La lancetta dell'orologio accarezza le nove e mezza e io batto i denti dal freddo, forse é solo agitazione. Accendo una sigaretta che riesce a calmarmi per metà e abbasso il cappello sugli occhi.
Beatrice non ha risposto al mio messaggio e io capisco di non essere mai stato così preoccupato di ricevere un rifiuto da una ragazza.
Qui, peró, se stá a parlá de n'eccezione.
Spengo il cellulare per togliermi dalla testa la malsana idea di chiamarla e poggio il sedere contro lo sportello dell'auto. L'isolato é vuoto stasera e il silenzio é spezzato solo da un suono acuto e ripetitivo.
Che strano, Damiá..
N'te sembra du scarpe sull'asfarto?Alzo gli occhi e Beatrice testa i miei riflessi lanciandomi addosso il mazzo di chiavi, che sferragliano sul cemento prima che io sia capace di afferrarle.
"Tieni, queste sono tue."
Ha quella sottile linea vicino al sopracciglio destro che le compare solo quando é arrabbiata.
Mi piego sulle ginocchia e infilo le chiavi in tasca per ritrovarmi i suoi occhi da lince di fronte. Le iridi oliva brillano sotto la luce fioca della luna, le labbra pesca tremano leggermente.
"Devo avé sbagliato sacchetto."
"Tu"-picchia il dito contro il mio petto- "non prendermi per il culo. Non mi piacciono i trucchetti. Ho dovuto mentire al mio ragazzo per partecipare a questa sceneggiata."
Mi scappa da ridere al pensiero di quel poveretto: un tipo a posto, semplice, che si prende cura di lei, ma che non le dà ciò di cui ha bisogno.
"Ok, ok. Ammetto d'avello fatto apposta."
"Ah, ammetti?" - si guarda intorno- "Avete sentito? Lui ammette."
Pianta le mani sui fianchi e io punto i piedi a terra per non incollarla al lampione che svetta alle sue spalle.
Calmate, Leoncí, che a fá er passo piú lungo d'a gamba ce se fa male.
Mi sfilo il cappello di testa e passo la lingua sulle labbra, notando come i suoi occhi studino per bene il mio viso illuminato dalla luce artificiale.
"Senti. Se c'hai intenzione de tené 'r broncio per tutta la sera, dillo subito e te riaccompagno a casa. Non c'é probblema. Ma se te voi divertí 'n po', smetti de fá i capricci e sali 'n macchina."
"Certo! Così dovrò mentire una seconda volta per giustificarmi!"
"Quindi?"
Beatrice sbuffa e rotea gli occhi in quella mossa che ho iniziato a sognare la notte. Poi, prendendomi alla sprovvista, sale in auto, richiudendo lo sportello con tanta forza da far tremare l'Arbre Magique nell'abitacolo.
Scuoto la testa quando noto che mi tiene ancora il broncio, nervosamente consapevole che resterá a guardare Roma scorrere via al di lá del finestrino.
"Me dispiace se te sei sentita offesa e hai dovuto mentí a Samuele."
Lei sospira come se volesse cedere, peró, poi, tiene gli occhi fissi sul buio che scivola via viscido, dimenticandosi del faro che vorrebbe illuminarla.
"Non hai mai mostrato rispetto per lui, perché dovresti farlo adesso?"
"Voglio portá rispetto a te e se ciò implica rispettá 'l ragazzo tuo, beh.. Ce proverò."
Parcheggio di fronte al locale e lei mi segue con le braccia incrociate, stringendosi nel cardigan con un volto meno scuro.
Ma quanto si bella, eh?
Ce farei 'n fio co' te.
Se chiamerebbe Dio.
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un bacio al tabacco. | måneskin
FanfictionORA HA UN SEGUITO! un bacio al tabacco 2. "Che stamo a fa, Beatrì?" "Ci prendiamo quello che ci spetta, sbattendoci la testa."