleva crederci, il suo Sherlock non poteva essersi davvero buttato da quel palazzo, non lo aveva fatto..Sherlock in quei giorni era stato catturato dagli arabi, "contatti" di Moriarty, quel folle che due anni prima si era sparato, ma che in fondo non era poi così folle, lui e il consulting detective si assomigliavano molto, e solo una cosa non li rendeva del tutto uguali.. L'amore.
Quello che il finto morto provava per John Watson, e quello che il vero non provava e forse non avrebbe mai provato.Fortunatamente però fu liberato presto perché suo fratello Mycroft lo aveva seguito da Londra per tutto il tempo ed era arrivato il momento di liberarlo dai guai in cui si era cacciato durante il suo esilio, poiché non di morte ma di esilio si parlava per Sherlock Holmes, un allontanamento che non sopportava più.. Voleva tornare a vedere lo sguardo di quel biondino, del suo.. E non solo lo sguardo.
"Mycroft finalmente, che fine hai fatto in questi due anni?"
"Fratellino, sapevo che te la saresti cavata, è inutile aiutarti se riesci a fare tutto da solo, non credi?"
"Ah! Va bene, hai ragione! Ora potresti levare queste catene?!"
"Prova a levarle da solo, Sherlock. È facile, te lo assicuro" cominciò a sogghignare Mycroft.
"Oh, ma guarda! Non ci riesco!"
Confermò scocciato.
"Va bene, fratellino" - il "Governo Inglese" prese le chiavi e liberò il moro."Tra poco arriverà il jet, lì avrai vestiti puliti e potrai lavarti" disse il maggiore degli Holmes.
Sherlock annuì in risposta, dopodiché, il jet atterrò e i due fratelli salirono a bordo per ritornare a Londra.
A Sherlock mancava l'aria di casa e l'odore del suo biondino.*
Quando John lo vide non poté credere ai suoi occhi.. Lui era.. Morto! Non poteva essere lì davanti a lui, vivo e vegeto..
Il moro intanto implorava perdono con lo sguardo, ma in cuor suo sapeva di aver fatto questo perché lui e le persone importanti della sua vita fossero salve.
Salve, da quei proiettili che sarebbero spuntati dal nulla, da quelle persone che nel corso dei due anni passati avrebbe dovuto e ha ucciso in tutti i modi possibili.
"John.. Perdonami.. Perdonami per questa lunga assenza, due anni sono davvero tanti, e mi sei mancato, te lo giuro. Ogni giorno pensavo a te e speravo di metterci il meno possibile a ritornare.. - Il moro non riuscì a continuare, perché il suo uomo lo stava pestando, però poi si fermò - "Neanche io mi pento di ciò che ho appena fatto e di ciò che farò" e le sue labbra si posarono su quelle sanguinanti di Sherlock.
In bocca un brutto sapore di metallo, ma quelle labbra le aveva aspettate per due lunghi anni, e non gli importava se fossero sane o sanguinanti, le voleva sue. Proprio in quel momento. E se fosse stato possibile, per sempre.
Nulla di meglio, non aveva mai baciato nessuno prima di John, ma non gli importava, con lui aveva passato le avventure più belle, e pensava davvero di passare altre, sempre insieme a lui..
E tutti quelli intorno a loro - dalla signora Hudson a Greg, da Mycroft a tutti i detective e poliziotti di Scotland Yard - pensavano la stessa cosa.Quei due erano perfetti l'uno per l'altro, e niente lo avrebbe mai cambiato.