Capitolo 15

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Gennaio era iniziato e faceva un freddo terribile, in quest'anno, a gennaio del 2014, l'anno prima, avevo smesso di fumare erba anche a scuola per via degli attacchi di panico che mi erano venuti. Avevo costantemente l'ansia e anche a scuola non stavo bene. Usavo la melatonina per dormire, altri prodotti omeopatici e i fiori di Bach. Ma non mi sono mai serviti a niente.
Ultimamente mi stava venendo l'ansia di stare tra la gente, non sapevo cosa dire, era come se non ci fossi.
Gli psichiatri anni dopo mi diagnosticarono un disturbo Borderline ma la storia è ancora lunga.
Era un periodo triste, oltre all'ansia mi sentivo molto giù e iniziavo a sentire il bisogno di far uscire il mio dolore, ferendomi ancora.
Quella disperazione, quell'angoscia che mi stava divorando doveva smettere subito!
La prima volta presi un coltello e provai a tagliarmi ma non ottenevo grandi risultati, il sangue non usciva e non era quello che volevo, allora trovai un temperino e con un cacciavite lo riuscì ad aprire.
Primo taglio.. secondo taglio.. terzo.. quarto..
e continuavo.
Dall'avambraccio in su, fino alla spalla.
Non provavo dolore. Solo sollievo e bruciore lieve..
Vedere tutto quel sangue uscire mi faceva sentire bene, liberata dai miei demoni.
I miei lo scoprirono perché stavano litigando sulle scale fuori casa ed io ero chiusa in camera mia, affondai troppo la lametta e iniziò ad uscire un sacco di sangue... non si fermava.
Mio padre aprì la porta e mi urlava contro

- Che cazzo hai fatto, eh?!

Mentre mi tirava in bagno e mi metteva il braccio sotto l'acqua, io corsi via e mia madre vide il sangue che era aumentato, mi voleva portare in ospedale perché avevo bisogno di punti.
Io mi rifiutai. Assolutamente.
Quel taglio continuò a sanguinare tantissimo per una settimana.
La psicoterapeuta, che pagava mio padre, quella a cui penso di voler bene e che mi sta ancora a cuore quella donna, mi ha vista crescere, mi ha conosciuta bene ma non abbastanza.
Nessuno mai abbastanza.
Dottoressa Morici si chiama, e quando uscivo dalle sue sedute mi sentivo liberata, e mi tagliavo di meno.
Dell'autolesionismo lo sapevano pochissime persone, si contavano su una mano, ma nessuno capiva. Neppure i miei.
Ci vogliono anni e di conseguenza tanto male inflitto a sè stessi ma capire all'incirca qualcosa a certe persone.
Facevo patti con Martina, la mia migliore amica, sul non farlo più. Anche per lei valeva.
Ma poche volte funzionava...
Certe promesse non si riescono a rispettare.

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