Era passato giusto qualche mese dalla scomparsa di Mary, e John aveva finalmente capito di aver bisogno di qualcun altro, ma non voleva rinunciare all'unico dono di sua moglie, la piccola Rosie.
Quel qualcun altro, comunque, era una persona molto speciale per lui, un uomo.. con cui aveva diviso l'appartamento 221B di Baker Street per un lungo anno, ma che poi era scomparso per due.. E quell'uomo è Sherlock Holmes.
Sherlock aveva capelli ricci e neri, un viso un po' asciutto, occhi color ghiaccio, una voce molto profonda ed era molto alto, più di John sicuramente.. infatti gli era un po' difficile guardarlo negli occhi quando erano vicini, quindi si allontanava un po' per cercare di capire cosa pensasse quella mente calcolatrice, la mente di Sherlock non si fermava un solo istante se non quando riposava, ed erano rare le volte in cui il suo pensiero si fissava su un'unica cosa è non su altro; una fra queste era il pensiero che John fosse nuovamente solo..
Il detective non aveva mai più provato sentimenti da quando aveva perso il suo migliore amico Barbarossa, o Victor Trevor, dunque, dopo anni senza amore o amicizia, gli sembrava strano qualcosa che non fosse semplice "spettacolo" dato dalle sue brillanti deduzioni.. inizialmente quel qualcosa era solo affetto, ma poco prima di cadere dal tetto del Bart's, Sherlock Holmes aveva capito che provava dei veri sentimenti verso John Watson, uno tra i più grandi è l'amore.. Per lui avrebbe fatto di tutto, per salvarlo, e salvarlo ha significato stare ben due anni senza di lui, sperando che una volta tornato, lo accettasse, o almeno che capisse che se si era finto morto, era solo per salvarlo, così che dei cecchini, pronti durante il suo "volo", non sparassero a lui o alla loro padrona di casa, la signora Hudson.
Ma torniamo a noi.
John aveva capito che Sherlock era l'uomo, l'unico uomo che avrebbe amato e, il moro, dopo mesi di distanza, si fece avanti e chiese:"John, vuoi tornare qui nell'appartamento? Ovviamente puoi portare anche Rosie"
"Se dicessi di no, mentirei, perciò va bene, dammi il tempo di preparare il tutto e domani sono da te"*
"Sherlock, dato che non hai casi di cui occuparti, potresti pensare a Rosie? Io ho un urgente lavoro da sbrigare" chiese il biondo mentre era già alla porta, quasi pronto a mettere i piedi fuori
"Va bene John, non preoccuparti" rispose l'altro.Dopo che John uscì di casa, Sherlock sentì un odorino un po' familiare...
Rosie si era lasciata andare!
"Oddio, Rosie!" Pensò ad alta voce il riccio..
"Allora, piccola Watson, lascia che ci pensi io a te" disse mettendo mano sul pannolino della biondina e cercando di sfilarglielo.. Cosa che gli venne piuttosto semplice nonostante le risa della bimba, il difficile venne subito dopo, cioè posizionare bene il pannolino, o, cosa ancora più complicata che viene anche prima di questa, aprirlo...Sherlock non riusciva in quell'avventura per niente divertente, ma intanto la piccola Rosie continuava a ridere, quasi come se capisse le difficoltà del "padre", dopodiché continuò a lasciarsi andare, sporcando sia il lavatoio sia il piumone uscito pochi momenti prima dall'asciugatrice e sistemato sul letto..
Visto questo, Sherlock iniziò a urlare "Rosamund Mary Watson! Come puoi farmi questo? Signora Hudson!"Subito la padrona arrivò nell'appartamento e vide il danno combinato dalla bambina.
"Piccola Rosie, ma che fai?" la sgridò la signora, e notando poi, ancora, le difficoltà di Sherlock ad aprire i lembi del pannolino lo aiutò e cambiò anche la bimba sotto gli occhi stranamente attenti di Sherlock.
"Hai visto come si fa Sherlock?"
"Sì signora Hudson, grazie per l'aiuto" disse il moro che salutò la padrona di casa mentre tornava nel suo appartamento.*
La porta del 221B si aprì con uno scatto delle chiavi mentre Sherlock stava ancora cercando di sistemare il problema del piumone..
"Ehi John, come è andata a lavoro?" sorrise cordialmente anche se in modo un po' forzato
"Bene, Rosie invece ti ha dato problemi?"
"No no assolutamente, ha fatto la brava e si è anzi addormentata poco fa" rispose il riccio, poi vide che John andava nella camera da letto;
"Vedo che sta dor...
Sherlock! Cosa è successo qui?"
"Beh.. John, ho avuto un leggero problemino" rispose,
"Cioè?"
"Non riuscivo ad aprire il pannolino nuovo per Rosie e, dopo avergli tolto quello prima, si è lasciata andare.."
"Oh, Sherlock.. Dammi qua, mettiamolo subito in lavatrice"
E il moro fece ciò che il biondo gli aveva ordinato.*
"Adesso che è pulito e fresco possiamo rimetterlo sul letto" e subito i due si misero a lavoro.
Pochi minuti dopo sentirono un pianto, Rosie si era svegliata e non c'era nessuno nella sua stanza, poiché entrambi, dopo aver ultimato le faccende di casa, avevano preparato del tea per rilassarsi."Su Rosie, non piangere, ora mangerai anche tu" disse affettuosamente il padre, mentre dava la bambina a Sherlock e si diresse in cucina a preparare la pastina per la figlia.