Capitolo 8

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Non posso credere di essere venuta davvero alla festa a casa di Drake, inutile dire che Blanca è al settimo cielo, non ci mettiamo molto tempo a trovare il ragazzo in questione e compagnia bella.

Dylan nota subito la mia migliore amica che ha indossato un vestitino viola corto qualche centimetro sopra il ginocchio e un paio di stivaletti con il tacco neri, alti fino al ginocchio. Si, l'obiettivo di Blanca è quello di attirare l'attenzione di Dylan in un modo o nell'altro stasera, mostrarsi diversa da come la vede di solito in palestra, cioè in tuta e tutta sudata.

Beh, a quanto pare ci sta riuscendo.

Io mi sono messa dei pantaloncini corti di jeans, un top bianco con la scritta "let it be" in nero, air force bianche e giacchettino nero corto in finta pelle.

Si, niente di esageratamente sexy, anche perché io sono così, il mio modo di vestirmi non è esuberante, tanto meno stravagante.

«Cazzo Arya, mi sta guardando!» mi urla eccitata all'orecchio la mia migliore amica mentre continuiamo ad avanzare verso il resto del gruppo.

«Si, ho visto, sarebbe stato strano il contrario e comunque non mi svenire adesso perché ti lascio qui e me ne vado.»

«Non lo faresti mai.» mi sorride dolcemente lei e il discorso è chiuso non appena raggiungiamo Dylan e gli altri.

«Ma guarda guarda chi abbiamo qui, l'hai convinta a venire alla fine.» la voce fastidiosa di Drake mi arriva alle orecchie, Blanca annuisce e subito dopo saluta Dylan con un bacio sulla guancia «Sai che si saluta?» mi dice poi facendo alzare gli occhi al cielo a Rachel, la sua fidanzata, che ha davvero tanta pazienza nel sopportarlo.

«Ciao.» mormoro senza guardarlo nemmeno per sbaglio.

«Acidella.» se la ride lui.

«Non iniziare a rompere.»

Lui dice qualcosa ma non lo sto neanche a sentire, la mia attenzione l'ha catturata qualcun altro in questo momento e la persona in questione è Grayson Walker.

Sembra uno di quei cattivi ragazzi che si vedono nei film d'azione, ha dei semplici jeans scuri che gli stanno alla perfezione, una maglietta bianca, scarpe bianche e la giacca nera in finta pelle.

Perfetto, ci siamo anche vestiti coordinati.

Se ne sta per conto suo con lo sguardo freddo posato un po' su tutti,

Indecisa su cosa fare, se avvicinarmi o meno a lui, decido di prendere coraggio e avvicinarmi, lui mi infastidisce spesso perciò posso ricambiare il favore, non che mi dispiaccia farlo.

«Ti piace proprio startene per conto tuo.» gli dico non appena mi avvicino, lui si volta verso di me e mi guarda.

«Sei venuta alla fine, bambina.» ovviamente deve usare il nomignolo fastidioso.

«Già, a quanto pare si...» gli rispondo sarcastica, come sempre.

Restiamo qualche minuto in silenzio, beh, silenzio proprio no dato che la musica mi fa esplodere i timpani.

«Ti va di andare fuori?» mi chiede all'improvviso voltandosi verso di me, io avevo già il mio sguardo fisso su di lui.

«Eh? Ah, si, va bene.» mi riprendo dal mio stato di trance e lo seguo fuori.

Ci sediamo entrambi sulla panchina che c'è in giardino, noto che c'è anche una piscina enorme e bellissima, devo dire che Drake ha una gran bella casa.

«Non sembri entusiasta di essere qui.» mi fa notare, passandosi una mano nei capelli, cosa che vorrei tanto fare io, ma tralasciamo.

«Beh, di certo non esplodo di gioia, ma va bene, credo...» faccio spallucce, guardandomi in torno.

«Sei fidanzata?» mi chiede e il cuore mi balza in gola.

«Tu sei molto schietto a quanto vedo.» rispondo subito imbarazzata, lui mi guarda come per dire "rispondi alla domanda, non tergiversare" «No, non lo sono. Tu invece?» gli rispondo e chiedo alla fine.

«Hai mai sentito il detto "libero ma felice"?» mi chiede guardandomi negli occhi e io mi sento svenire.

«In pratica è un modo carino per dire che lo dai in giro come se fosse il pane quotidiano senza però impegnarti in una relazione seria.»

Lo guardo e lui sembra davvero divertito.

Accidenti, l'ho detto ad alta voce?

Sento subito le guance accalorate, segno che sto arrossendo senza contegno.

«Non hai filtri tu vero? Dici tutto quello che ti passa per la testa senza pensarci due volte.» beh, ha centrato in pieno, è assolutamente vero.

«E' un male?» gli chiedo quasi preoccupata ma senza darlo a vedere, lui nega con la testa.

«Non sempre.»

Sempre meglio di sentirmi dire di essere pazza fino al midollo.

«In realtà pensavo fossi fidanzato.» accidenti a me, ecco che straparlo ancora una volta.

«Perché lo pensavi?» mi chiede.

«Sai, i tuoi amici parlavano sempre di una lei che ti aspettava a casa o cose del genere.»

«Quindi presti più attenzione di quanto vuoi mostrare alle cose che mi riguardano.» mi dice con un mezzo sorrisetto di scherno, facendomi diventare viola dall'imbarazzo.

«No! Loro parlano e io non sono sorda, il mio cervello elabora e penso, deduco delle cose, come ogni persona normale.» mi discolpo subito guardandomi in giro imbarazzata.

«No, non sono fidanzato. Lei è una mia amica.» mi risponde comunque e direi menomale che è solo un'amica.

Perché menomale poi...

«Chissà com'è che non mi sorprende, dovrà avere amiche in giro nascoste in ogni angolo pronte a saltargli addosso ogni momento.»

«Qualcosa del genere.» risponde lui divertito cogliendomi di sorpresa un'altra volta.

Accidenti!

«L'ho ridetto ad alta voce, vero?» gli chiedo come se stessi per andare al patibolo e in questo caso mi ci sono portata da sola.

«Si.» ammette e che figura di merda «Ma comunque no, non è quel genere di amica o forse si, lo è stata, un tempo.»

«Bene.» non so proprio cos'altro rispondergli.

«Non sono il tipo da relazione stabile, mi sento soffocato, legato e a me le catene non piacciono.» mi spiega ed io annuisco.

Immagino, sembra un leone indomabile.

Fortunatamente questo non l'ho detto ad alta voce.

«Mi è piaciuto parlare con te, bambina. Ma devo proprio andare adesso.» si alza dalla panchina e si mette le mani nelle tasche del giubbotto.

Parlare... Non esageriamo, era più una chiacchierata, anche se Grayson non mi sembra proprio il tipo da chiccherata.

«Va bene e mi chiamo Arya, non dimenticarlo.» sbuffo per via del nomignolo che ha usato prima.

«Non lo dimenticherò.» risponde «Ci si vede, bambina.»

Speriamo presto Grayson, speriamo presto.

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