La donna che mi ritrovo a pochi passi di distanza è diversa dalla donna che ricordavo, è decisamente elegante, troppo elegante, non ha un capello fuori posto ed ha lo sguardo caloroso.
I suoi capelli però sono sempre castani così come i suoi occhi, beh e i tratti del suo viso sono sempre quelli che ho impressi nella mia memoria.《Cosa ci fai tu qui?》le chiedo e non so nemmeno come accidenti ho fatto a mettere insieme una frase.
Lei mi guarda dalla testa ai piedi, facendomi innervosire anche.
Guardo verso Jane e lei ha la mia stessa espressione stampata in viso, stupore, rabbia, dolore.
《Arya.》mi saluta la donna che avrebbe dovuto essere mia madre 《Jane.》saluta anche quest'ultima che le lancia uno sguardo omicida.
《Che sei tornata a fare?》le chiedo senza riuscire a trattenermi.
Intorno a noi c'è un silenzio di tomba, nessuno si azzarda a dire una parola e fortunatamente oggi in palestra ci siamo solo noi, era un allenamento a porte chiuse visto che sta per arrivare un altro campionato.
《Possiamo parlare da sole? Noi tre?》mi chiede la donna che stento a riconoscere, ma che in realtà pensandoci bene non ho mai conosciuto realmente.
《Assolutamente no.》risponde subito Jane, arrabbiata come non mai.
《Per quanto mi riguarda se hai qualcosa da dirmi, puoi farlo benissimamente davanti a loro.》faccio spallucce mentre cerco di contenermi ancora per poco.
《Mi siete mancate.》dice, dopo qualche minuto, quella che è mia madre.
《Davvero? Chissà perché non ti credo manco per il cazzo.》gli sputa contro acida Jane, mentirei se dicessi che non la capisco o che non sono d'accordo con lei.
《Ti ricordi di noi e ti manchiamo dopo anni? Mi dispiace, ma non è così che funziona.》riesco a dire soltanto, mantenendo l'educazione e il rispetto che mio padre mi ha insegnato, che mi ha trasmesso come valori fondamentali.
《Sono cambiata.》dice, guardando prima Jane e poi me.
《Certo, come no.》mormora Jane, guardandola malissimo.
《Buon per te, ma non credo che questo abbia qualcosa a che fare con noi.》le dico, parlando a nome mio e di Jane.
《Ho una famiglia adesso, voglio davvero tanto che voi ne facciate parte.》ci racconta lei ed io mi trattengo dall'urlare forte 《Ho due figlie, Eris e Prue, anche un figlio, Ares.》beh, questa si che è una novità 《Il mio nuovo marito si chiama Garreth, è un'avvocato.》
《Con loro sei riuscita a fare la mamma?》le chiede Jane, alzando la voce.
Nostra madre, se così vogliamo chiamarla, non risponde, si guarda la punta delle sue decolté, senza sapere cosa dire.
《Perché?》le chiedo, lei alza lo sguardo su di me e io la guardo dritta negli occhi.
《Perché cosa, Arya?》mi chiede lei, dolcemente, tanto dolcemente da darmi la nausea.
《Perché hai deciso di abbandonarci e perché sei tornata a sbatterci in faccia il fatto che hai una famiglia felice, ora? Una famiglia che stai tirando avanti a quanto credo, dei figli che non hai abbandonato. Perciò la mia domanda è, per quale motivo ci hai abbandonate?》
La mia voce trema, quasi quanto le mie gambe adesso e il mio umore cade ancora più a picco. Sento qualcuno avvicinarsi a me e non ho bisogno neanche di voltarmi per capire chi sia, il mio corpo reagisce a quello di Grayson quasi come se avessi una specie di richiamo.
《Avevo dei problemi. Tanti problemi, miei psicologici.》dice quasi come se questo risolvesse tutto, come se così avesse spiegato tutto ciò che non siamo mai riuscite a capire.
《Ascolta, posso capire che l'amore tra te e mio padre fosse finito, succede, l'amore finisce. Ma non sono in grado di capire come possa finire quello per dei figli. Come tu possa esserti scordata così facilmente di noi due e come tu possa averci trattato come due scarti della natura prima che te ne andassi. Per quanto mi riguarda non ho bei ricordi di te, proprio per niente. Perciò credimi quando ti dico che hai fatto male a presentarti qui, oggi. Perché non ci sei stata quando ne avevo bisogno, non hai mai voluto esserci, c'era mio padre, c'è sempre stato solo e soltanto lui.》le dico, parlando a cuore aperto, credo che la mia rabbia e delusione però, siano palpabili, guardo per qualche istante Blanca e poi torno alla carica 《Perciò tornatene dalla tua famiglia perfetta, io non ne voglio fare parte. Da piccola speravo in un tuo ritorno, speravo in un tuo messaggio di auguri per il mio compleanno, speravo in qualche lettera, crescendo ho capito che mi mancava più l'idea di una madre, che mia madre stessa. Perché madre è chi ti cresce, chi ti sta accanto sempre nonostante tutto, chi ti conosce e sa tutto di te, a mettere al mondo qualcuno siamo bravi tutti e per quanto mi riguarda, tu sei un estranea ed io non voglio avere niente a che fare con te.》concludo il mio lungo monologo fiera di me, fiera di non aver perso la testa come credevo avrei fatto.
《Okay, penso possa bastare.》tutto d'un tratto qualcuno mi prende dal braccio e mi trascina velocemente fuori dalla palestra.
E anche se so che è Grayson non mi ribello, anzi, gli sono grata perché sarei crollata a pezzi da li a poco se fossi rimasta lì dentro un altro po'.
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Lezioni d'amore
Storie d'amoreArya Reid ha diciotto anni e la testa tra le nuvole praticamente da sempre. La sua vita è piatta, nessun colpo di scena, nessuna pazzia di troppo, nessuna scarica di adrenalina, niente di niente. Ha appena finito il liceo e si ritrova, con la sua mi...