Capitolo3

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Cheyenne's pov

«Sai cosa penso io?» accenna la dottoressa dopo tanto silenzio «Hai un bellissimo sorriso e mi riempie»
Io arrossisco vistosamente. Non mi aspettavo un commento del genere e spero davvero che non ci sia malizia da parte tua.
«Non credo sia così bello» sussurro mordendomi l'interno della guancia «Anzi non credevo neanche di sorridere»
Lei nasconde un sorriso e scuote la testa.
«In ventiquattro ore che ti conosco hai sempre sorriso con me»

Veniamo interrotte dal suono di una sveglia, ossia la mia che avevo impostato per non fare tardi a scuola.
Manca mezz'ora alla prima ora, non voglio fare tardi come il giorno prima.
«Devo...» sospiro «Devo andare a scuola»
«Ti va di passare dal mio ufficio finite le lezioni?» chiede speranzosa
Sono tentata a dire di sì, ma oggi viene a prendermi mia madre e lei mi ha detto di starle lontana. Meglio non correre rischi.
«Vorrei, ma all'uscita verrà a prendermi mia madre e lei ha molta fretta» dico una mezza verità
Ricordo le parole di mia madre: devo starle lontana, ma perché? Sembra una persona così tranquilla e gentile e io voglio scoprire tutto su di lei. Sento qualcosa di strano, mi spaventa un po', ma non posso fare a meno di pensarla.
«Capisco»
Forza un sorriso e poi fa forza sulle braccia per rimettersi in piedi.
«Adesso devo proprio andare, ma sono sicura che ci rivedremo qui» annuisce «Ad ogni modo, sarò ben felice di venire a vederti alla tua prima partita, sono sicura che entrerai in squadra»
Mi alzo anche io, siamo a pochi passi l'una dall'altra. È leggermente più bassa di me, più magra e meno tonica. Si vede che è fuori allenamento, sa ancora giocare e fare qualche trucchetto.
«Come mai tutta questa sicurezza?» quasi sussurro
«Il basket è la tua vita e tu hai bisogno di sentirti libera come quando voli a canestro» risponde con lo stesso tono «So che le selezioni sono tra un paio di giorni e nel fine settimana ci sarà una piccola partita dove verranno annunciati i giocatori di quest'anno»
Prendo nota di ciò e la ringrazio di questa informazione, per poi salutarla con un semplice ciao e sparire.

***

Le ore a scuola sembrano non finire mai tra chimica, matematica, letteratura spagnola. In particolare durante quell'ora vengo infastidita da alcuni ragazzi per il mio accento. Provo ad ignorarli, ma sento addosso l'umiliazione come una letteratura scarlatta marchiata sul viso.
Non sono riuscita a farmi degli amici, mi sento un po' un fantasma e spero davvero che il terzo giorno posso essere migliore.
Alcune ragazze in bagno mi squadrano dalla testa ai piedi e bisbigliano. Non capisco dove sia il problema, non sono alla moda?
Scuoto la testa per i loro commenti sui miei vestiti assolutamente normali, jeans e maglietta con una stampa, e vado via.
Ma poi uscendo dal bagno abbasso la testa e osservo ciò che ho addosso, forse ha ragione mia madre quando dice che dovrei approfittarne di lei.
Questa giornata ha fatto davvero schifo, a parte l'incontro con Camila, nulla è andato per il verso giusto e sono felice quando sento l'ultima campanella della giornata. Quasi corro per i corridoi, schizzando fuori da scuola e salire il più in fretta possibile sul suv di mia madre.
Eccola davanti al cancello tra le tante macchine parcheggiate. Il capello sempre stirato e perfetto che sembra seta. Occhiali da sole rigorosamente Prada, la sua impeccabile eleganza.
«Mi amor» sorride «Com'è andata la giornata?»
Sbuffo, mi metto la cintura di sicurezza e le chiedo gentilmente di partire. Non ho assolutamente voglia di raccontarle cosa è successo.
«Lo so che non ti piace stare a Miami, hija» sospira
«E allora perché mi hai portata qui!» alzo un po' la voce «Non so nulla della tua famiglia, non sei dispiaciuto della morte del tuo compagno e sei così misteriosa» continuo irritata «Dimmi perché siamo qui, a me non piace vivere in questa città e non conosco nessuno e mi sento sola!»
Come al solito non risponde e lascia perdere il discorso, trovando un argomento più interessante, ma a me non importa nulla, io voglio risposte.
«Perché non fai le selezioni per entrare nella squadra di basket, sono sicura che ti farai nuovi amici» il suo tono sembra quasi una imposizione «Venerdì ci sarà l'homecoming e dal momento che sono una ex alunna e hanno saputo che sono tornata in città, sono stata invitata al ballo»
Ora sorride. Certo quando può mettersi in mostra sorride sempre e diventa ancora più fiera di sè stessa... narciso.
«Non sei felice Cheyenne? Il tuo primo homecoming»
«Per fortuna l'ultimo» farfuglio pensando a com'è andata oggi
Se sono invitati anche gli ex alunni, vuol dire che Camila ci sarà e quindi si incontreranno. Da una parte sono molto curiosa, dall'altra credo che sia una pessima idea non avvisare mia madre della sua probabile presenza.

Cheyenne ||CAMREN|| (rivista)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora