Capitolo uno

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«Annabel vai su con tua sorella, questa sera la favola te la legge lei perché io devo andare al lavoro. Va bene?»
«Sì mamma.»
«Jude, mi hai sentita?» La ragazza era comodamente sdraiata sul divano, stava mangiando dei pop corn in compagnia di uno dei suoi film preferiti.
Sua madre la stava chiamando ormai da cinque minuti, ma Jude non la sentì. Aveva gli occhi spalancati, lo sguardo rimase fisso su Leonardo DiCaprio per un po', fino a quando qualcuno non si posizionò proprio davanti al televisore, coprendo la scena finale.
«Ehi!» Protestò la ragazza con aria di disapprovazione.
«Jude Elisabeth, ascoltami per una buona volta!» Victoria si avvicinò alla figlia con le mani sui fianchi. «Hai capito quello che ho detto?» Jude si mise seduta e mangiò un pop corn, scosse la testa lentamente. Sua madre sbuffò e le strappò di mano il pacchetto. «E smettila di mangiare queste schifezze!»
«Le sto mangiando per una buona causa, vuoi o no che tua figlia si senta meglio?»
Ella si alzò e cercò di afferrare il suo pacchetto dalle grinfie della madre, ma lei spostò il braccio. «Mamma!»
«Jude, sei peggio di tua sorella.» La bambina aveva occupato il posto di Jude sul divano e si mise a ridere.
«Annabel, smettila di ridere altrimenti...»
«Altrimenti niente. Stasera vado al lavoro.» Victoria sparì in cucina, posò il pacchetto di pop corn sul tavolo, e ritornò in salotto raccogliendosi i capelli in una coda. «Mi dispiace per quello che è successo con Harry, ma adesso devi pensare ad Annabel. Deve andare a letto e tu le leggerai la fine della favola.» Disse la donna stampando un bacio sulla fronte della bambina, seduta sul divano. «I numeri di emergenza sono sul frigorifero, se hai bisogno di qualcosa puoi chiamarmi» continuò.
«Mi devi un sacco di favori. Sai, avevo pensato che forse mi servirebbe un telefono nuovo.»
«Grazie, domani ne riparliamo.» In men che non si dica Victoria era già uscita ed aveva chiuso la porta a chiave, Jude sbuffò e spense la tv. Annabel stava fissando la sorella maggiore, che si avvicinò a lei e le scompigliò i capelli.
«Forza, a letto.»
Jude porse la mano alla bambina, che l'afferrò, salirono le scale insieme ed entrarono nella camera di Annabel, "il ripostiglio" lo chiamava Jude. «Devi finire di leggermi Cenerentola.»
«Non vedo l'ora» disse Jude sarcastica. Annabel, intanto, balzò sul letto e si fece rimboccare le coperte dalla sorella, che prese il libro dal comodino e si sedette ai piedi del materasso. Guardò per un po' la copertina di quel libro di favole ormai consumato dal tempo, lo girò più volte tra le mani e fece una faccia disgustata.
«Cosa c'è? Non ti piacciono più le favole?»
«No.»
«Perché?»
«Magari fosse tutto vero, Annabel. Sono tutte cazzate queste.»
«Non è vero!»
«Tu non ne sai niente della vita, quella vera. Il 'vissero per sempre felici e contenti' non esiste, è la balla più grande che abbia mai sentito.»
Jude appoggiò con violenza il libro sul comò e si alzò di scatto. Sapeva che le sue parole erano troppo per una bambina, eppure non era riuscita a controllarsi. Rabbia e delusione l'avevano completamente portata ad una situazione che non avrebbe mai voluto raggiungere. I suoi occhi azzurri si posarono sul viso corrucciato della sorellina, che posò una mano sugli occhi. Non voleva piangere, non in quel momento, ma le lacrime iniziarono a rigarle la pelle secca delle guance.
«Scusami piccola.»
Jude si precipitò di fianco alla bambina, che si fece coccolare per un po'. Le due sorelle rimasero nel letto insieme, sotto le coperte, in un silenzio fastidioso.
«Harry non verrà più qui?» chiese Annabel all'improvviso. Sapeva che probabilmente non sarebbe più tornato, d'altronde era stata lei a lasciarselo scappare, ma le bastava già la sua malinconia, non voleva intristire ancor di più la bambina.
«Certo che verrà ancora a trovarti, stai tranquilla. Ora però dormi.» La ragazza posò un bacio sulla guancia di Annabel, spense la luce ed uscì lentamente dalla camera, trascinando i piedi. Si fermò in mezzo al corridoio e scoppiò a piangere, il pensiero di Harry la tormentava ormai da due giorni. Pensava continuamente alla sera in cui lo vide baciarsi con una ragazza, a quella maledetta festa a cui nemmeno voleva andare. Si appoggiò al muro e si fece scivolare a terra dove si accasciò, mettendo il viso tra le ginocchia.
Harry aveva provato a contattarla in qualsiasi modo possibile, ma la delusione era troppo grande, non aveva più intenzione di rivedere quel ragazzo, anche se, nonostante tutto l'amava. Un amore che, forse, era destinato a finire proprio quel giorno.
Le lacrime scendevano lentamente sul suo volto. Qualcuno suonò il campanello. Jude non voleva scendere, almeno non in quello stato, ma il campanello continuò a suonare imperterrito. La ragazza guardò il suo orologio, erano le nove. Si alzò e mentre scendeva le scale, si asciugò il viso con la manica della sua felpa rossa. Arrivò davanti alla porta e si guardò allo specchio cercandosi di sistemare, poi aprì.

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Aspetto qualche vostro parere.
Tanti bacini

Non lasciarmi andareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora