As you wish

2.5K 224 19
                                    


MARIO

"Mario? Sei tu?" la voce di Claudio mi era arriva dritta alle orecchie non appena avevo chiuso la porta di casa. La sentivo attutita, probabilmente perché veniva dalla nostra camera. Infatti una volta entrato nella stanza lo avevo trovato già sotto le coperte, rannicchiato con il cellulare in mano.

"Dormi di nuovo con me?" aveva chiesto immediatamente, non appena mi aveva visto togliermi la maglia e poco dopo i jeans. Il mio gesto affermativo con la testa, lo aveva portato a chiedermi con voce delusa "Ancora non vuoi parlarmi? Va bene, rispetterò la tua scelta. E' già tanto che tu sia tornato nel nostro letto, da me".

"Invece voglio parlarti, Cla. E prima di tutto voglio scusarmi, sono stato un'idiota a pensare di risolvere tutto col silenzio. Però ero arrabbiato e lo sai che quando succede, mi chiudo in me stesso e preferisco non parlare con nessuno" avevo detto, finalmente iniziando ad abbassare tutte le mie difese, che avevo innalzato come un muro di cemento, escludendolo del tutto dalla mia vita, nei giorni passati.

Scostando le coperte, e mostrandomi tutta la sua solita bellezza, il suo petto ampio, le spalle larghe, le decine di tatuaggi a renderlo ancora più attraente, con la faccia però di un bambino, portandosi al centro del letto con le gambe incrociate, aveva iniziato a parlare "Non sono, nessuno. Mario, sono io, anche se mi consideravi un bastardo, sapevi benissimo che potevi comunque sfogarti con me. Lo so che eri incazzatissimo, ma avrei preferito mille volte che mi riempissi di insulti, piuttosto che sparissi per giorni interi". Una volta raggiunto il letto, mi ero sdraiato di fianco a lui che sembrava non riuscire a rilassarsi, nemmeno ora che stavamo cercando di chiarirci, così "Cla? Ti puoi sdraiare vicino a me? Ti voglio abbracciare" avevo chiesto, non potendo resistere oltre a l'impulso di toccarlo ancora, anche solo con un gesto amichevole. Lui si era steso affianco a me, girandosi su un lato, era andato ad incastrare la sua faccia nell'incavo del mio collo. Per la prima volta non aveva detto niente, forse per lo stesso motivo per cui anch'io non avevo più parlato. Quel contatto così desiderato da entrambi, ci stava facendo capire quanto eravamo stati stupidi a litigare e a non parlarci. Il suo fiato sul collo lo sentivo distintamente, come riuscivo a distinguere i lunghi sospiri che gli sfuggivano, segno che finalmente stava riuscendo a rilassarsi di nuovo.

Spostandosi quel tanto che bastava da me, si era steso a pancia in su e mi aveva trascinato con la testa sopra al suo petto, dove riuscivo a sentire chiaramente il battito del suo cuore. Prendendo a tracciare i contorni di uno dei tatuaggi sul petto, avevo arrestato la corsa delle mie dita non appena avevo sentito la sua voce tremendamente vicina al mio orecchio "Mi sei mancato da morire. Non farlo mai più, Mario. Non allontanarti più, non da me" e aveva incastrato una mano tra i miei capelli, scompigliandoli ancora più del dovuto.

"Te lo giuro. Però ho davvero bisogno di parlarti, Claudio"

"Ti ascolto, solo, restiamo così" aveva sussurrato, avvicinandomi ancora di più.

Le idee nella mia testa erano chiare, ma davanti ai suoi occhi, col suo profumo fin dentro le narici, le parole che stavo per dirgli sembravano così sbagliate, eppure non c'era alcun tipo di alternativa, così avevo iniziato "In questi giorni che ti sono stato lontano, ho capito veramente che il bene che ti voglio supera di gran lunga ogni cosa. Non voglio perderti, Claudio. La situazione che si è andata a creare tra di noi, ha peggiorato tutto. Lo sai qual è l'effetto che mi fai, non c'è bisogno che io te lo ripeta, però ho capito anche che se continuiamo così, ci distruggeremo. Non voglio rinunciare a te e non voglio che il nostro rapporto si logori piano piano, a causa della mancanza del mio autocontrollo".

Lui mi aveva interrotto solo per "Non è solo il tuo di autocontrollo a fare schifo. Non c'è bisogno che te lo ripeta neanch'io" precisare.

Il suo puntualizzare di volermi, di provare le mie stesse e identiche sensazioni, i medesimi brividi lunga la schiena, mi avevano reso ancora più difficile il proseguimento del mio discorso, ma mi ero fatto coraggio per "Lo so, e continuo a ripetere che non è una cosa sana. Dovremmo davvero riuscire a fermarci. Non voglio far soffrire nessuno, ed è giusto che inizi a prendere coscienza di quello che è successo tra di noi, così da poter andare avanti" proseguire.

Love will conquer all - ClarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora