Capitolo12

1.9K 128 0
                                    

Cheyenne's pov

Luci soffuse, musica altissima, alcool, sbuffi di sigarette.
Ho sentito la necessità di evadere dopo l'attacco di panico in casa ed essere quasi svenuta per questo mix di emozioni.
Ho sentito la necessità di dimenticare cosa sta succedendo alla mia vita e ho fatto una telefonata alla ragazza che ho baciato la sera dell'homecoming.
Era molto felice di sentirmi e mi ha proposto di andare in un locale a little havana insieme al suo gruppo di amiche. Un locale notturno, sotterraneo, frequentato da gente di qualsiasi genere ed età.
È famoso questo locale per dare alcool ai minorenni, infatti chiude baracca ogni tot di tempo a causa dei controlli, ma non si sa come torna sempre ad accogliere gente.
Ho conosciuto le amiche di questa ragazza di cui al momento non ricordo neanche il nome a causa del troppo bere. Sono tutte lesbiche.
Mi trovo ad un certo punto a baciarmi prima con una ragazza e poi con l'altra, la bionda dell'homecoming.
La situazione precipita quando mi trovo a ballare con loro, anzi schiacciata da loro e le mani vagano sul mio corpo.
Non mi sono mai fatta problemi sulle donne o sugli uomini. Ho sempre creduto e sostenuto che ognuno fosse libero di provare piacere con qualsiasi genere, non ci devono essere barriere. Il sesso è arte, il corpo è arte e l'arte non ha limiti.
Non capisco perché Lauren abbia avuto paura di dirmi che è lesbica.
Ma non voglio più pensare a lei, voglio godermi la serata. Questo locale è fantastico, la musica niente male e sono arrivata al quarto drink.
Non perdo tempo nel flirtare con le ragazze con cui sono venuta o con qualche ragazzo al bancone per avere uno shottino gratis. La serata è mia, mi sento via e leggera.
Ho pure spento il telefono, non so se Camila o l'altra mi stiano chiamando in questo momento. Voglio essere libera da ogni dramma familiare e soffrire tantissimo domani mattina per i postumi e ripetere questa serata il giorno dopo.

«Cheyenne»
La rossa che mi sono baciata sulla pista da ballo con la bionda sussurra il mio nome. Si avvicina ancora di più fino a morde il lobo.
«Sei molto interessante, mi piacerebbe conoscerti» continua baciandomi il collo «Sei libera domani sera?»
«Ehi ehi» provo a scollarmela con gentilezza «Non sono interessata ad intraprendere una conoscenza del genere, se vuoi sesso occasionale ma niente di più»
Lei mi guarda compiaciuta e non ci mette molto a  buttarsi su di me e infilarmi la lingua in bocca.
La bionda ci riserva uno sguardo malizioso.
Io sorrido visibilmente eccitata e ammicco mentre torno a bere il mio quarto drink, giocando con la cannuccia tra le mie labbra.
Siamo sedute al bancone, le altre ragazze le abbiamo lasciate alle loro conquiste. Ormai ci sono noi tre.
La rossa seduta sulle mie gambe, la bionda in piedi accanto a me. Quest'ultima ogni tanto mi accarezza o mi lascia qualche bacio o mi morde il lobo. La situazione non mi dispiace.
Per tutto il tempo non facciamo che baciarci a turno e tutto sembra andare a meraviglia, finché non sento quel fottuto nome!

«Ma quella non è Lauren Jauregui?»
La bionda mi ha interrotto il momento. La sua amica che stavo baciando con foga si gira di scatto e guarda delle direzione in cui ormai guarda mezzo locale.
Io scuoto la testa e torno a rivolgere le attenzioni a lei. Quella rossa mi ha davvero presa.
«Nena» le mordo il lobo
Si volta verso di me nascondendo un piccolo sorriso malizioso e si fionda sulle mie labbra.
Riprendiamo a baciarci con foga, finché non ci stacchiamo per bisogno di ossigeno.
Mi lecco il labbro superiore e butto giù d'un fiato il resto del mio quarto drink.
Lauren non è sola. Lauren è davanti a me. Mi ha intravista.
Faccio scendere la rossa, ma la tengo sempre con me, poggiandole una mano alla vita. Do le spalle a Lauren e Camila e chiedo cortesemente uno shottino di vodka liscia. Spero con questo di perdere totalmente la testa e magari sentirmi anche male.
Lo sto per mandare giù ma una mano prova fermarmi.
«Tu non lo berrai quello shottino»
La sua voce autoritaria.
Mi giro furiosa e nauseata verso di lei.
Le due ragazze che sono con me ci guardano scioccate. Lauren Jauregui sta parlando con me.
«Tu la conosci?»
Ignoro la bionda senza mai staccare lo sguardo da Lauren.
«Perché sei qui?» ringhio
«Io sono adulta e ho il permesso di stare qui, tu dovresti essere a casa. Hai spento il telefono, ti abbiamo chiamata tante volte...» scuote la testa «Poi ci abbiamo rinunciato»
«Come hai rinunciato o hai mollato tante cose, vero Lauren?» metto il dito nella piaga «Sei venuta a cercarmi!» l'accuso
«Sono venuta a bere con Camila, non mi serve la tua approvazione per farlo»
Scoppio in una fragorosa risata.
«Non ti serve la mia approvazione...» cambio espressione
«Hai bevuto troppo Cheyenne, ti riporto a casa» stringe le labbra «Muoviti»
Camila si avvicina a noi. Mi chiede di raggiungerla.
«Torno subito nena» ammicco alla mia ragazza
Questa notte la rossa è la mia ragazza. La mia conquista.
Vorrei vivere cosí ogni notte e avers anche la possibilità di andare oltre con lei.

Camila mi mette un braccio intorno alle spalle e mi conduce verso l'uscita.
Diciamo che ho un po' di difficoltà ad arrivare, alcuni momenti sembra che stia per perdere l'equilibrio.
«Hai fatto colpo su Nerea» sorride compiaciuta «È una mia studentessa»
Annuisco. Non so cosa dirle.
«Capisco il tuo bisogno di evadere e...»
«Camila, per favore, non mi analizzare!» biascico «Volevo solo ubriacarmi e scopare con qualcuno, devo chiedere il permesso? Ora, scusami ma voglio tornare dentro da Nerea, mi fa impazzire e mi piace tanto e non ho voglia di sentire te o Lauren. Mi farai la ramanzina un altro giorno, divertiti!»
Le faccio un cenno con la mano e barcollando mi avvio dentro. Prontamente Camila mi prende dalla vita e mi conduce verso una panchina all'entrata del locale, mentre lei rimane alzata di fronte a me.
«Tesoro, per favore, ti chiamo un taxi»
Scuoto la testa e la mando a quel paese in spagnolo.
«Cheyenne»
«Mi devi lasciare stare Camila! Mi hai sentito o no? Voglio stare sola! Non voglio vedere o sentire nessuna delle due, mi state facendo male qui dentro» poggio una mano sul mio petto
Sono furiosa.
Sono furiosa e ferita. Mi sento piccolissima e schiacciata.
Appoggio la testa sul petto di Camila, la abbraccio dalla vita e lei a sua volta mi avvolge tra le sue braccia.
«Bambina mia» sospira «Mi sento in colpa e vorrei tanto poter fare qualcosa»
La stringo ancora di più.
«Ti odio» piagnucolo «Ti odio» ripeto scandendo le parole con la voce impastata
Continuo a manifestare questa rabbia, ma non accenno a mollare la presa da lei o a spostare la mia testa che è ancora tra i suoi seni.
«Lo so»
La mia serata finisce cosí. Un saluto veloce a Nerea e la bionda che avevo baciato al ballo e che non ho più considerato dopo questa sera.
Salgo in macchina con Camila e Lauren e torno a casa.
Ho rovinato la loro serata.

Cheyenne ||CAMREN|| (rivista)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora