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"Un giorno volerò via, più in alto delle nuvole, non guarderò più nessuno, sempre più in alto, volo via."

-"Allora che ne pensi?"

-"Potrebbe andare magari aggiungi qualcos'altro e vedrai che sarà perfetta." disse Carmen dall'altra parte dello schermo.

Clara aveva deciso di non andare a scuola per via dello sciopero scolastico, un'assenza in più non le avrebbe cambiato la vita.

-"Mhh senti quest'altra..

Spesso
si fanno scelte sbagliate.

Diamo troppo
a chi non ci ha dato
niente.

Diamo poco
a chi poteva darci
il mondo.

-"Wow..molto sensata Clara, mi piace davvero, ti dispiace se la rubo?"

-"Certo Carmen, fai con comodo ma pretendo il copyright." e rise sommessamente seguita dall'amica.

In quella mattinata avevano deciso di sentirsi tramite videochiamata, un modo per vedersi faccia a faccia senza alcuna interruzione.

-"Tralasciando il tuo lato poetico, che mi racconti di nuovo?"

-"Beh Smeralda la psicologa di cui ti parlai è davvero una brava donna, la mia stima nei suoi confronti sta aumentando ad ogni seduta pittorica (abbiamo deciso di definirla così)."

-"Hey hey vorrò conoscerla un giorno, non deve rubarmi il posto da migliore amica." ribatté Carmen decisa e con tono fermo e cauto.

-"Va bene come vorrai Mademoiselle."

-" Buffona..mhh invece di Alessandro?" chiese strizzando l'occhio con voce maliziosa.

-"Andrò alla festa, è stato quasi un obbligo. Spero vada tutto bene. Anche se a volte vorrei dirgli di no perché odio le feste, non so relazionarmi con gli altri tanto facilmente, soprattutto in questo periodo."

-"Dai non ci pensare, puoi sempre andartene fingendo un malore come feci una volta io."

Cominciarono a ridere assieme quando Carmen raccontò la sua vicenda. Mal di testa, un po' di finta nausea e il gioco era fatto. Clara prese appunti e promise alla sua fedele amica che avrebbe fatto del suo meglio.

Il giorno seguente Clara sarebbe dovuta andare alla famigerata festa di Alessandro e la sua testa era un miscuglio di ansia e imbarazzo.

-"Cosa devo mettere? Cosa devo mettere? Fammi pensare." si chiese fra sé e sé Clara mentre Yago la fissava lanciare abiti ovunque finché uno non gli andò addosso e abbaiò per l'oscurità.

-"Mhh seguendo i consigli di Carmen e Mary potrei indossare un jeans semplice e una camicia..."

Prese dell'armadio accanto alla scrivania una t-shirt con la scritta dei Linkin Park e una camicia a quadrati blu e bianchi.

-"Non m'importa cosa indosserò sinceramente Yago, devo piacere per ciò che sono, giusto?"

Ma nessuna risposta, il piccolo batuffolo era intento a sonnecchiare sul letto comodo.


Mentre si accingeva a riordinare il disordine di abiti ricevette un messaggio da suo padre.

-"Ciao piccola...come stai?"

-"Ciao papà, bene a te?"

Clara non era il tipo di figlia con la quale si può instaurare un rapporto continuo e affettuoso perché ciò che le gira per la testa in quei momenti la costringe a comportarsi di conseguenza. A volte rispondeva freddamente e senza alcuna voglia di 'chattare' e la madre e la sorella glielo ribadivano in continuazione ma lei non ci faceva mai caso.
Stanca di ricevere sempre consigli per migliorare, esausta di cambiare per gli altri. Oramai era perpetua la situazione e cercava di cambiare atteggiamento ma non perché lo volevano gli altri ma perché si sentiva in colpa.
Non dava importanza e tantomeno soddisfazione e questo le dava una sorta di sollievo.

-"Che ne dici di passare questo weekend insieme a tuo padre, già ho avvisato tua sorella e ha acconsentito."

-"Okay."

E terminò lì la conversazione che era diventata ormai consuetudine data la distanza e separazione dei suoi.

D

opo aver passato quasi mezz'ora per riordinare il tutto decise di continuare un lavoro della sua disciplina preferita, quella di pittura.
Il disegno riguardava utilizzare l'acquerello nelle sue infinite sfumature e bisognava copiare un disegno di un antico e famoso pittore a scelta.
Clara preferì Claude Monet con i papaveri.
Ci volle quasi un'ora per ricopiarlo alla perfezione solamente a matita. Dopodiché si accinse ad avere la mano calma così poté iniziare con l'acquerello.
La fluidità con il quale il colore scorreva le regalava una sorta di tranquillità e pace interiore quasi come se non esistesse nient'altro.
Ancora una volta l'arte le dava serenità, silenzio nel quale immergersi senza mai annegare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 25, 2018 ⏰

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