-"Mio dio che sonno.." disse Clara mentre sbadigliava a letto e cercò di non far rumore per non svegliare la sorella. Sapeva che diventava diabolica se qualcuno tentava di svegliarla.
Erano le 10 di mattina e per quella giornata i genitori decisero di non prendere impegni e di restare a casa al caldo con un bel focolare.
Il padre aveva ancora il ristorante chiuso e affermò di riaprirlo dopo le giornate festive.-"Certo che c'è un tempaccio qui fuori, che bello, adoro questo tempo." sussurrò guardando fuori dalla finestra le nuvole che si aggrovigliavano come nastri e davano le prime gocce di pioggia.
Prese il plaid posato sulla sedia accanto alla scrivania e se lo mise sulle spalle.
Sembrava avesse un mantello e ricordò in quel momento il tempo dell'infanzia quando fingeva di essere un eroina e svolazzava per la casa dove un tempo abitava assieme alla famiglia.A pensarci le manca molto.
Avrebbe preferito restare e non andare mai via. In quel luogo erano custoditi tutti i ricordi di lei e della sorella Ele. Da quando giocavano fingendo di essere madre e figlia assieme alle sue cugine più piccole fino al giorno del trasloco immediato.
Ovviamente vi erano dei pro e contro per lasciare la casa. Clara sosteneva che andarsene via sarebbe significato 'Abbandona i ricordi, createne di nuovi' ma spezzare questi legami era più difficile che mai.
A contrastate i bei ricordi infantili vi erano anche i pianti, la violenza, l'aggressività che si era prolungata per anni da quando la madre aveva cominciato a fare ciò che continua tutt'oggi.-"Eddai, spegniti per un momento,stai sempre a pensare." disse mentre picchiettava l'indice sulla testa in modo da fermare i suoi continui pensieri.
Si avviò verso il bagno fingendo di essere Superman e si chiese per la millesima volta quanti anni avesse e se era ancora lecito farlo.
Si guardò allo specchio e si esaminò il viso. Aveva una brutta cera quella mattina e fece una smorfia di disgusto dinanzi a quell'orribile colorito che veniva riflesso dinanzi a sé.Scese giù e fece una colazione leggera dato che non aveva ancora digerito il pranzo di Natale.
Sorseggiava del caffè bollente dalla sua tazzina preferita color arancio con dei fiori bianchi sul manico.
Si guardò intorno e capii che i genitori erano usciti probabilmente per fare la spesa. Il frigo era praticamente vuoto, mancava addirittura il latte e le uova.
-"Strano però, avevano detto che preferivano restare a casa, quasi reclusi.." si domandò fra sé e sé Clara.
Picchiettava le dita sul bancone aspettando che il caffè si raffreddasse dato che il primo sorso le bruciò la lingua.
Improvvisamente intravide un cellulare che vibrava sul bancone della cucina.-"E adesso di chi è questo cellulare..?"
... Samantha...
Lasciò che continuasse a vibrare finché non smise e ricominciò dopo 10 minuti esatti.
Aspettava invano che si spegnesse da un momento all'altro e non ebbe il coraggio di prenderlo e rispondere.Suonò il campanello della porta d'ingresso e ringraziò il cielo benedendo i genitori che erano ritornati.
-"Si mamma, un attimo, arrivo!"
Si mise le ciabatte azzurre con un coniglietto al di sopra di entrambe e corse alla porta.
Rimase allibita quando capii che non erano i genitori ma il padrone del cellulare smarrito.-"Si ciao, scusa del disturbo, ma ho lasciato il mio telefono qui ieri e solamente stamattina me ne sono reso conto." disse Alessandro mentre la squadrava dalla testa ai piedi accennando un sorriso mentre arrivò a guardare le ciabatte.
-"Ehm.. sì..ehm..vado a prenderlo" e si maledisse per aver tanta fantasia nella scelta di inutili ciabatte.
Prese il cellulare sul bancone e lo porse nelle mani del ragazzo dicendo :-" Ha squillato un paio di volte ma non ho risposto a nessuna delle chiamate."
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Trust no one #Wattys2019
Fiksi RemajaClara,una semplice ragazza adolescente che frequenta un istituto d'arte. Adora il suo liceo. Amici strambi,per lo più strani,ma mai qualcuno di cui fidarsi ciecamente. #Wattys2019 Un passato oscuro alle spalle. Segreti mai detti prima. Paure e del...