Pov. Claudio
Ho deciso di trasferirmi a Roma per intraprendere la mia carriera da scrittore, quello che da due anni a questa parte consideravo un hobby, un dolce passatempo sta per diventare il mio lavoro fisso, non avrei mai pensato che io Claudio Sona un giorno avrei scritto per la "M.S journal" il quotidiano più famoso di Roma.
Oggi alle 4:00 ho l'incontro con Cristiano, l'assistente del capo per firmare il contratto perciò mi dirigo di fretta verso il mio nuovo appartamento. Mi faccio una doccia veloce e una volta uscito dal bagno ricevo un messaggio da Cristiano.
"Purtroppo sono dovuto andare fuori città per la firma del contratto ci sarà Mario"
Mario? Di quale Mario parla? Non può essere giusto? No, non è possibile.
"Scusa ma chi é questo Mario?"
"Claudio sul serio non hai fatto delle ricerche sul chi possa essere il tuo CAPO?"
"Ma cosa ne so io pensavo mi avresti accennato qualcosa tu"
"Se non mi chiedi niente ovvio che non ti dico niente. Comunque, sei per strada?"
"No, sono appena uscito dalla doccia"
"COSA? SONO LE 3:30!!!!! SEI FUORI DI TESTA NON ARRIVERAI MAI IN TEMPO CI VOGLIONO 40 MINUTI SOLO PER IL VIAGGIO"
"Che esagerato che saranno mai 10 minuti di ritardo"
"Mario ODIA i ritardatari, sarebbe capace di assumerti per poi licenziarti per averlo fatto aspettare"
"Questo Mario mi sembra proprio un tipo molto simpatico"
"CLAUDIO MUOVI IL CULO INVECE DI PERDERE TEMPO"*
Ok Cristiano aveva ragione, dovevo partire prima, grazie al traffico i 10 minuti sono diventati un'ora e mezza.
Scendo dall'autobus e mi ritrovo davanti un enorme edificio con la scritta "Ms journal" in evidenza, un brivido percorse la mia schiena cominciai a pensare che quel "Ms" potesse essere l'abbreviazione di Mario Serpa e solo l'idea mi fece innervosire. Entrai. Una ragazza.
"Tu dovresti essere quello nuovo giusto?
"Sì, sono io"
"Bene, Mario ti aspetta, terzo piano"
Ascensore. Terzo piano. Una porta di fronte a me. Busso. Una voce.
"Avanti"
Apro. Questo profumo. Una scrivania di legno. Quelle mani. Quel tatuaggio. Quei capelli neri. Quelle ciglia lunghe. Quella pelle morbida ed olivastra. Lui. Mario. Distoglie lo sguardo dalle scartoffie che ha in mano e punta quei quarzi neri che tanto ho desiderato nel mio verde. Dio. È bellissimo. Più bello di quanto me lo ricordassi.
"È in ritardo"
Quanto mi era mancata la sua voce e quelle labbra perfettamente disegnate.
Aspetta. Che cos'ha detto?
"C-come?"
"Avevamo appuntamento un'ora e mezza fa"
"Non ti ricordi di me?"
"Cosa?"
"Non sai chi sono?"
"No, dovrei?"
"No, dopotutto sono passati molti anni"
"Senti Claudio non ho tempo da perdere lo vuoi firmare questo contratto o no?"
"Allora ti ricordi"
"Ancora?"
"Io non ti ho detto il mio nome eppure tu sai come mi chiamo"
"Credevo fossi un tipo intelligente Claudio, ho in mano il tuo contratto e nel contratto c'é il tuo nome."
"Giusto, s-scusa"
"Ascoltami bene perché non te lo ripeterò due volte, io so perfettamente chi sei, ti ho riconosciuto dal primo momento che hai varcato quella soglia, ma il fatto che ti abbia riconosciuto non implica che abbia la voglia di rivangare il passato e l'inconveniente storiella che c'è stata tra di noi, perciò Claudio, se vuoi lavorare per me firma questo contratto e non ricordarmi mai più che dopo le nostre scopate te ne tornavi a casa dal tuo ragazzo altrimenti puoi pure prendere il prossimo treno per Verona"
È ancora incazzato con me.
"Ok, firmo."
"Altre due cose, primo, qui sono il tuo capo e come tale devi portarmi rispetto quindi almeno che non sia io a chiedertelo devi darmi del "lei" e secondo, se arrivi un'altra volta con questo ritardo sei licenziato"
Mi renderà la vita un inferno.
"Va bene, ce l'ha una penna?"
"Benvenuto a bordo. Inizierai domani mattina alle 8:00, adesso se non ti dispiace ho un altro appuntamento."
"Capisco. A domani"
"Chiudi la porta quando esci"*
Lavorerò per Mario. Mario Serpa é il mio capo. Il mio capo mi odia.
