Capitolo 63

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La prima cosa che penso non appena mi sveglio è:

Chi mi ha dato una botta in testa con un palo?

Perché è così che mi sento, come se mi avessero scambiata per una pignata. Apro gli occhi lentamente e tutto inizia a girare, perciò me ne sto buona sul letto come se fossi una mummia.

Che cavolo è successo?

Sono certa di trovarmi a casa di Grayson, ma come ci sono arrivata qui? Ricordo solo di averci discusso perché non mi voleva al locale.

Alzo le lenzuola e mi ritrovo in mutande e reggiseno, okay, fin qui tutto apposto, anche perché odierei essere andata a letto con lui senza ricordarmene il giorno dopo.

《Buongiorno.》 quasi come se l'avessi evocato, lui entra in stanza e io pian piano mi alzo per appoggiare la schiena sullo schienale del letto.

《Che è successo? Perché la testa mi pulsa da morire?》gli chiedo, completamente confusa.

《Perché ieri ti sei ubriacata.》 cazzo, è incazzato, davvero tanto.

Aspetta, io mi sono ubriacata?

《Com'è successo?》gli chiedo ancora una volta.

Perché ho questo vuoto di memoria?

《Non lo so, non mi trovavo lì al momento, però mi hanno detto che hai scambiato la Cuba libre con la Coca Cola.》mi racconta, senza alcuna emozione nella voce.

《Cosa ho combinato? Ho detto o fatto qualcosa di imbarazzante?》gli chiedo, portandomi le mani alle tempie che non vogliono smettere di pulsare.

《Ti lascio nel dubbio.》mi risponde.

《Ah, ma allora sei stronzo...》 penso, sbuffando.

《Ieri me l'hai ripetuto tremila volte.》risponde lui e ovviamente, per la millesima volta non sono riuscita a trattenere il mio maledetto pensiero 《Non farlo più, Arya.》 il suo sguardo è serio.

《Cosa?》gli chiedo.

Oddio, perché sono così confusa?

《Non ubriacarti fino a star male.》 mi rimprovera lui ed io rimango un po' interdetta 《Ti credevo più matura di così.》

《Stai parlando sul serio?》gli chiedo, adesso lo guardo negli occhi e sono incazzata nera 《Di certo non mi sono ubriacata per il gusto di farlo o perché ero incazzata con te, dovresti saperlo che non sono così.》 mi alzo velocemente e me ne frego se sono in mutande e reggiseno, se fossi stata meno incazzata sarei morta di vergogna.

La testa riprende a girarmi e mi mantengo al comodino.

《Stai bene?》 mi chiede preoccupato, avvicinandosi a me.

《No, no che non sto bene!》 urlacchio con gli occhi chiusi 《Ho la testa che mi fa male e mi gira da morire, un buco nello stomaco, ho appena saputo che mi sono ubriacata inconsapevolmente, non mi ricordo un cazzo e sono incazzata nera con te!》

《Siediti un attimo.》mi dice, ma io non ho intenzione di ascoltarlo.

Smettila di girare, stupida testa!

《Voglio andare a casa mia.》mormoro, mentre mi continuo a reggere al comodino.

《Prima siediti.》mi ordina e cedo, mi siedo sul letto e subito dopo lui mi affianca 《Mi dispiace, so che non l'hai fatto perché volevi, però mi sono preoccupato da morire, hai passato metà della notte a vomitare e credevo potessi svenire da un momento all'altro.》 la sua mano finisce sulla mia coscia e il punto in cui mi tocca prende fuoco.

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