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-"No aspetta quindi vorresti dirmi che eri la sua migliore amica ma intanto lo amavi?" disse Clara incredula.

-"Ebbene sì, come ti ho già detto Giacomo era un tipetto abbastanza carino, beh piaceva a tutte ma io ne ero follemente innamorata." rispose Smeralda mentre continuava il suo lavoro da pittrice.

-"Mh.."

-"Poi abbiamo cominciato a frequentarci perché lui mi disse (lo ricordo come se fosse ieri) testuali e semplici parole 'Mi piaci tanto'."

-"Immagino che ne eri completamente cotta dato che possiedi di lui un ricordo così emozionante."

-"Beh tu mi hai chiesto una cosa e possiedo una bella e capiente memoria. Ora lasciami continuare.."

Scese dalla scaletta e si legò dolcemente i capelli in una coda di cavallo liscissima e preso lo strumento ripartì.

-"Tornando al passato ricordo quel momento come un miscuglio tra farfalle nello stomaco e insicurezza di me stessa. Ai miei tempi non ero una ragazza molto fiduciosa di se stessa e per tanto essere estroversa e sciolta non era il mio forte.
Ricordo che Giacomo dopo più giorni assieme non era più affiatato come prima..."

Clara era talmente presa da quella storia che non si rese di star facendo gocciolare la pittura sulle proprie scarpe.

"...Non ero l'unica che lo notava e infatti molti dei miei amici me lo facevano capire che magari dovevo lasciar perdere. Però io non davo retta a nessuno e sbagliavo.
Sai sbagliare è l'unico modo che può far capire ad una persona di provarci fino alla fine finché non si capisce davvero cosa si vuole dalla vita.
Beh, avevo pur sempre un fitta al cuore, la malinconia mi perseguitava e talvolta lo stomaco si chiudeva.
Capii che era il momento di lasciar perdere tutto da quando ci fu una discussione tra di noi. Non mi parlò per un paio di giorni e questa fu la risposta a tutto. Così presi le redini in mano, anche se ero distrutta, e feci la scelta giusta. Anche se tutto ciò mi logorava per lo meno sapevo che sarei stata bene con me stessa.
Fai le scelte che ti consiglia il cuore e non dar retta alla testa quando ti chiede di aspettare e di pazientare."

-"Wow.. non dico molto spesso ciò che penso per timore di sbagliare, però ti ammiro per il comportamento che hai avuto e per quello che hai affrontato.." Clara aveva il cuore in gola in quell'istante e fissava il muro quasi terminato davanti ai suoi occhi color nocciola. Se le fosse capitato a lei non si sarebbe comportata in quel modo, anzi sarebbe sprofondata nel nulla in men che non si dica.

-"Beh cara, ti ringrazio. Alla fine dei conti sono esperienze che bisogna fare anche se non ci faranno star bene. Si cresce grazie a momenti infelici o sbagliati, e si riesce a capire cosa davvero sei capace di dare." rispose soddisfatta Smeralda.

-"E..scusa, ma dopo, intendo più in là con tempo, ne hai trovato un altro 'migliore'?" chiese accennando alle virgolette con le dita.

-"Mhh..non si può definire il migliore ma sì dai ora lo racconto. Era un'arida estate e avevo appena compiuto diciassette anni e conobbi un ragazzo
alto, capelli castani alla rinfusa. Non era di una bellezza particolare e di certo non era una delle stella migliori che io possa mai aver visto però mi attirava.."

Il braccio ormai indolenzito di Clara la portò a sedersi sullo scalino intenta all'ascolto della storia.

-"...Ci conoscemmo per un po' di tempo, anche dopo il periodo estivo fino a quando non mi disse che gli interessavo. Tu ora penserai come è andata a finire giustamente.."

Clara annuì immediatamente con le mani che sorreggevano il mento.

-"..Mi faceva star bene, con lui ero felice, mi trattava nel miglior dei modi e le mie amiche mi vedevano allegra però un giorno.." Smeralda si bloccò per un istante per prendere fiato ma continuò dolcemente "..mi disse che forse non era in grado di poter continuare quella relazione. Mi feci mille domande senza avere alcuna risposta e mi chiusi sempre di più in me stessa."

-"Aspetta, aspetta, stiamo scherzando? Davvero? Ma come..ti amava, ti coccolava, ti dimostrava di piacergli e alla fine.. perché l'ha fatto?" chiese incredula.

-"Beh erano le mie stesse domande ma non ebbi mai una risposta decente. Mi dissi che non era a suo agio con me e io pensai che il problema principale di quella relazione fossi io."

-"Fossi stata in te l'avrei mandato a quel paese."

-"Facile a dirsi ragazzina, in quel momento non si è mai capaci di fare ciò che la testa dice perché il cuore è in frantumi e per rimettere in sesto pezzo per pezzo è complicato."

-"E tu come l'hai superato?"

-"Sono stata delusa da quel comportamento a tal punto da non rivolgergli più la parola, ero affranta.
Però cara Clara dopo un inverno straziante e cupo c'è sempre la primavera che fa sbocciare ogni fiore presente attorno a te e di possibilità ve ne sono in continuazione se le si sfruttano nel miglior dei modi."

Passarono gli ultimi dieci minuti col pitturare l'ultima parte della parete.
Entrambe avevano fatto un ottimo e soddisfacente lavoro.

-"Bene allora ci vediamo mercoledì prossimo? Magari diamo una ridipinta anche alla parete opposta perché mi sono resa conto che è bisogna cambiare un po'."

-"Mhh..che ne dici anche di questo venerdì? Posso organizzarmi con lo studio e via dicendo."

-"Va bene, va bene te lo concedo.
A venerdì Clara."

-"A venerdì Smeralda." sorrise a trentadue denti la giovane ragazza e uscì contenta dallo studio della sua 'amica'.

Ritornò a casa e si buttò sul letto ma trovò una piccola sorpresina non appena affondò la testa sul cuscino.

-"Ma..che..YAGOOO! VIENI SUBITO QUI."

Ci mancava poco che Clara scoppiasse dalla furia. Il volto ormai rosso fuoco stava per sprigionare una fiamma incessante. Una sorpresa, anzi un invitante odorino non era il miglior dei modi per dare il bentornato alla propria padrona.
Clara si cimentò a raccogliere i bisogni dal pavimento del suo amato cucciolo cercando di mantenere la calma e chiedendosi del perché la madre non l'abbia portato in giro per la sua passeggiata quotidiana.

Scese le scale frettolosamente e quasi inciampava sulla pallina da tennis.

-"Mamma, toccava a te portare fuori Yago data la mia assenza e intanto non è stato così."

La madre le rivolgeva le spalle perché stava preparando del caffè e appena ascoltò le parole della figlia si girò lentamente e le rispose con calma :"Dai piccola, non è successo nulla, prometto di non dimenticarlo."

Clara strinse i pugni e le nocche diventarono completamente bianche dalla furia. Non sopportava quel comportamento soprattutto quando lei cercava di ribaltare la situazione.

-"Che avevi da fare se non alzare il culo per portarlo a spasso?"

Sapete quando nei film horror una persona si gira lentamente per poi rivelare la sua identità spaventosa? Beh quella scena stava capitando ma realmente.

-"Clara, non ti permetto di utilizzare un tale linguaggio nei miei confronti!"

-"Avevi di meglio da fare? Rispondi."

-"Clara, in camera."

-"Ah sì giusto, avvisamelo tramite sms quando troverai un altro uomo abbindolato da te."

Ecco la goccia che fece traboccare il vaso a tal punto da sentire un lieve ma possente rumore che riecheggiava nella stanza.
Anche un solo tocco era per Clara un segno di aggressione, di cattiveria e per lei quell'inutile schiaffo era alquanto significativo.

Corse in camera e si ributtò sul letto e questa volta a farle compagnia c'era il picco Yago che intanto cercava di farsi perdonare ma al contempo era in grado di prendersi cura e di coccolare la piccola e indifesa padrona.

 Trust no one #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora