"Bea, mi stai ascoltando?"
Sbatto le palpebre a ritmo di musica, sfilando le cuffiette: la sagoma esile di Elena spunta nitida di fronte ai miei occhi assonnati mentre freno uno sbadiglio sul nascere.
"Hai fatto le ore piccole anche stanotte?" -chiede con mezzo sorriso- "Cazzo, Samu dev'esserti proprio mancato quest'estate.."
"Se Sam mi avesse visto in pigiama ieri, si sarebbe spaventato." -mastico le parole come caramelle gommose- "E tu cos'hai tanto da sbraitare?"
"Non cominciare a mettere il muso!" -mi ammonisce drizzando l'indice sbilenco- "Vieni qua, devo chiederti un favore."
Le mie pupille rotolano su e giù in una smorfia ed Elena mi fa la linguaccia, trascinandomi per il cortile.
"Ti ricordi quella piccola festicciola che-"
"Ah!" -la interrompo imputando i piedi nell'erba- "Se è per la festa di inizio anno, scordatelo."
Sbuffa e mi si piazza di fronte: è più minuta di me e le ciucce la rendono ancora più piccola di quanto in realtà non sia.
Un affarino arto mezzo sputo che me stá a fa pressing com'a migliore squadra de Liga.
"Beatrice." fa con le mani ad anforetta.
"Elena."
Incrocia le braccia al petto e serra le labbra in una linea così sottile da farle spuntare qualche ruga ai lati della bocca.
"Ho intenzione di dare questa festa."
"E io di non venire."
Assottiglia gli occhi per cercare di intimorirmi, poi, peró, allenta i muscoli e si lascia prendere dallo sconforto.
"Andiamo, Bea.. Non fare la solita."
La campanella dà il primo rintocco e io mi avvio verso l'entrata, costringendo Elena a corrermi dietro come un cagnolino.
"Mi sembra solo una stupida idea. Una festa di inizio anno? E quando mai?"
"Ohh, ma perché no? Ci divertiremo! E poi è il nostro ultimo inizio anno.."
Da quanno tutto sto patriottismo, Lè?
Elena sa bene che le lamentele non mi piacciono, tantomeno con gli amici: litigare mi mette di cattivo umore.
"E per questo ringrazio il Padre eterno."
"Adesso fai anche la blasfema?"
Sorrido di sbieco cercando di sfruttare il momento per distrarla, quando qualcuno ci pensa per me afferrandomi il braccio.
"Come sta la mia veterana preferita?"
Sam.
Con la sua voce calda, il suo profumo prepotente e il dopobarba muschiato. Mi bacia dolcemente la guancia e mi prende sottobraccio, aspettando il momento in cui ruoterò il viso e recapiterò un bacio umido sulle sue labbra. Sorride contro il lucidalabbra viscido e respira profondamente, come se si fosse tolto un macigno dalle spalle, guardandomi con gli occhi carbone dell'amore.
"Ora un po' più felice."
"Ehi! Terra chiama piccioncini."
Sei popo na pinzetta stretta in quer punto, nana.
Elena mi tira per una mano, infilandosi tra noi come un bambino farebbe nel letto dei propri genitori: Samuele, a vederla, sorride tra sé e scuote la testa.
"Togliamo questo sassolino fastidioso dalla scarpa." -roteo gli occhi- "Cosa vuoi che ti aiuti a fare, Ellie?"
"Devi solo farti trovare a casa mia questo pomeriggio. Tutto qua."
Guardo confusa Samuele e lui fa spallucce in quella sua camicia a scacchi un po' stropicciata.
T'è rimasta così dall'urtima volta ch'emo fatto all'amore, Samu?
"Non fare quella faccia. Devi aiutarmi a ingaggiare una band."
Samuele scoppia a ridere ed Elena gli rifila una gomitata sul fianco, facendolo piegare in due.
"Scusa elfo, ma detta così faceva ridere." si giustifica lui, passandosi la mano tra i capelli rasati.
Io mi mordo la guancia interna e li studio bisticciare con un vago sorriso tra le fibre muscolari, finchè mi ritorna in mente il problema.
"Da quando in qua sarei adatta a ingaggiare band?"
"Canti da quando eri nella culla, Bea. E t'intendi di musica, buona musica." -allarga le braccia- "Dai, a chi diavolo dovrei chiedere? Alla mamma? Non ha un minimo di senso pratico e sai che boccerebbe qualsiasi pischello sbarbato che sappia tenere in mano una Fender."
Mi giro verso Samuele, che rimane imperturbabilmente adorato e sereno, poi osservo Elena congiungere le mani e fare gli occhi dolci.
Come faccio se me guardi così, Nena?
Con un movimento del capo acconsento ed Elena mi abbraccia d'impeto con una foga irrazionale e istintiva.
"Hai già in mente chi chiamare?"
"Più o meno." -risponde con un'alzata di spalle- "Mi hanno consigliato un gruppo che sta spopolando a Monteverde."
Alzo il dito per saperne di più, ma il suono della campanella ci immobilizza sul posto: Elena mi ringrazia prima di lasciarmi tra le braccia di Samuele, che mi scosta una ciocca di capelli dagli occhi e la gira tra le dita come zucchero filato.
"Sono orgoglioso di te."
"Era solo un piccolo favore, Sam."
Alza gli angoli della bocca in un sorriso e i suoi occhi brillano di colpo.
"Lo so."
La seconda campanella sugella il nostro saluto: un ultimo bacio mielato, ma dal retrogusto amaro. Un agrodolce che stona sul palato e brucia.
Brucia sulle labbra.
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un bacio al tabacco. | måneskin
FanfictionORA HA UN SEGUITO! un bacio al tabacco 2. "Che stamo a fa, Beatrì?" "Ci prendiamo quello che ci spetta, sbattendoci la testa."