Capitolo 5

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"Non vedo l'ora di uscire da questa scuola. Finalmente, l'anno prossimo andrò alle superiori e non sarò più costretta a vedere queste facce di merda di questa scuola", penso.
È febbraio e sono già in ansia per gli esami di terza media. Le prof ci mostrano la mappa concettuale e ci consigliano che scuola frequentare il prossimo anno. Non sono una a cui piace studiare, intendiamoci, dormo sempre in classe e se prendo un 6 faccio una festa come se mi fossi laureata in medicina; le prof questo lo sanno e nel primo quadrimestre mi consigliano un professionale, successivamente, nel secondo quadrimestre mi consigliano un istituto tecnico. Io voglio fare il liceo delle Scienze Umane e non me ne frega proprio niente di cosa pensino le prof. Ne parlo con mio padre. 《Non se ne parla, non trovi lavoro con quella scuola, devi studiare la lingue per lavorare dopo il diploma》io ribatto 《ma, papà, io vorrei andare all'università dopo il diploma!》Scoppia a ridere. 《Tu? All'università? Non credo proprio, non studi mai, sai quant'è difficile? Credimi, dopo il diploma vorrai solo chiudere i libri e non vederli più.》Resto in silenzio e poi parlo: 《allora per te dovrei fare un professionale? L'Istituto tecnico non mi piace, piuttosto faccio l'estetista.》
Studiare estetica mi ha sempre incuriosita, infatti l'avevo presa davvero in considerazione come scuola ma, per mio padre non se ne parlava. Mi obbliga a fare il Liceo Linguistico. Lo odio.
Incominciano di nuovo i litigi tra i miei, mia madre vuole che io faccia la scuola che desidero e cerca di far cambiare idea a mio padre inutilmente. Io mi arrendo e spero di trovarmi bene al linguistico.
Tutta questa situazione mi crea solo una grande tensione e nervoso, non riesco più a seguire la dieta, sfogo tutta la rabbia sul cibo e dico a mia madre di annullare la visita dietologica. Non potevo sopportare un'altra delusione, un'altra vergogna. Niente da fare, mia madre dice che devo andarci e che però sarà l'ultima.

Arriva il giorno tanto atteso.
Uno dei giorni più brutti della mia vita per come mi sono sentita umiliata.
Il dottore mi pesa. 71 kg.
NO! CAZZO NO! VACCA GRASSA SCHIFOSA CHE NON SEI ALTRO VERGOGNATI!, urla questa voce nella mia testa.
E il dottore peggiora le cose: 《Francesca, dai! Avevi perso 2 kg e ne hai rimessi 3! Ma cosa ci vuole a seguire una dieta così facile? Io lo dico solo per il tuo bene. Non è possibile. Tua madre la capisco.》
Resto allibita da tutta questa situazione.
Mia madre piange.
Tutto questo solo perchè sono grassa? Se avessi avuto una malattia grave come un cancro, che cazzo avreste fatto?, penso.
Sono troppo nervosa, voglio spaccare tutto.
Esco dalla stanza sbattendo la porta e correndo via dall'edificio.
Non voglio più sentir parlare di questa cosa. Non voglio mangiare più.
Scoppio a piangere in mezzo alla strada. Mia madre mi rinsegue urlando il mio nome e mi ferma. 《Per favore, calmati》mi dice 《il dottore diceva solo la verità, per il tuo bene.》Non riesco a smettere di piangere. Non mi importa quello che voleva dire, voi, stupidi, il mio bene neanche sapete cosa sia! Voi, stupidi genitori, mi avete fatta diventare grassa per colpa vostra, dei vostri litigi che mi hanno allontanata e portata in comunità dove ho trovato consolazione nel cibo. Sono una delusione, lo so, ma sappiate sempre che non mi avrete mai come mi volete voi!

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