Celia emerse dal suo alloggio indossando il sontuoso abito rosso che Harry le aveva dato per cambiarsi e teneva tra le braccia quello bagnato che indossava precedemente. Harry era seduto alla sua scrivania, leggendo una pergamena. Lei si schiarì la gola per attirare la sua attenzione e lui immediatamente abbassò la pergamena, sollevando gli occhi su di lei.
"Dove potrei appenderlo per farlo asciugare?" chiese Celia docilmente.
Harry si alzò dalla sedia e camminò verso di lei, prendendole l'abito dalle braccia. Poi andò verso la scrivania, trascinò la sedia verso la finestra più vicina e stese il vestito sulla sedia. Dopo aver aperto la finestra, una raffica di aria marina entrò nella cabina, creando dei brividi lungo il corpo di Celia e spostandole i capelli dietro le spalle.
"Grazie." disse.
"Mancano due ore alla cena," disse. Celia non riusciva a credere che fosse quasi ora di cena; era solo mezzogiorno quando gli spagnoli avevano attaccato la sua nave. "Noi mangeremo qui. La ciurma mangerà altrove. Fate quello che vi piace fino ad allora."
"C'è qualcosa che dovrei sapere sull'equipaggio? Voi mi avete esteso gentilezza, ma non sono sicura di poter dire lo stesso degli altri." disse Celia.
Harry sorrise gentilmente, ridacchiando al suo commento. "Noi lavoriamo per la Regina, Miss Celia. Non dovete aver paura finchè sarò al vostro fianco. Tuttavia, se qualcuno vi chiede di giocare al Gioco del Coltello, declinate immediatamente."
"È lo stesso gioco per cui quella povera persona ha perso un dito prima?"
"Sì." disse. "Dovrebbe essere da lezione per tutti." Harry fece un sorriso, facendone comparire uno anche sul volto di Celia. "Ora, se potete scusarmi, ho del lavoro da fare." Harry uscì dalla cabina e lasciò Celia da sola.
Lei andò verso la sua scrivania, i tacchi delle sue scarpe che producevano un suono tedioso mentre i suoi piedi picchiettavano sul pavimento di legno, molto diverso dal ticchettio che producevano quando camminava nei corridoi del castello. Sulla scrivania di mogano c'era la pergamena che Harry era intento a leggere precedemente. La scrittura era disordinata e macchiata e non aveva senso. La portò vicino agli occhi, restringendoli mentre leggeva il gergo. Era codificato.
"Oh!" disse una profonda voce da dietro Celia. Lei si voltò velocemente per affrontare la voce sconosciuta e nascose la pergamena dietro la schiena, fuori dalla vista della persona. C'era l'uomo che si era preso cura dell'uomo che aveva perso il dieto al Gioco del Coltello. "Cercavo il Capitano."
Celia mormorò in risposta, insicura di cosa dire. Si appoggiò attentamente alla scrivania e posò la pergamena al suo posto nel caso in cui l'uomo le si fosse avvicinato. Non voleva rischiare di essere catturata a sbirciare nei piani del governo, nè voleva rientrare nella lista nera dei pirati.
"Voi siete la donna che ha salvato dall'acqua oggi, non è vero?" disse, avvicinandosi.
Celia gli fece un piccolo sorriso. "Come lo avete indovinato?"
L'uomo rise, facendo balenare un luminoso sorriso. I suoi occhi blu brillavano. "Il mio nome è Luke Williams, sono il medico della nave."
"Piacere di conoscervi, Dottor Williams. Il mio nome è Celia Wright, sono una damigella d'onore della Regina."
Lui spalancò gli occhi. "La Regina in persona?" Celia annuì. "È esigente come dicono?"
"Non proprio," Celia scosse la testa con una risata. "Lei è molto buona con me e le altre donne."
"È bello sentirlo dire."
"Il Capitano è buono con la sua squadra?" lei domandò, sollevando un sopracciglio.
"Lui gestisce la nave con un pugno di ferro, ma ha buone intenzioni," Luke replicò. "Se avete bisogno di qualsiasi cosa, non esitate a venire da me. Potrei avere un amico a bordo."
"Non ne avete nessuno?"
"La ciurma ed io abbiamo idee molto diverse di divertimento."
"Oh?"
"Loro si divertono a giocare a giochi dove rischi di perdere un arto, mentre io preferisco giocare a scacchi."
Celia sorrise. "Anch'io preferirei giocare a scacchi."
"Forse potrei sfidarvi a una partita domani?"
"Mi piacerebbe molto."
👑
Sul piatto davanti a Celia c'era una fetta di manzo, un pezzo di pane e una piccola porzione di piselli. Lei arricciò il naso alla vista del cibo e fissò Harry, che era seduto di fronte a lei. Lui deglutiva il cibo nella sua bocca più velocemente di bambino affamato. Notando che lei non aveva toccato cibo, sollevò le sopracciglia.
Celia accoltellò riluttante un pezzo di carne e se lo portò alla bocca. Masticò lentamente, lo strano gusto della carne le provocò un'espressione acida sui suoi lineamenti, ma velocemente deglutì e fece un piccolo sorriso.
"Non è proprio come il cibo a corte?" chiese Harry.
Celia scosse la testa. "Non proprio." disse.
"Quindi, voi vivete al castello?"
Lei annuì. "Sono una delle damigelle d'onore della Regina. Mio padre è uno dei suoi più affidabili consiglieri. O, piuttosto, era." Celia abbassò lo sguardo in grembo.
La realtà della sua situazione alla fine sommersero; lei era sola. Non aveva più la guida di suo padre o gli amorevoli consigli di sua sorella. Pregava che fossero tutti vivi e che fossero salvati dai pirati spagnoli, ma c'era una parte di lei che sapeva che il loro ritorno era incerto.
"Scusatemi," disse, alzandosi improvvisamente dal tavolo.
Celia corse nei suoi alloggi e si gettò sul letto, le lacrime brucianti che scorrevano lungo le sue guance mentre accettava il fato dei membri della sua famiglia. Poteva soltanto sperare che quando fosse ritornata a corte -se fosse ritornata a corte- la Regina avrebbe aiutato nella ricerca e nel salvataggio della sua famiglia, o almeno che si sarebbe assicurata che Celia avrebbe avuto un posto a corte nonostante la scomparsa di suo padre.
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Capsize [h.s. - italian translation]
FanfictionQuando una damigella d'onore della Regina è messa in salvo da un affascinante e contenzioso pirata, lei deve trascorrere tre giorni sulla sua nave prima di ritornare a corte. Ma tre giorni sono abbastanza per conoscere veramente qualcuno? E la corte...