Capitolo 9

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Jillian's P.O.V

Quando ero piccola mi ripetevano di continuo che ero una bambina troppo iperattiva e permalosa.
Mia nonna ebbe la geniale idea di regalarmi un libricino per mantenere la calma. Avrò avuto all'incirca 7-8 anni, adesso che ci penso credo che sia stato utile, anche perchè ogni volta che qualcuno mi dava fastidio, con tutta la calma del mondo, estraevo il libro - che portavo puntualmente ovunque con me - e cominciavo a leggerne il contenuto (calcolate che ha circa 30 pagine).

Ovviamente mantenere la calma a volte è davvero difficile, soprattutto quando siamo stressati o arrabbiati, infatti, ci sembra impossibile non perdere il controllo.Anche se un po' di stress nella vita è necessario per stimolare e mantenere allenata la nostra capacità di adattamento psicofisico, permettendoci così  di affrontare i problemi e raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati, il problema però sorge quando lo stress è prolungato e porta con sé agitazione e ansia perenne, rovinando la nostra vita e quella degli altri di conseguenza. 

E allora, come mantenere la calma? Bisogna capire innanzitutto la situazione che stiamo vivendo così da tenerla sotto controllo con tecniche mirate a calmare i nervi: pensare positivo, fermarsi per alcuni secondi, fare lunghi respiri e concentrarsi sui propri punti di forza.

Tutto questo okay è molto poetico e meraviglioso.Ma che cazzo faccio con un ragazzo mezzo morente sul fottuto pavimento del mio nuovo appartamento?

Menomale che credevi sia stato utile leggerlo, ed io che già escogitavo a fartelo bruciare pff..

Ti sembra il momento di scherzare?

Devo pur trovare qualcosa di divertente in questa situazione no?


Idiota.

"Ehi Bryan, riesci ad alzarti?"

 Spero in un si, altrimenti la vedo dura a trascinarlo come un sacco di patate per tutto l'appartamento, per raggiungere il bagno.

"Più o meno." ansima dolorante. Lo aiuto tuttavia ad alzarsi e ci dirigiamo in bagno. Non sono mai stata coinvolta in risse, ma penso che qui sotto ci sia qualcosa di più grande. Qui qualcosa puzza.

"Che ti è successo? Chi ti ha fatto questo? Dove ti fa più male?" lo tempesto di domande facendogli spuntare un sorrisetto misto tra il divertito e l'innervosito.

"Sei sempre così logorroica vero?" Odio quando qualcuno fa cosi, quando ignorano le domande, seppur stupide.

"Non cambiare discorso, odio chi lo fa" gli rivelo,  rivolgendogli uno sguardo torvo, facendolo ridacchiare-tossire "Non sono affari tuoi." lo dice con calma, troppa calma "Chi sei tu e che ne hai fatto di Bryan Anderson?" lo guardo stupefatta e mi lancia un occhiata interrogativa infatti continuo "A quest'ora mi avresti urlato contro" faccio spallucce.

Meglio essere concise e dirette. Batti il cinque Jill.

Non dice niente, rimane in silenzio. Non è da lui.

Adesso si trasforma in un mostro e mi divora, ne sono sicura.

Al massimo si evolve come in Dragon-ball, fa il Freezer della situazione. Dio quanto lo odiavo. Ogni volta che stava per lasciare le penne - colpo di scena - si trasformava in una versione più potente. Menomale che Goku gli ha rotto il culo.

Mi fermo ad osservarlo. Labbro spaccato, con fuori uscita di sangue, qualche graffio sulla guancia sinistra.

Le braccia -prima fasciate da una felpa- adesso sono libere dal tessuto, muscolose, toniche con qualche livido sparso per tutta la lunghezza dell'arto.

Sospiro, cerco tra i vari medicinali fino a trovare del cotone, bende e disinfettante.
Chiedo con lo sguardo il permesso e annuisce - anche se impercettibilmente - lo fa.

Lo faccio sedere sul bordo della vasca da bagno, gli faccio divaricare le gambe per mettermi in mezzo -credo che la mia temperatura corporea stia aumentando a lungo avvenire.

Comincio passandogli il medicinale su quelle labbra perfette, adesso rovinate da quel piccolo squarcio. E mi chiedo come sia assaporare quella bocca.

Continuo a massaggiare per tutte le braccia, e ogni volta sussulta e geme dal dolore quando tocco un punto più dolorante. Cerco di non guardarlo con compassione, nessuno vorrebbe essere guardato così.

Non mi ero accorta della vicinanza. Gli sto praticamente in braccio.
Alziamo contemporaneamente lo sguardo. Due sfumature così limpide, una tormentata, l'altra troppo ingenua, che si scontrano e si mescolano come colori.
Si avvicina cautamente - come se stesse sondando il terreno - siamo ad un millimetro dal sfiorarci.

Hernàndez muovi quel culo e spostati,ti ricordo che lo conosci da meno di 2 settimane.Perchè ti devo salvare in continuazione il culo?


Ringrazio per la seconda volta di fila quella odiosa vocina nella testa e mi sposto all'indietro.

Tossisco arrossendo. Il mio cervello sta analizzando la situazione.

Abbiamo da un lato un Bryan, triste ed arrabbiato per essersi fatto sfuggire l'occasione.
E poi ci sono Io, che si sta maledicendo per essersi tirata indietro.
Adoro l'Australia.

Il moro si schiarisce la gola "Ehm, io dovrei andare, insomma grazie per quel che hai fatto" evidenzia quel 'grazie' facendomi capire che gli costa tanto ammettere quel che ha appena detto.

"Non ho fatto niente di cosi eclatante, ma non posso permetterti di farti andare via, penso dovresti rimanere qui per oggi, a meno che tu non voglia morire per strada!" so di essere molto convincente.
Come sviare situazioni imbarazzanti by Jillian Hernàndez.Dovrei scriverci un libro. Andrebbe subito a ruba.

Annuisce solamente, decido di lasciare il bagno.
Questo contesto è simile ad una fan-fiction che ho letto. Peccato che non siamo in un libro dove tutto comincia di merda e finisce con tremila bambini due poni e chi più ne abbia più ne metta.

Questo non era esattamente il pomeriggio che mi aspettavo. Ma è di sicuro... particolare.

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