Capitolo due

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«Jude.»
Una voce roca giunse alle orecchie di Jude che spalancò gli occhi. Conosceva bene quella voce, Harry. Alzò lo sguardo e vide due occhi color smeraldo. Lui non fece nemmeno in tempo a finire la frase che la ragazza cercò di chiudere la porta, ma purtroppo senza alcun risultato. Il piede lungo di Harry si era già in filato in casa, bloccando la porta di legno scuro. Jude si allontanò ed una massa di capelli ricci entrò nell'appartamento.
«Che cosa vuoi?» chiese cercando di mantenere lucidità. Incrociò le braccia ed aspettò che fosse lui a scusarsi, a chiarire la situazione che evidentemente faceva stare male entrambi.
«Che cosa voglio?! È da due giorni che sei sparita, non rispondi alle mie telefonate o ai miei messaggi e per di più ogni volta che sono venuto qui tua madre mi ha detto che non c'eri.»
«Perché mai avrei dovuto vederti?»
«Perché ti devo parlare.»
«Ah sì? E di cosa hai intenzione di parlarmi? Del tuo bacio con quella?» La mora iniziò a camminare avanti e indietro davanti ad Harry. L'agitazione e la rabbia ormai le avevano fatto perdere il controllo. «Su dimmelo, l'hai anche scopata, vero?»
«Ero ubriaco.. E poi è stata lei, non io!» Jude sorrise, come se quelle false ed inutili scuse le avessero fatto il solletico. Le sembrava un bambino, che tentava di nascondersi dietro a filo. Non poteva giustificarsi così.
«Sai Harry, pensavo davvero che fossi diverso dagli altri. Mi avevi quasi convinta e invece ora mi hai fatto capire che sei proprio come tutti i ragazzi. Quindi ti ringrazio, Harry. Grazie per avermi fatta accorgere in tempo che tu fossi un completo idiota.»
«Ma pensi davvero che ti abbia potuto fare una cosa del genere se fossi stato sobrio?»
«Che ragionamento del cazzo.»
Harry guardò la sua Jude, scrutò ogni parte di lei, il viso, il mento, le labbra, la fronte. Non si staccò dai suoi occhi. Restò lì e ci si infilò dentro, come se fosse scavando nei pensieri per ricordare a Jude i bei momenti passati insieme, ma lei abbassò lo sguardo per prima. Non aveva intenzione di ricorrere ai ricordi per rattoppare quell'enorme distacco che si era creato tra i due.
«È meglio che tu vada ora.»
«Jude, ti prego» Harry cinse le braccia attorno alla vita di Jude e cercò di darle un bacio, ma lei si scansò porgendo le mani in avanti. «Io ti amo. Ti prego credimi.»
Gli occhi della ragazza iniziarono ad inumidirsi. Stava per piangere, la voce le si ruppe in gola ma, dopo aver fatto un respiro, riuscì finalmente a cacciarlo fuori.
Dopo quella sera le chiamate di Harry non cessarono e costrinsero Jude a spegnere il suo cellulare per un paio di giorni. Si era stancata delle bugie, dei tradimenti. Era semplicemente esausta di tutto. Non voleva sapere più niente di quelle stronzate. Anche se, in cuor suo, non smise mai un secondo di pensare al ragazzo che, nonostante quello stupido bacio, amava più di qualsiasi altra cosa al mondo. Ed era proprio l'amore che provava verso di lui a fermarla; forse l'amava troppo.

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«Jude?» Annabel si avvicinò al letto della sorella maggiore e la scrollò cercando di svegliarla. «Jude, sveglia.»
La ragazza grugnì girandosi dall'altro lato ed aprì gli occhi lentamente, grattandosi la testa.
«Cosa c'è?»
«Mamma è andata via.» Jude la guardò dalla testa ai piedi. Tossì un paio di volte per rischiararsi la voce impastata dal sonno.
«Arriva al punto, Annina.»
«È successa una cosa in salotto.»
«Cos'hai combinato questa volta, piccola peste?!»
La mora si trascinò fuori dal letto e senza nemmeno infilare le ciabatte, seguì la sorellina fino al salotto. «Sappi che questa volta non mi prenderò la colpa com'è successo un paio di settimane fa» farfugliò Jude mentre scendeva le scale a piedi nudi. Stava per entrare in salotto ma Annabel la fermò prima di farle mettere piede nella stanza. «Aspetta!»
«Cosa c'è?»
«Forse prima dovresti sistemarti quel cespuglio che hai in testa.»
Jude alzò gli occhi al cielo e si toccò i capelli prima di scansare Annabel dalla porta. Quando vide ciò che sua sorella aveva combinato spalancò la bocca. Si guardò intorno, con gli occhi pieni di lacrime, era stato Harry, ne era sicura.

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Spero vi piaccia, a presto.

Non lasciarmi andareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora