Capitolo 1

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Jillian's P.O.V

Oggi è il grande giorno.

Sono qui, dinanzi alla mia nuova scuola.
L'ansia che si prende gioco di me e la mia testolina che cerca di combatterla ripetendogli 'smettila tu, dannazione'.

E' un circolo vizioso, visto che non funziona.

Sono passate esattamente tre settimane, quattro giorni e cinque ore da quando mi trovo qui.
Sembra tanto, ma il tempo è volato come un battito di ciglio, ve lo posso assicurare.

Il mio corpo è intriso di eccitazione e angoscia insieme, un mix di emozioni che vi sconsiglio insieme. Almeno se non siete masochisti.

Sono contentissima di stare qui però, a parte l'agitazione e le preoccupazioni questo posto è magnifico. Un oasi quasi. E' stata mia madre a tramandarmi l'amore per la conoscenza di altri luoghi, lei stessa da giovane ha viaggiato molto, conosciuto persone nuove che sono andate e venute. Sono nate amicizie durature e relazioni da una notte e via. Ah si, poi sono nata io. Mia madre mi concepì nel bellissimo viaggio studio con la rotta verso la Spagna.

Lei, studentessa proveniente da Chicago, doveva affrontare gli ultimi esami di lingue, e insieme ad altri compagni di corso, le era stata offerta questa opportunità.
Questa sorta di vacanza sarebbe durata undici giorni.

In meno di una settimana mia madre si innamorò di quel don giovanni di mio padre.

Durante una festa, i due incoscienti si ubriacarono, uno più dell'altro, e si sa come vanno a finire queste cose su,non fate i birichini che avete capito..


Ovviamente essendo brilli da paura non si preoccuparono di utilizzare protezioni...e boom nove mesi e una settimana dopo nacqui io.

Mia madre, ingenua, giovane ed innamorata suppose che tutto sarebbe andato per il meglio.

Non ci aveva azzeccato molto.

Mia madre finì la sua sessione d'esami prima del mio arrivo, riuscendo a trovare un lavoro molto proficuo, la Speaker ,il mio donatore di spermatozoo continuò certo a farsi sentire durante tutta la gravidanza, però dopo la mia nascita anche se non vide mai, da un giorno all'altro sparì.

Inutile dire che mia madre ci rimase di merda. 

Ancora troppo presa da lui, optò per lasciare il suo cognome, decisa che con il mio nome sarebbe calzato a pennello.

La mia genitrice, afflitta da un lato e contenta dall'altro, riuscì a superare questo piccolo ostacolo, continuò a fare il lavoro della sua vita, sue testuali parole, ed io intanto crescevo, sola ma crescevo.

E adesso mi ritrovo a 12074 km di distanza da tutti i miei familiari, pronta a cominciare questa nuova avventura.
Mi trovo qui per uno scambio culturale che mi avevano proposto a fine del quarto superiore per l'inizio dell'ultimo anno, mi è subito sembrata un ottima esperienza da provare considerando anche che un po' di tempo fa decisi che avrei studiato in Australia.. be' anticipare le cose di un anno penso che sia la cosa migliore, cosi che se dovessi cambiare idea sul luogo sarei sempre in tempo a considerare le altre varie opzioni suggeritemi da mia madre.

Per giunta l'Australia mi ha sempre affascinata e non avendo nulla da perdere a Los Angeles decisi di prendere questa possibilità come prova.

Purtroppo mamma non la pensava così.
Si insomma, mi appoggiava sempre in tutto, ma mi sembrò molto riluttante quando le parlai di questo viaggio studio.

Peccato che quando mi impuntavo su una cosa dovevo fare di tutto pur di realizzarla.

Si sono troppo testarda ma questo può avere dei lati positivi giusto? Giusto

Mamma delle volte è troppo protettiva, certo non è come quei genitori appiccicosi che ti stanno sempre con il fiato sul collo, ma quando ci si mette può essere peggio delle cozze.


Non vedevo l'ora di lasciare la California, ho sempre avuto una vita abbastanza monotona ed in più la mia adolescenza è stata un vero e proprio schifo.

Nel corso delle ultime tre estati ho sempre cercato un lavoretto,anche se non ne avevo bisogno, dato che economicamente stavo molto più che bene, ma ho sempre pensato che mi sarebbero serviti per delle evenienze, ed infatti adesso che ci rimugino sopra non sono mai stata più soddisfatta delle precedenti scelte.

Inoltre i miei nonni essendo anche loro avvocati molto conosciuti in California, mi hanno sempre fatto dei regali molto... come dire? Sostanziosi, si ecco è la parola azzeccata. Fatto sta che ovviamente mi sono già trovata un lavoro qui,all'insaputa di mamma ovviamente.

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