Make Love To Me?

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CLAUDIO

Ennesimo litigio con Mario, ennesima delusione nel vedere i suoi occhi impauriti, ennesimo strappo al cuore nel vederlo lasciarmi andare. Era riuscito a devastarmi ancora, tanto da non rendermi nemmeno conto di quanto avesse condizionato il mio umore e le mie azioni fino a quel momento. Se adesso mi ritrovavo ancora una volta ubriaco da far schifo, era solo colpa sua. Colpa sua per avermi fatto credere che potessimo davvero funzionare insieme, colpa sua per aver innescato quella maledetta gelosia che riusciva a farmi vedere nero solo ripensando alle labbra di Yuri sulle sue, colpa sua per avermi fatto capire troppo in fretta cosa significa voler qualcuno solo per se stessi. Non potevo aver immaginato tutto: Mario in quella storia c'era dentro quanto me. Doveva esserci dentro quanto me. Tutti quei momenti passati insieme non erano frutto della mia immaginazione, erano veri, reali e soprattutto bellissimi. I suoi occhi non erano in grado di mentire, così come non era in grado di mentire il suo corpo a contatto col mio e i suoi gesti nei miei confronti.

"Ora che sei abbastanza sbronzo da straparlare, vuoi dirmi perché cazzo ti sei ridotto in questo stato? Chi ti ha fatto incazzare?", la voce di Francesco era arrivata attutita alle mie orecchie, sovrastata dalla musica nel locale poco distante da casa, dove ci eravamo rifugiati per tutta la sera.

"Mario..." avevo sussurrato in risposta.

La risata di Francesco aveva preceduto il suo "Non avevo dubbi. E perché avete discusso questa volta?". Il bisogno di condividere la mia frustrazione con qualcuno era troppo, così "Perché non mi vuole".

"Claudio ma che cazzo stai dicendo? Se c'è qualcuno che ti vuole e ti desidera sopra ogni cosa, è proprio Mario" aveva affermato, fermamente convinto di quello che stava dicendo. Ma non avevo aspettato altro tempo per spiegargli "Non mi vuole, Francesco. Gli ho chiesto di fare l'amore. Io, Claudio Sona, ho domandato a qualcuno di venire a letto con me, capisci? Ha detto no, che tu ci creda o meno".

Solo dopo aver sentito quelle parole, avevo visto Francesco finire il suo bicchiere di vodka fino all'ultimo goccio, per poi "Allora lasciamelo dire: Serpa è un vero coglione. Tutti vorrebbero venire a letto con te" dire.

Mi stava forse confessando che lui ad una proposta simile non si sarebbe tirato indietro? Era quello che aveva cercato di dirmi o avevo solamente interpretato male a causa dell'alcool che amplificava tutti i miei sensi?

"Divertente vero? L'unica persona sulla faccia della terra a cui ho offerto il mio culo, mi ha bellamente rifiutato" avevo asserito. E non c'era cosa più vera. Sapevo perfettamente quale fosse il ruolo di Mario nel sesso, me l'aveva confessato una volta quando mi aveva parlato di lui e Yuri. Chiedendogli di fare l'amore mi ero offerto in modo totale a lui, permettendogli di arrivare dove mai nessuno mi aveva sfiorato. La paura mi aveva colpito più volte perché ero cosciente di dover provare dolore, almeno all'inizio, ma la voglia era stata così dominante da prendere il sopravvento.

"Ti saresti fatto scopare da Serpa? Sul serio, M? Dio mio, non riesco a crederci, è assurdo" aveva detto Francesco, ancora sconvolto dalla notizia, per poi "Sai cosa vuol dire questo, vero?" domandare.

"Che sono un coglione?" era stata la mia replica, ma lui aveva spiegato "No, che sei fottutamente cotto di Mario, non ti scopo, Serpa".

"Fanculo" avevo sussurrato, mandando giù l'ennesimo bicchiere che mi ero fatto servire. Non potevo aver preso una cotta come uno stupido liceale. Tutto quello andava contro ogni logica. Non mi ritenevo più un ragazzino che sbavava dietro a qualcuno da parecchio tempo, la situazione era molto più complicata. C'era questo strano sentimento che non riuscivo a decifrare ogni volta che Mario entrava nel raggio della mia visuale, qualcosa che mi faceva rabbrividire con un semplice sguardo da parte sua e che mi portava a volerlo con me in ogni minuto della giornata. La situazione era molto più grave di una stupida cotta, il sentimento che mi si era insinuato dentro molto più profondo. Ero sulla buona strada per innamorarmi di Mario, l'avevo capito nel preciso istante in cui avevo deciso di volerlo dentro di me, ma solo in quel momento, con l'alcool a rendermi più disinibito, ero riuscito ad esternarlo, infatti "Non ho dodici anni e non ho preso nessuna cotta. Credo di star innamorandomi di lui, ogni giorno sempre un po' di più", avevo confessato a Francesco, tutto d'un fiato.

Love will conquer all - ClarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora