Capitolo 29

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Il tanto atteso incontro è arrivato, si, è sabato e in questo momento ci troviamo in palestra, i ragazzi che parteciperanno all'incontro sono Grayson, Dylan, Drake, Peter e Will, stanno aspettando il pullman che hanno affittato per portarli nel luogo in cui si terrà la lotta. Mio padre è un fascio di nervi.

«Tu non vieni?» mi chiede Blanca, in realtà non ho ancora deciso, mentre lei andrà con Rachel e Karen.

«Non lo so.» faccio spallucce e lei sbuffa, ma prima che possa dire qualsiasi cosa qualcuno la precede.

«Come? Non verrai all'incontro?» quasi urla Drake e giuro che vorrei tanto tirargli un pugno sul naso in questo momento perché mi sento gli occhi di alcune persone addosso, soprattutto quelli di Grayson.

«Non ho detto che non verrò.» puntualizzo con una smorfia.

«Ma hai detto che non lo sai, fa lo stesso.» ribatte lui guardandomi male.

«Lasciala in pace.» s'intromette fortunatamente Rachel, sbuffando.

Sembra che comunque Drake non voglia lasciar perdere tant'è che Rachel deve baciarlo per tappargli quella boccaccia.

Mi allontano un po' dal gruppetto per cercare mio padre, ma di lui nessuna traccia, chiedo a Roger se l'ha visto o meno, ma a quanto pare no.

«Se stai cercando tuo padre, è andato fuori a parlare con qualcuno.» la voce di Grayson alle mie spalle mi fa sussultare.

«Devi sempre apparire così, dal nulla? Un giorno di questi mi farai venire un'infarto.» gli dico, voltandomi verso di lui con la mano sul petto.

Devo ammettere che mi imbarazza tantissimo stargli affianco dopo che è successo ieri, però non voglio farglielo notare. In realtà ieri non si è comportato da menefreghista come le altre volte, è stato... Non dico gentile, ma civile e questo per Grayson è già molto. Mi ha addirittura accompagnata a casa. Non che sia chissà cosa ma per me lo è.

«Verrai?» mi chiede poi, all'improvviso.

«Dove?» gli chiedo io, confusa.

Perché è come se parlasse sempre sottointeso?

«All'incontro.» risponde, mentre si porta una mano nei capelli e se li spettina un po'.

«Dipende.» dico «Vuoi che venga?» gli chiedo poi, non so neanche io il perché, lo faccio e basta.

«Si.» risponde dopo qualche minuto, cogliendomi di sorpresa, dato che pensavo non avrebbe risposto, poi se ne va, lasciandomi sola come una stupida.

Ha detto davvero si o me lo sono immaginata?

Merda, no! Non me lo sono immaginata! L'ha detto davvero!

«Arya, noi stiamo andando, vieni o no?» mi chiede Blanca, alzando la voce per farsi sentire.

«Arrivo.» dico, guardando Grayson, il quale ha un'espressione compiaciuta stampata in faccia.

Il tragitto è abbastanza infernale, mi ritrovo in macchina di Rachel con Blanca e Karen, le ultime e due non fanno altro che cantare a squarciagola spingendomi a credere che le mie orecchie stiano per scoppiare. Ovviamente sono abituata alla voce squillante della mia migliore amica, ma non avrei mai pensato che esistesse qualcuno con una voce più squillante della sua, beh, Karen mi ha sorpresa. Decisamente.

Quando finalmente arriviamo quasi quasi mi butto per terra e urlo "sia lodato il Signore", ma mi trattengo perché sembrerei pazza o troppo drammatica, forse anche entrambe le cose.

Entriamo nella grande palestra per professionisti dove si terrà l'incontro ed è inutile dire che è immensa e piena zeppa di persone.

Ho l'ansia io per loro.

«Cavolo, credo che se fossi in loro, vomiterei sul ring.» ci dice Blanca, dando voce ai miei pensieri, perché sarebbe capitato anche a me vista l'ansia.

«I ragazzi ci sono abituati.» le dice Karen, ridendo.

«Soprattutto Grayson.» dice Rachel facendomi l'occhiolino.

Non arrossire Arya, accidenti a te!

Io e le ragazze ci sediamo in quinta fila, credo che vomiterebbero davvero se ci mettessimo in prima fila a vedere del sangue uscire dai loro corpi come se fosse ketchup, perciò abbiamo scelto di stare lontane, io ovviamente sono quella meno suggestionabile.

«Il primo a combattere sarà Grayson.» mi sussurra Blanca all'orecchio e adesso sento l'ansia in ogni cellula del mio corpo.

E se si facesse male?

«Io... Devo andare in bagno.» le dico e senza aspettare una sua risposta mi alzo dalla sedia.

E non so come ne perché, sto andando a cercare Grayson.

Mi avvicino in quelli che credo siano i camerini, ce ne sono molti e noto fuori uno dei ragazzi della palestra di mio padre, credo sia Will.

«Emh, Will, giusto?» gli chiedo, avvicinandomi, lui mi guarda dall'alto in basso con i suoi occhi verdi.

«Si, tu sei la figlia di Stephan, giusto?»

«Sono Arya.» gli dico, perché ho un fottuto nome «Sai dove posso trovare Grayson?» gli chiedo poi, arrivando finalmente al dunque.

«Terza porta a destra.» decide di dirmi dopo qualche minuto e io lo ringrazio subito per poi precipitarmi dentro i camerini.

Con il cuore che mi batte a mille, busso alla porta di quello che dovrebbe essere il camerino di Grayson e ne ho la certezza quando la porta si apre e mi si para davanti con dei pantaloncini neri e scarpe da ginnastica dello stesso colore, è a petto nudo ed è stupendo, come sempre.

«Che ci fai qui?» mi chiede, guardandomi confuso, mentre se ne sta immobile davanti alla porta, io mi dondolo sui piedi in modo nervoso.

«Emh, sono venuta ad augurarti buona fortuna.»

«Sai che non ho bisogno di fortuna.» mi risponde lui, diretto e freddo come sempre.

Hai un ego grande quanto il mondo, amico mio.

«Come non detto.» alzo le mani in segno di resa «Torno dalle ragazze.» faccio per andarmene ma lui mi blocca.

«Aspetta.» mi tiene ancora ferma da un braccio mentre io non faccio altro che perdermi nei suoi occhi grigi «Ho bisogno di fare una cosa, prima di andare.» mi dice, portando le mani sui miei fianchi, avvicinando così il mio corpo al suo.

«Cosa?»

E non ricevo una risposta, semplicemente posa la sua bocca sulla mia, dando inizio ad un bacio che mi toglie il fiato.

«Grayson, tocca a te.» sentiamo qualcuno urlare in lontananza e anche se controvoglia, ci stacchiamo, per far si che nessuno ci veda.

«Devo andare.» mi dice, dopo aver preso i suoi guantoni e io annuisco.

Proprio mentre lui mi supera e sta per andarsene lo richiamo.

«Grayson!» lui si volta a guardarmi, aspettando che dica qualcosa «Fagli il culo.» gli dico, spontaneamente, lui annuisce e fa per andarsene ma lo fermo ancora «Grayson...» lui mi guarda ancora una volta ed io mi avvicino a lui, «Sta attento, per favore.» gli dico e prima che possa dire qualsiasi cosa, gli lascio un bacio sulla guancia, lasciandolo immobile come una statua e corro via.

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