MARIO
Quel particolare periodo della mia vita, lo avrei potuto descrivere solo con una parola: sereno. Era passata una settimana e di mio padre non si era vista nemmeno l'ombra, Yuri era diventato di nuovo mio amico o almeno stava provando ad esserlo, e Claudio, bhé Claudio era solo Claudio. Da quando avevamo buttato giù quel muro che ero stato io stesso a creare, sul divano di casa nostra, in modi tutt'altro che casti, sembravamo essere tornati spensierati come una volta. Tutto quello che sentivamo di fare, era spontaneo, senza più la preoccupazione di una possibile reazione negativa da parte dell'altro. Spesso la mattina mi salutava baciandomi le labbra, durante la notte ci eravamo anche lasciati andare a vere e proprie effusioni più intime, senza però fare di nuovo l'amore. Sentivo come se non fosse ancora il momento giusto, come se non fossi ancora pronto per dimostrargli attraverso quei gesti, tutto quello che provavo per lui. Non avevamo parlato di sentimenti, ma erano i nostri comportamenti a parlare per noi. Eravamo felici di viverci, consapevoli di stare bene ed io ero sempre più convinto di amarlo.
"Mario, puoi portarmi la colazione per favore? Ti prego, ti prego, ti prego..." avevo udito, oltre la porta del bagno nel quale mi ero chiuso da circa quindici minuti. Quella mattina mi ero svegliato in perfetto orario, pronto per andare all'università, consapevole anche di dover conoscere il nuovo sostituto del mio professore, quindi intenzionato a fare bella figura e non la parte del ritardatario. Claudio però, sembrava essersi messo in testa di non volermi far uscire dal letto, ripetendomi di continuo "Solo altri cinque minuti" che poi erano diventati quaranta. Minuti che avevamo sfruttato per coccolarci e per regalarci un orgasmo a testa, "Giusto per cominciare bene la giornata" aveva detto Claudio. Così ero stato costretto a chiudermi in bagno per una doccia veloce, uscendone già con tutti i vestiti addosso per prevenire altre distrazioni.
"Sono fottutamente in ritardo ed è tutta colpa tua. Mi avrai sulla coscienza, ricordatelo" lo avevo rimproverato, saltellando da un lato all'altro della nostra camera, cercando di infilarmi una scarpa che sembrava proprio non avere voglia di collaborare. Lui però aveva riso, disteso sul letto ancora nudo, coperto solo dal bacino in giù, per poi "Avresti dovuto ricordarmelo mentre mi scopavi con le dita nel mio culo" rispondere sogghignando. Il mio "Claudiooo!!!" urlato, lo aveva fatto ridere ancora di più. Quel ragazzo aveva perso il senso del pudore. La mia vicinanza, cominciavo a pensare, non gli faceva bene per niente. Lui per tutta risposta si era alzato dal letto, infilandosi i boxer trovati per terra, vicino al suo comodino, continuando il suo gioco perverso "Dai, Mario, non fare il santo. Anche perché non ti si addice proprio, o almeno non dopo quello che mi hai detto stamattina". Non c'era verso, quella mattina aveva deciso di mettermi in imbarazzo, lo avevo capito. Una cosa era spingersi oltre la linea di confine in momenti d'intimità, un'altra farlo quando non era né la situazione né il momento adatto. Eppure Claudio sembrava divertirsi, mentre mi abbracciava da dietro, spingendosi contro le mie natiche e accarezzandomi il petto a palmi aperti "Non ti ricordi quando mi hai detto "Ho voglia di venirti sulla schiena" oppure quando mi hai sussurrato "Sbrigati Cla, ho bisogno della tua bocca, rischio di impazzire se non ti decidi a prendermelo tra le labbra"". Mi staccai dal suo braccio come scottato, non ricordavo nemmeno di averle dette quelle cose, invece lui sembrava averle marchiate a fuoco nella sua memoria. La mia faccia stava andando dai toni del rosa sbiadito a quelli del rosso acceso, ma trovai comunque il coraggio per rispondergli a modo, se voleva giocare, avrebbe avuto pane per i suoi denti "Deve essermi sfuggito, non mi ricordo. Probabilmente ero troppo impegnato a farti urlare come una ragazzina alla sua prima scopata. Aspetta, tu forse sei stato anche peggio, noi non abbiamo nemmeno scopato, stamattina. Quindi smettila con questi giochetti Cla, ti assicuro che anche le mie orecchie hanno sentito cose sconce uscire dalla tua boccuccia". Claudio non si era minimamente scomposto, aveva aspettato che infilassi anche l'altra scarpa per poi trascinarmi contro il suo petto, portandomi ad allacciare le braccia dietro il suo collo. Si avvicinò al mio viso, parlando direttamente sulle mie labbra "Con me non c'è gusto, lo sai. Io non divento rosso come un peperone se mi dici queste cose, anche perché non credo che ci sia motivo per vergognarsi. Tu invece ti imbarazzi e diventi carino con le guance rosse e la faccia sconvolta. Hai perso in partenza, Mario". Come a rendere più chiare le sue parole, prese a mordermi le labbra, invitandomi a schiuderle. Come si poteva dire di no ad Claudio Sona? Le sue fossette e i suoi occhi erano la mia condanna a morte. Lo assecondai, spalancando la bocca per permettere l'accesso alla sua lingua. Iniziò lentamente, accarezzando la mia lingua con la sua in modo sensuale, senza fretta, come se avessimo tutto il tempo a disposizione, quando invece i minuti che ci stavamo concedendo erano già troppi. Prese a succhiare il mio labbro superiore, facendo scontrare i nostri bacini, permettendomi di sentire la stessa scossa elettrica di sempre pervadermi il corpo. Aveva portato le mani sul mio fondoschiena, palpandolo senza pudore, stringendo la carne sensibile delle mie natiche a mano piena. Avevo sospirato, quando quelle mani si erano intrufolate dentro le mie mutande, saggiando la consistenza della mia pelle. Carne contro carne, lingua contro lingua, ansiti contro ansiti. Succedeva ogni santissima volta, quando perdevo il controllo. Prese a tracciare il solco tra i miei glutei, passandoci l'indice, senza mai violarmi. Nel frattempo il contatto tra i nostri bacini e tra le nostre erezioni ormai quasi sveglie, non smetteva di esistere. Mi stava portando ancora una volta dove voleva lui, stava annebbiando tutti i miei pensieri. Era stata l'immagine di Yuri ad aspettarmi in macchina, a farmi smettere di baciarlo, lasciando il suo labbro inferiore con un morso e staccandomi dalla sua presa, rimettendo qualche metro di distanza tra di noi.
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Love will conquer all - Clario
FanficClaudio e Mario sono migliori amici e vivono insieme. Mario è fidanzato con Yuri anche se non ne è innamorato. Claudio è etero e si diverte ad andare a letto con ragazze facili da scaricare. Mario è insoddisfatto dal suo rapporto. Claudio ha bis...