Capitolo11

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Camila's pov

La casa di Lauren rispecchia il suo mondo interiore, la sua arte, la sua essenza. È molto moderna, ma spiccano anche degli oggetti particolari, alcuni antichi, e anche una numerosa quantità di libri. Ci sono poche foto, tra queste c'è soprattutto Cheyenne con i suoi diplomi scolastici o mentre gioca a basket.
Nel frattempo che osservo la casa, Lauren sistema i fiori in un vaso di cristallo e lo porta in salotto, lasciandolo sul tavolino davanti al divano.
«Sono bellissimi» rompe il silenzio «Hai sempre avuto buon gusto»
Mi invita a sedere sul divano. La cosa che mi stupisce di più è che in questo momento non sembra la solita Lauren ordinata e perfettina come sembra in televisione o nei giornali.
È sul suo divano con le gambe incrociate, scalza e con una vecchia felpa enorme e si morde il pollice. È umana in questo momento e non nasconde le sue emozioni.
«Come stai?»
Abbassa lo sguardo e muove freneticamente il piede sul divano.
«Male» sospira «In colpa, uno schifo e una merda e probabilmente lo sono»
Annuisco e non dico nulla. Aspetto che sia lei a riprendere il discorso.
Passano molti minuti. Lei ha la testa appoggiata allo schienale del divano e mi guarda in silenzio. Io, dal canto mio, non distolgo lo sguardo e aspetto con pazienza e l'accarezzo con lo sguardo.
«Come sta Cheyenne?»
«È stata lei a convincermi, mi ha dato anche le chiavi di casa per entrare ma ho trovato più corretto suonare. Mi ha detto di sorprenderti e parlarti e farti parlare» confesso «In fin dei conti lei vuole che tu sia felice»
Allunga le maniche della felpa coprendosi le mani, lasciando scoperte solo le estremità delle dita, e poi si passa le mani sul viso, buttando un sonoro sospiro.
«Sei tornata a Miami per me, è vero?»
«Sì» annuisce con la testa «Tutto quello che ho detto venerdì è vero, sono tornata perché era giusto dire la verità a Cheyenne e non meritavate nessuna delle due questo allontanamento per causa mia, perché...»
Si interrompe e gioca nervosamente con le maniche della felpa, tenendo la testa bassa.
«Io mi vergogno» continua «Avevo paura di cosa potessero pensare i media, il mondo intero di me. Non sono una persona qualunque, la gente mi ferma per la città, la gente si aspetta un errore e...»
La interrompo subito contrariata.
«Tu pensi che io e te siamo state un errore o che Cheyenne, frutto del nostro amore, sia stato un errore? Ma tu mi hai davvero amata Lauren?»
Continua a torturarsi le mani, ma fortunatamente risponde subito togliendomi ogni dubbio.
«Io ti ho amata e non è stato un errore!» alza la voce «Non dire cose che non ho mai pensato Camila!»

Si ammutolisce di nuovo facendo passare altro tempo. Scatta in piedi come una molla e si guarda intorno spaesata.
«Vuoi da bere? Ho bisogno di bere, alcol»
«Lauren» mi alzo in piedi «Non hai bisogno di bere, vuoi solo un aiuto per affogare ciò che senti ora, ma bere non sarà la soluzione»
La invito ad accomodarsi e lei fa un po' di resistenza, ma il mio sguardo rimane serio e fermo e alla fine si lascia convincere.
«Ho paura ad affrontare questa conversazione, perché vorrebbe dire fare i conti con me stessa»
Dopo questa sua affermazione torna a sedersi sul divano con le gambe incrociate e guardando dritto avanti a se.
«Perché hai paura? Non sei sola»
«Ho paura di dire certe cose ad alta voce perché vuol dire che è reale»
La sua voce trema e anche il suo corpo mentre gioca nervosamente con il nostro anello di fidanzamento.
«Fa sempre paura affrontare se stessi, ma ti prometto che non accadrà nulla, io sarò qui con te pronta ad ascoltare le tue emozioni»
Prendo le mani tra le mie, l'aiuto a respirare e a tranquillizzarsi.
«Parlami Lauren, non ti nascondere e non avere paura, vomita tutto!»
Lei scuote la testa e si morde il labbro. Sussurra no più volte e poi si allontana bruscamente dalla mia presa.
«Io non sono lesbica Camila! Io odio questa etichetta, perché le persone devono chiamare qualcuno così e categorizzare!?» sbotta all'improvviso «Io sono Lauren che ama una donna e basta! Io ti ho lasciata perché ho avuto paura di cosa avrebbe pensato la gente di Cheyenne che ha due mamme, ti ho lasciata perché fuori la gente mi conosce e già immaginavo i titoli di giornale "Lauren Jauregui è lesbica"» mima le virgolette con le dita «Io ti ho lasciata perché io per prima non mi sono mai accettata e mi sono sempre sentita sbagliata! Mi hanno fatto pesare da adolescente questa cosa e più il tempo passava più ero felice con te ma anche così tremendamente triste ed io so che non guarderò mai un uomo come guardo una donna, perché il corpo di una donna mi manda in bestia, è perfetto, bellissimo, ma perchè proprio io? Perché sono così?! Non voglio etichette, io voglio solo amare una donna ed essere felice, ma non so essere felice, Camila e non lo potrò mai essere! Ti ho lasciata perchè sono egoista e provavo troppo malessere! Io ti ho amata Camila, sennò non avrei fatto una figlia con te! Sei stata il mio unico grande amore e sarà sempre così, perché un amore così non si può scordare e lo vedo sempre negli occhi di Cheyenne, lei è la cosa più bella che abbiamo fatto insieme!»
Il suo petto di alza e si abbassa velocemente. Ha gli occhi sbarrati e le mani sono rimaste in aria dopo questa ondata di parole in cui non ha fatto altro che gesticolare freneticamente.
«Sono arrabbiata, voglio rompere qualcosa e urlare!» ringhia serrando i pugni
«Fallo, urla!» la esorto «Butta tutto fuori, non ti trattenere!»
La vedo in difficoltà e in piedi e si muove a scatti con le mani che tremano per il nervosismo.
«Urla con me Lauren»
«Non riesco a farlo» piagnucola
Mi metto davanti a lei, faccia a faccia, e inizio a urlare e poi, dopo un po' di resistenza, inizia anche lei e finisce col piangere e buttarsi tra le mie braccia e chiedermi scusa.
«Perdonami per averti tolto tua figlia, sono un mostro» singhiozza sulla mia spalla «Odiami se devi, come Cheyenne, merito tutto il vostro odio perché faccio schifo»
La tengo stretta avvolgendole la schiena e con una mano le accarezzo la testa.

Cheyenne ||CAMREN|| (rivista)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora