"Dici che mi va grande?" domando a Damiano, mostrandogli una salopette cobalto con degli schizzi di vernice.
"Quella roba non fa per te, vediamo de cercà quarcosa de più adatto."
Scorriamo lungo i corridoi stretti, attorniati da bretelle, jeans, minigonne, pellicciotti sintetici e magliette in puro cotone.
"Questa?"
Gli mostro una camicia di seta semitrasparente con piccoli pois blu botte e Damiano inclina la testa di lato, grattandosi il pizzetto e giocherellando con la collana.
"Meglio, ma ancora nun ce semo."
Sbuffo e lui dá un'occhiata a destra e a sinistra, afferrando una camicia banca e un paio di pantaloni a vita alta, di quei Levi's inizio anni '90 che spopolavano in America.
"Va a provarli."
Il camerino puzza di stantio, ma è ben illuminato.
Appendo i jeans e infilo il nuovo paio, notando subito come mi stia bene sui fianchi e non stringa troppo in vita.
Me stanno bene, Damiá?
Vorrei solo che me li togliessi piano, come sai fá solo tu.Scosto la tendina mordendomi un labbro e Damiano alza la testa al rumore metallico.
"Che dici?"
Lui si alza senza staccare gli occhi dalle mie cosce e io sento la pelle bruciare sotto il tessuto. Ruota l'indice all'aria e io faccio un giro su me stessa come ha chiesto, mentre lui si è fatto più vicino, a distanza di respiri, tanto da sentirlo alitare contro il mio naso.
"Starebbe precisi sur pavimento de casa mia."
Sai che pensavo alla stessa cosa?
Solo che n'c'ho 'r coraggio de dittelo.Tiene il palmo sul mio fianco, poi slaccia il bottone dei pantaloni, sorridendomi beffardo con le dita ancora incastrate nell'orlo.
"Finisci tu de toglieli o vuoi che ce pensi io?"Toglimeli Damiá, toglimeli e famme tua.
Basta che dopo ce resto, tua.Nego con lo scuotere impacciato del capo e Damiano s'infila nel camerino di fianco, urlando attraverso la parete di aspettare sul divanetto. Quando lo vedo, capisco perché ho scommesso tutto l'incasso su di un cavallo zoppo invece di vincere la corsa.
Ha la camicia aperta, da capo a piedi, i pantaloni bassi in vita, su cui converge una timida V, e la collana in legno che incornicia i peli del petto.
Famme restá tua, Damiá, e te farò felice.
L'omo più felice der monno."Me sa che me sta corta." -dice, guardandosi i polsini alti lungo l'avambraccio "Me vai a prende 'na taglia in più?"
Solleva la testa e la punta del suo naso sbatte contro la mia, facendo aprire un sorriso largo quanto uno squarcio su una tela sporca.
"Prendi giá l'iniziativa? Però.. impari in fretta."
Lo zittisco premendo l'indice contro le sue labbra ancora dischiuse e ci stampo un bacio sopra che finisce per eccitarlo a metà. Damiano chiude le tendine e mi porta dentro con uno strattone, fino a far collidere la fronte con la mia, mentre io lascio l'impronta del mio palmo sul suo petto.
"Come cazzo hai fatto a pensá de lasciá andá tutto questo."
"Si fanno scelte sbagliate, a volte." -ammetto, pizzicandogli un capezzolo fino a che reclina la testa all'indietro- "Come questa."
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un bacio al tabacco. | måneskin
FanficORA HA UN SEGUITO! un bacio al tabacco 2. "Che stamo a fa, Beatrì?" "Ci prendiamo quello che ci spetta, sbattendoci la testa."