Capitolo 29

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"Hai già pensato dove andare al college?"

Non avevo ancora le idee chiare sul mio futuro ma per sicurezza avevo mandato la domanda alla Columbia University

"Ho provato a mandare la domanda alla Columbia tu?" chiesi a Zoe
"Anche io li e alcune università fuori New York"

Mancavano pochi mesi alla fine della scuola e poi sarei stata finalmente libera, cioè per modo di dire visto che poi partirò per il college.

"Allora cosa vuoi fare domani?"
"Domani?"
"Dai Allison fai 19 anni"

Non avevo fatto caso che domani sarebbe stato il mio compleanno, non mi andava di fare nulla insomma festeggiare era fuori discussione

"Magari potremmo fare un giro al luna park"
"Si dai perché no"

"Di che parlate bene fanciulle?"

I nostri ragazzi vennero vicino a noi sorridendo

"Che domani festeggeremo il compleanno di Allison al luna park"
Disse Zoe appoggiandosi al petto di Nash

"Non mi avevo detto che facevi il compleanno"
"Non è importante Cam"
"Invece si dobbiamo renderlo speciale"

La mattinata a scuola era passata abbastanza velocemente e adesso dovevo andare in palestra a fare fisioterapia

Andava bene, anche se il mio legamento era ancora debole, mi era stato severamente vietato di correre o saltare

Oggi la palestra è deserta sono la prima ad essere arrivata quindi comincio a fare i miei soliti esercizi di riscaldamento e di potenziamento per il ginocchio.

"Allison da quanto sei qui?!"
"Hei coach da una ventina di minuti"

Si mise seduto vicino a me e cominciò ad aiutarmi con gli esercizi

"Oggi il tuo fisioterapista non può venire ti aiuto io"

Annuí e continuai a lavorare

Il mio sguardo si posò sulle parlallele mi mancavano tantissimo, ero innamorata di quel l'attrezzo le miei mani richiedevano un contatto.

"Tieni prendi questi e vai"
I miei pensieri furono interdetti dal mio allenatore che mi porgeva i miei paracalli e il tutore

"Non posso"
"Si che puoi, ho parlato con il fisioterapista e mi ha detto che poi tornare a fare solo le parallele, naturalmente in buca cosi se cadi non succede nulla"

Afferrai i paracalli e il tutore  e andai verso le parallele seguita dal mio allenatore

Mi misi il tutore e mi soffermai a guardare i paracalli, era rimasto una macchia di sangue dall'ultima gara. Più osservavo quella chiazza rossa, ormai sbiadita, più mi ricordavo che non avevo mai mollato anche quando stavo a pezzi, quindi non dovevo farlo nemmeno ora

Li posizionai al polso, strinsi le cinghie feci entrare il medio e l'anulare negli appositi buchi e immersi le mani in quella polvere bianca che ormai era diventato come sapone per me.

Le mie mani presero contatto con la sbarra di legno, impiegata di magnesio e acqua , cominciai a riscaldarmi facendo un po di keep verticali.

Con l'aiuto di Claudio passai alle cose un po più difficili come i giri in verticali, non volevo strafare infatti mi limitai a cose che mi riuscivano.

Tornai a casa dopo due ore mi feci una doccia e mi misi a studiare

"Alli scendi è pronta la cena" urlò mio padre

Cosi scesi e ci sedemmo a mangiare

"È arrivata la lettera dalla Columbia" annunciò mia mamma dandomi la busta bianca

Una ginnasta in cerca di successoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora