Il viaggio di ritorno ha avuto tutta l'aria del primo incontro dallo psicologo, quando hai paura di fare il primo passo, ma non aspetti altro che tutto si allinei e si chiarisca.
Damiano mi ha prestato una delle sue magliette a collo alto che tiene nel bagagliaio e adesso ho il suo profumo addosso quasi come per punizione. Ho ancora le labbra gonfie, salate e calde, e anche il solo pensiero di inumidirle per assaggiare ancora il suo sapore mi spaventa.
N' te sei ribellata, 'o sai sì?
È inutile prendese pe'l culo e finge 'r contrario.C'è una parte di me che voleva che Damiano mi baciasse lì, in quell'istante. Ha irrigidito i muscoli, mi ha eccitata come un bacio non aveva mai fatto, mi ha scossa e, più d'ogni altra cosa, mi ha impaurita.
Perché un rapporto non mi aveva mai stimolata così e nessuno mi aveva mai controllata come se mi sentissi in dovere di farlo felice.
Eppure a me sta bene così.
Sará pure impulsivo, narcisista, strafottente e menefreghista, a tal punto che vorresti ridisegnargli gli zigomi a suon di schiaffi, ma Damiano tiene alle cose che ama. E io, adesso, ho paura che mi travolga fino a che di me non rimanga nient'altro che polvere. Perché di uno così non ci si disintossica facilmente.
"Siamo arrivati."
Sbatto le palpebre, consapevole che quella è la prima frase che ci siamo detti da quando siamo partiti. Allungo le dita verso la maniglia, quando Damiano posa il suo palmo sulla mia spalla.
"Aspetta."- mi ammonisce con la voce ferma- "C'ho bisogno de chiarí prima che te ne vai."
"Non c'è molto da chiarire."
Si passa una mano tra i capelli crespi, rinsecchiti dall'acqua del mare, e congiunge le mani in una preghiera.
"Non só 'n idiota, Beatrí. Ci'o so ch'appena esci da sta machina, noi non se rivedemo più."
E allora perché c'hai voglia d'oscurá i vetri e non uscì più da qui?
"Non sono in vena di chiarimenti. Fammi andare, ho bisogno di una doccia."
Ritento la fuga, ma il clic delle portiere si diffonde nell'abitacolo come una condanna a morte. Damiano ha gli occhi tristi, come non li ho mai visti, e talmente sicuri di sè da intimorirmi.
"Parlame." sospira, lasciando le parole ad un soffio di vento.
"Non ho niente da dire."
"O só che stai 'ncazzata, ma t'ho detto che non me scuserò per quello ch'hoffatto."
Incrocio le braccia in seno e lo vedo allungare lo sguardo sul mio corpo, con gli occhi di un lupo bianco a digiuno da mesi.
Me voi sbraná, Damiá?
Sto qui.
Fallo."Non sono arrabbiata. Hai fatto ciò che ti andava di fare, stop. Finita lì."
Le sue sopracciglia si inarcano nel modo più plateale possibile: neanche io credo a quello che sto dicendo.
"Ma che stai a dí?" -abbaia, scuotendo la testa- "T'ho baciata, Beatrí. T'ho baciata meno de mezz'ora fa, cazzo."
Stringo i pugni fino a sentire le unghie pizzicare la carne, in modo che il ricordo rimanga incatenato e le mie labbra non ricomincino a pulsare.
"Vuoi che ti chieda perché lo hai fatto? Mh?" -sbraito come una bambina- "Allora dimmi, perché? Perché dopo che m'hai giurato e spergiurato duemila volte che m'avresti rispettato, te ne sei fregato?"
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un bacio al tabacco. | måneskin
FanfictionORA HA UN SEGUITO! un bacio al tabacco 2. "Che stamo a fa, Beatrì?" "Ci prendiamo quello che ci spetta, sbattendoci la testa."