Capitolo 7

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Bryan's P.O.V

Mi sto maledicendo mentalmente per non essere rimasto a casa con la brunetta.
E' così cocciuta. Mi fa innervosire.

Ne abbiamo già parlato caro Bryan, la tua soglia di sopportazione di questi tempi è davvero molto bassa.

Non è colpa mia, in questo ultimo periodo Bobby mi stressa parecchio, e anche se ho bisogno di soldi ho anche i miei cazzi a cui pensare. Ma poi perchè mi sto giustificando con te. Sono io che decido qui.

Scuoto la testa ripetute volte per scacciare i pensieri che mi tormentano. Sono venuto qui per divertirmi un po', ma per ora non è stato niente di cosi spassoso, a questo punto preferivo rimanere in quell'appartamento e continuare a fissarla solo per crearle ansia e fastidio. Che bastardo che sono.
Mi spunta un sorrisetto spontaneo pensandoci, ma mi muore subito lasciando spazio ad un ghigno arrabbiato - che dico, furioso - che cazzo ci fa questo figlio di puttana qui?

Eccolo signori, il più malvagio, crudele e sleale personaggio che vuoi possiate incontrare nella vostra patetica vita:Thomas - figlio di puttana - Till.

Pensavo che fosse ancora negli U.S.A - evidentemente - nessuno mi ha messo a conoscenza di questa rimpatriata.
Mi viene voglia di spaccargli - di nuovo - il fottuto muso.

Se ve lo stesse chiedendo, ha fatto saltare qualche mio incontro ed io e alcuni miei amici gliele abbiamo date di santa ragione, tanto che l'abbiamo fatto fuggire a gambe levate dall'altra parte del mondo.

Mi guardo in torno: gente che balla senza ritegno, coppie ubriache che si divertono e di Susan e la sua bocca da troia non se ne vede nemmeno l'ombra.

Sarà già occupata.

Ho proprio bisogno di distendere i nervi e cosa c'è di meglio di una sveltina veloce veloce?
Non mi ci vuole molto,infatti trovo una ragazza - mi pare si chiami Emery - disposta a farmi un pompino. Meglio di niente.

La conduco nel lurido bagno di questa casa, e senza spiccicare parola sta già all'opera.
Ottimo, ragazza di poche parole, meglio così.

Dopo molto riesco a venirle in bocca. Ci ha messo una vita a farmi 'eccitare' ed in più ha fatto schifo. Mai ricevuto un lavoro di bocca peggiore. 

Scendo rapidamente le scale. Ho voglia di bere.
Mi dirigo verso la cucina e prendo una vodka liscia, per poi lasciare la casa e spostarmi in giardino, dove decido di finirmi l'intera bottiglia, sotto gli sguardi giudiziosi delle stelle.


Jillian's P.O.V

Sabato.
Sabato= sesto giorno della settimana, compreso tra il venerdì e la domenica, il nome deriva dall'ebraico shabbat ovvero giorno di riposo.

E allora qualcuno mi spiega perché diamine mi chiamano al telefono? Per giunta alle 8:10 di mattina..
"Pronto" apro la chiamata con voce impastata

"Pronto tesoro, come va? Mi hai chiamata pochissimo questi ultimi giorni." mi accusa anche se con un tono giocoso, mia madre.
"Mamma ti rendi conto che sono solo le otto del sabato mattino? E sai benissimo che il mio cervello non connette mai prima delle dieci.'' sputo acida, senza segni di divertimento - per poi continuare - "E comunque sei tu che l'ultima volta mi hai liquidata come se non fossi neanche tua figlia, quindi non farmi la predica." mi addolcisco un poco.

"Mia cara Jillian, il tuo cervello è raro che connette quindi non inventare fandonie" risponde sarcastica, quella santa donna per poi continuare "e poi dovetti attaccare poiché avevo un mh- appuntamento lavorativo ed ero già abbastanza in ritardo."

"Sarà..." sospiro.
Mi racconta un po' come vanno le cose e stiamo più o meno 10 minuti al telefono, poi decido di attaccare e di alzarmi. Ormai non mi riaddormenterò più, tanto vale prepararsi una bella tazza di caffè fumante.

Percorro il corridoio freddo per poi ritornare su i miei passi, decido di andare a controllare se Annabel e Brad ieri sera sono tornati. Non penso sia un problema se busso. Oh magari gli do fastidio. Magari li trovo nudi. Oddio non voglio bloccarmi la crescita.

Decido di farmi gli affari miei e di andare direttamente in cucina,che sporge a sua volta sul salotto.
Trovo un post-it sul frigo:

Ciao Jill, ti scrivo per avvertirti che ieri sera abbiamo accompagnato qui Bryan, che era ubriaco fradicio e poi, io e Brad abbiamo deciso di andare a casa sua.  Ci vediamo sul pomeriggio tardo.

Baci.-Annabel & Brad

Quindi quella specie di cavernicolo pompato si trova qui.

Mi affaccio dalla cucina e trovo - per mia fortuna - il divano con le coperte disfatte, segno che ne è andato.

"Menomale" esclamo vittoriosa.

"Buh!" mi urla una voce all'orecchio facendomi urlare a mia volta, peccato per la persona alle mie spalle, e di conseguenza mi rigiro sferrando un pugno allo stomaco del mio 'assalitore'.

Grazie corsi di autodifesa e tutorial su YouTube.

Solo dopo mi accorgo che si tratta di Bryan. Ops.

"Ma che cazzo! Per essere mingherlina hai un sinistro da paura." dice noncurante - e con le mani a tenersi lo stomaco -  di avermi appena fatto avere un arresto cardiaco.

"Tu sei un fottuto pazzo" sbotto per continuare poi "pensavo te ne fossi andato per non tornare ieri sera." lo trucido con lo sguardo.

Gli passa davanti a gli occhi un velo di malinconia, ma poi si ricompone "Già ma ieri avevo voglia di spassarmela e visto che il mio migliore amico Brad ci tiene troppo alla mia salute, e alla sua voglia costante di scopare, mi ha fatto venire qui." mi sorride. E che sorriso ragazzi.
Solo adesso mi accorgo che non indossa la maglietta.
Gli fisso insistentemente il petto, avrà all'incirca 7-8 tatuaggi su di esso. Lui tossisce richiamando la mia attenzione.
Che figuraccia!

Sento la mia pelle andare a fuoco. Che qualcuno mi uccida.

Abbasso lo sguardo istintivamente, torturandomi le pellicine delle mani, orribile vizio che ho dagli albori della mia vita.
Accorgendosi del mio disagio  - credo - mi sorpassa, con quell'odioso sorrisetto strafottente in volto e va a recuperare la maglietta.

Espiro profondamente. Mi sembrava di non respirare.
Mi giro e vado verso i fornelli per completare l'obbiettivo mattutino: fare il dannato caffè.

Perchè mi sento cosi agitata?

Forse perché è l'unico ragazzo che nell'arco di 18 anni di vita che ti abbia parlato?

Ti odio.

Lo sento. Sento il suo sguardo bruciare sulla mia schiena.
"Ehm, hai fame?" chiedo cortesemente accompagnando la mia domanda con un sorriso.
"Nah, sto apposto." annuisco incerta e mi verso il caffè nella tazza, senza zucchero.
Mi siedo sullo sgabello dinanzi a lui e comincio a sorseggiarlo. Troppo caldo.

"Certo che ieri sera saresti potuta venire con noi, Annabel non la smetteva di commiserarsi per averti lasciata sola" mi spunta un sorriso, sono contenta del rapporto che si sta creando tra noi due.

"Non sono una tipa da feste" scrollo le spalle, sincera. Non mi sono mai piaciute. L'ho ribadito più volte.
"Non bisogna essere 'tipo da festa' chi ti mette in testa queste stronzate" mi sfotte e lo incenerisco con lo guardo.

"Non mi andava e basta." la butto li.
"Secondo me sei troppo frigida"
"E tu un cavernicolo"
"Acida"
"Stronzo"
"Touchè, mademoiselle'' a quel punto scoppio a ridere. Che bel accento che ha.
Quando frequentavo la mia vecchia scuola, scelsi il corso di francese perchè mi ispirava.
Non c'è bisogno di dire che si è rilevato una catastrofe. Un vero e proprio dégoût. (schifo)

Riprendo la tazza per finire la mia adorata bevanda ma mi viene strappata dalle mani.
Bryan se la prende comoda - finendomela - e guardandomi compiaciuto.
Stronzo.

"Avevi detto di stare apposto. Non mi pare stare apposto bersi metà tazza di caffè di un'altra persona!" lo guardo più male che posso.
"Sei sempre cosi bisbetica?" cambia argomento snobbandomi.
Sto per ribattere quando mi fa cenno di non rispondere.

Decido di andare a vestirmi - non prima di riferirglielo - raggiungendo la mia stanza, prendo alla rinfusa le prime cose che trovo.Vado in bagno per aggiustare la coda - rovinatasi durante la notte - e torno di nuovo in salotto.
Vuoto. Arido.

Le balle di fieno rotolanti farebbero invidia al Kansans.
 
Trovo un altro post-it:

Mi hanno mandato un messaggio urgente e sono dovuto scappare. Grazie del caffè.
-B. 

E' decisivo:odio i post-it.


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SALVE GENTEEE
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OVVIAMENTE SI STA ANCORA FORMANDO QUINDI TEMPO AL TEMPO

BACIIII

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