Capitolo 27

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Bryan's P.O.V

Sono preoccupatissimo.
Sono ore che cerco Jillian disperatamente,dopo aver tirato occhiatacce alla madre,sono corso immediatamente fuori casa.
L'immagine della mano abbronzata che collisione sulla pallida guancia mi lampeggia nella mente.
Mi sono ricordato delle violenze domestiche da parte di mio padre.

Ho avuto un attimo di shock.
E' stato anche da codardi non intervenire,ma in quel momento avevo paura.
E non me ne vergogno.
Avevo fottutamente paura di quel che poteva succedere.

I ricordi nitidi che si stavano cancellando da..da quando era arrivata Jill in quella dannata scuola.
Odio ammetterlo,e so che sono incoerente,ma quella ragazza mi sta facendo davvero affezionare.Non dovrei.Non dovrei,cazzo.
Ed è dura da riconoscere,lo so.
Ma non riesco a vedere me,tra una settimana,un mese senza di lei.

Ho provato amore,prima di lei.
Ma non un amore vero.Quello asfissiante,quello che ti corrode dentro insieme alle gelosia.
L'ultima volta che ho provato queste emozioni così forti erano nei confronti di Angie.

Ma forse solo adesso mi rendo conto che,di forte non c'era un accidente.

Ed ancora una volta avevo paura.
Paura di rimanere solo.Solo ancora una volta,a lottare contro paure e problemi.Senza nessuno accanto.
Che lo meritavo,questo nessuno lo sa.Solo lì,in cielo,se c'è davvero qualcuno che ci guida e ci guarda.

E sono ancora qui.Ormai sotto la cascata di neve gelida,ad urlare il suo nome,senza però nessun richiamo.




Jillian's P.O.V

Sento dei rumori,ma sinceramente ho paura di aprire gli occhi.
Sento la bile che fa su e giù e mi passano gli eventi di ieri sera davanti a gli occhi.

Il ragazzo di mamma,la cena,lo schiaffo ed io che corro fuori.

Be' cazzo,sicuramente è il Natale più emozionante mai passato.

Sento il - sicuramente - pavimento duro e polveroso sotto il peso del mio corpo.E' una sensazione orribile.Mi viene da piangere.

I biglietti stavolta non mentivano.
Dicevano che avrebbero fatto qualcosa presto ed ecco qua.

Ma,o io sono stupida o non so,spero davvero che sia tutto uno scherzo.
Non ho collegamenti,non ho niente di niente.
Chi mi vuole fare del male?

E chi era quel tizio il giorno della rapina in quella banca?

C'entra qualcosa in tutto questo casino?
E Bryan?C'entra qualcosa pure lui?

Che sia immischiato in qualche affare losco?
Non penso,me ne avrebbe parlato,giusto?

Dei passi riecheggiano per la stanza.
Delle voci grevi mi fanno agitare ancora di più.
Cerco di deglutire il meno rumorosamente possibile.

''Svegliati'' sento delle mani callose e possenti alzarmi.

Cos'è tutta sta confidenza?

Stanno ad ascoltare a te,'sti scimmioni.

Evidentemente,i due uomini,agitati preferiscono le maniere forti,ed infatti mi riscuotono come un sacco di patate.Delicatezza zero.

Apro gli occhi e non mi ritrovo due uomini,ma ben cinque.
Due di questi hanno gli stessi lineamenti.Alti,biondi,con occhi scuri.
Gli altri due il contrario,tranne per l'altezza.
L'ultimo invece è abbastanza vecchio.
Credo che abbia più o meno su i settanta anni.

''Chi siete?'' la mia voce riesce a non vacillare.

Si scambiano degli sguardi gelidi e pieni di risentimento.

''Tra meno di mezz'ora portatela nel mio ufficio,adesso fornitele del cibo caldo'' dice il più anziano,con una punta di sollievo negli occhi.Poi se ne esce con i tizi biondi a camminargli dietro,stile cagnolino.
Tipico.

I ragazzi dalla carnagione olivastra avranno di o no vent'anni,così giovani,ed immagino,già così pieni di guai.

***

Dopo aver praticamente guardato il piatto per la mancanza di fame,gli stessi ragazzi mi hanno guidato verso l'ufficio/biblioteca.

Da quel che ho intuito,questa deve essere una di quelle ville stratosferiche munite di vista mare.
Il rumore delle onde difatti si fa sentire questa sera.

Quanto tempo sarà passato?
E' impossibile un giorno vero?
Mi avrebbero cominciato a cercare presto.
Ne sono sicura.
Bryan farà di tutto per trovarmi.


Con una camminata per niente decisa arrivo dall'anziano signore.
Il suo ufficio,se è degno di chiamarsi tale,dato la relativa grandezza,è scuro e tetro.Come mettere ad agio le persone proprio.

Il signore dai capelli bianchi mi osserva e finalmente si decide a parlare: ''Come avrai ben capito mia cara Jillian Hèrnandez,ti abbiamo prelevata per un motivo abbastanza serio'' dice dolcemente.
Devo aver paura per il tono o per l'aspetto?
No perchè mi inquieta e non poco.

''Chi sei'' pongo di nuovo la domanda di poco fa,bramando una risposta,questa volta.

''Io sono tuo zio,Pablo Hernàndez,ed ho bisogno di te.''


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Queste rivelazioni o m g 
Comunque ben venuto ad uno dei personaggi principali!

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