18.Incontri alla Yale

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Entro nella stanza che mi è stata assegnata e poso le valigie accanto al letto vuoto, visto che il secondo ha molti pupazzi di peluche sopra la trapunta viola. Chissà come sarà la mia compagna di stanza.
Mi guardo attorno e noto che la stanza è enorme: due letti, due armadi, due scrivanie, due librerie. Le pareti sono bianche, il pavimento è ricoperto da parquet di noce, il mio letto è coperto da una trapunta verde e ai piedi del letto c'è un tappetino bianco.
Mi avvicino alla finestra e guardo il cortile interno dei dormitori femminili. Ci sono tante ragazze di tutte le età, altezze e colori.
Prendo il telefono e decido di chiamare prima di tutto mio fratello, poi mio padre ed infine le mie amiche.
《Sei arrivata? Stai bene? Hai bisogno di qualcosa?》Caleb mi bombarda di domonde prima che possa dire qualsiasi cosa.
《Caleb, stai calmo!》rido《Sono arrivata e non ho bisogno di niente.》lo rassicuro.
《Non stai bene, vero?》sospira.
《No, per niente.》
《Ti voglio bene, lo sai questo?》
《Anch'io ti voglio bene fratellone.》
《Fai la brava. Per qualsiasi cosa chiamami.》
《Ci sentiamo.》stacco per poi chiamare gli altri che mi fanno le stesse domande: stai bene? Hai bisogno di qualcosa?
Comincio a sistemare la mia roba nella parte della stanza che mi è stata data per qualche ora, fino a quando la porta della stanza non si apre, facendo entrare una ragazza tutta sorridente ed un ragazzo.
《Non mi avevi detto di avere una nuova compagna di stanza.》il ragazzo mi indica. È alto all'incirca come Nicholas, capelli castano scuro, occhi marroni, braccia muscolose messe in risalto dalla maglietta a maniche corte.
《Ciao.》li saluto.
《Tu devi essere la ragazza del concorso!》la ragazza mi squadra dalla testa ai piedi mentre il sorriso le si spegne ed io faccio lo stesso con lei. È un po più bassa di me, occhi e capelli neri come il carbone, corpo snello.
《Esatto. Piacere, sono Amanda.》le porgo la mano ma lei non la stringe.
《Te ne andrai in meno di una settimana piccolina. Nessuno riesce a sopportarmi.》apre la porta del bagno e si chiude dentro.
Già le sto simpatica, mitico.
《Fa così con tutti, ci farai l'abitudine.》mormora il ragazzo《Comunque io sono Jonathan.》mi porge la mano e io gliela stringo.
《Piacere, io sono Amanda.》cerco di sorridere《Ti dispiace se continuo a..》
《No, tranquilla. Sistema con calma.》si siede sul letto della mia compagna di stanza di cui non so praticamente nulla.
Comincio a mettere alcuni miei libri nella mia libreria, sistemo le valigie in un angolo della stanza e poi prendo il regalo che i miei amici mi hanno fatto in aeroporto, mettendolo sulla mia scrivania.
Guardo Nicholas in quella foto: chissà se avrà trovato il biglietto che gli ho lasciato e chissà se ha letto la lettera. Non lo saprò mai.
《Di dove sei?》la voce di..come ha detto che si chiamava? Ah, sì, Jonathan. Beh, la sua voce mi risveglia.
《San Francisco.》rispondo secca mentre mi giro a guardarlo. È disteso sul letto della ragazza, con un braccio sotto la testa e gli occhi chiusi.
《Sei una di poche parole?》mi guarda.
《Si può dire.》mormoro distendendomi sul mio letto.
Sentiamo la porta del bagno chiudersi e vediamo comparire la ragazza dai capelli neri.
《Chi sei?》chiede bruscamente.
《Amanda Edwards Brown.》la guardo《Tu?》
《Britney Jonas.》sposta i capelli scuri su una spalla.
《Io vi lascio fare amicizia...》il ragazzo sparisce in una frazione di secondo.
《Fottiti Davis!》gli urla dietro mentre la porta sbatte.
《So di non starti simpatica, ma..》
《Zitta.》accompagna il tutto con un gesto della mano《Meno parliamo, meglio è.》
《Per chi? Per me o per te?》incrocio le braccia al petto.
《Per te, ovvio.》alza gli occhi al cielo《Comunque, meno mi dai fastidio, meno io darò fastidio a te.》mi comunica.
《In segreteria mi hanno detto di chiedere a te di farmi fare un giro della scuola...》la informo《Lo facciamo ora?》
《Quanti anni hai? Tredici?》si lamenta. Mi adora proprio.
《No, diciassette. Quasi diciotto.》
《Muoviti.》apre la porta e mi invita ad uscire. Prendo il cellulare dal letto e la seguo《Cosa sei venuta a studiare alla Yale?》chiede un po meno scocciata.
《Arte.》camminiamo per il lungo corridoio dalla moquette verde scuro《Tu cosa studi?》
《Legge.》chiama l'ascensore《Sono al primo anno.》aggiunge.
《Bello.》tengo le mani nelle tasche della felpa mentre guardo le porte dell'ascensore e aspettando che si aprano《Tu quanti anni hai?》
《Diciannove, quasi venti.》entra nell'ascensore e io la seguo《Di dove sei?》
《California, San Francisco. Tu?》stiamo cominciando a fare uno straccio di conversazione: facciamo rapidi progressi.
《Minneapolis, nel Minnesota.》l'ascensore scende.
Quando arriviamo al piano terra del dormitorio ed usciamo nel cortile, mi sento catapultata in un mondo nuovo.
Ci sono studenti di tutte le età, parlano, ridono, studiano, entrano ed escono dai dormitori.
《Ci farai l'abitudine con tutto questo casino.》Britney cammina verso una meta a me sconosciuta. Cammina velocemente, come se volesse togliersi dalle scatole la mia presenza il più presto possibile e non la biasimo. Anch'io voglio starle lontana perché non è la persona più simpatica del mondo《Visto che farai arti, penso che questo sia uno dei posto che ti interesserà di più: il laboratorio di pittura, scultura e arti plastiche.》il mio telefono prende a squillare.
Nicholas.
Cosa faccio? Gli rispondo o rifiuto la chiamata? Ma perché mi chiama? Che abbia letto la lettera?
《Ti decidi a rispondere?!》sbuffa la mia accompagnatrice.
《Sì, scusa.》decido di non rispondere. È meglio per entrambi mettere fine per sempre a questa storia. Forse comincerà ad odiarmi d'ora in poi, mi dimenticherà e forse io potrò fare lo stesso.
《Ti porto a vedere lo Starbucks del campo. La mattina tutti hanno bisogno di un ottimo caffè.》
《Sì, hai proprio ragione.》ricaccio il telefono in tasca e la seguo《E in quanto tempo dicevi che me ne andrò dalla nostra stanza?》
《Massimo una settimana.》mi guarda《Vuoi dimostrare che riuscirai a resistere a Britney Jonas?》mi prende in giro.
《Se riesco a resistere più di una settimana, diventerai un po meno acida nei miei confronti?》
《Io sono acida con tutti. È la mia natura.》
《Con quel ragazzo ridevi prima di entrare in camera.》le faccio notare.
《Con lui è diverso. Siamo simili.》abbassa lo sguardo sui suoi stivaletti《Ma a te non deve importare niente.》la sua acidità ritorna.
《Ok. Scusa.》decido di tacere mentre intravedo lo Starbucks del campus.
《Hey Britney, ti sei fatta un'amica?》domanda una ragazza che mi ricorda vagamente Viola per il suo modo di parlare e camminare. Britney stringe i pugni e guarda avanti, continuando ad andare verso l'entrata dello Starbucks《Tu,》mi indica quella ragazza che ha richiamato la mia compagna di stanza《se la sopporti significa che sei ancora più strana di lei.》
《Niente sarà mai più strano di quelle scarpe che stai indossando.》indico le sue scarpe con il tacco che hanno la testa di un orsetto di peluche attaccato alla punta. Entro nel bar, lasciandola completamente allibita.
《Questa mi è piaciuta.》mormora Jonas andando verso la cassa《Vuoi qualcosa? Offro io.》
《Un cappuccino, grazie.》
《Siediti da qualche parte. Arrivo subito.》mi siedo ad uno dei tavoli liberi e la aspetto. Il mio telefono squilla ancora una volta: Nicholas.
Rifiuto la chiamata e compongo il numero di Cristina, la quale risponde subito.
《Ciao Amy! Successo qualcosa?》
《Mi chiama.》sussurro《Perché mi chiama?》mi guardo intorno.
《Secondo te?》mormora a sua volta. Oh, ha letto la lettera. Perché Cris non me ne ha parlato quando l'ho chiamata al mio arrivo?
《Ma tanto lui non mi ama.》sospiro mentre il cuore mi si spezza ancora.
《Vuoi che ti racconti ciò che è successo?》
《No, non ora. Magari tra qualche tempo.》vedo Britney avvicinarsi.
《Come vuoi Amy. La tua compagna di stanza l'hai conosciuta?》
《Sì, l'ho conosciuta. Credo di starle antipatica.》
《Vi siete appena conosciute, è normale.》
《Non tutte sono come te.》sorrido.
《Modestamente.》si vanta《Ora devo andare Amy. Ti spiace?》
《No, vai tranquilla. Ciao Cris.》
Britney mette il mio cappuccino ed il suo frappe sul tavolo, per poi sedersi.
《Grazie mille.》le sorrido.
《Prego.》prende a bere la sua bevanda《Comunque, come hai ben capito, qui mi considerano tutti strana. Tutti tranne Davis.》
《Ti hanno messo un'etichetta senza conoscerti. So come ci si sente.》bevo un sorso del mio cappuccino.
《Lo hai fatto anche tu?》
《Non ti conosco e non posso dire nulla di te.》le rispondo.
《Loro qualcosa sanno.》mormora ma io decido di non chiedere nulla.
Spero di riuscire ad andare d'accordo con questa ragazza dagli occhi scuri, un giorno o l'altro.

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Ciao! Spero che il capitolo non abbia fatto eccessivamente schifo. Alla prossima❤

Need Us 2 ||Wattys 2018||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora