Ventiquattro

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Le tende furono tirate dalle serve e la luce del sole si riversò nella stanza, bruciando gli occhi assonnati di Celia e Beatrice mentre si svegliavano

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Le tende furono tirate dalle serve e la luce del sole si riversò nella stanza, bruciando gli occhi assonnati di Celia e Beatrice mentre si svegliavano. Pigramente e affaticata, Celia buttò i piedi fuori dal letto e si obbligò ad alzarsi. Attraversò il pavimento freddo, le temperature fresche del marmo le pizzicavano i piedi nudi, e affondò le mani nel bacino d'acqua. Si sciaquò il volto e il collo e si asciugò la pelle con una tovaglia pulita.

Nel mezzo dei suoi rituali mattutini, la lettera che aveva scritto ad Harry le era sfuggita di mente. Ciò che non sapeva era che, mentre lei si metteva gli orecchini ai lobi delle orecchie, una serva si era presa la lettera dal tavolo e l'aveva messo al sicuro nella tasca del suo grembiule, non raggiungendo mai le mani di Harry.

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Celia baciò sua sorella sulla guancia e la tenne stretta. Gli occhi le si riempirono di lacrime, sfocando la sua vista mentre stringeva la vita di Isabel. "Ti voglio bene. Scrivi ogni volta che puoi." disse lei.

"Certo" rispose Isabel piano, anche lei con le lacrime agli occhi.

Quando finalmente si lasciarono, Celia si diresse verso James, il quale stava aspettando alla carrozza. "Prendetevi cura di lei." gli disse.

Lui annuì con un piccolo sorriso. "Farei qualsiasi cosa per lei," disse lui, guardando Isabel. Il suo sorriso crebbe appena vide sua moglie salutare Beatrice, i biondi capelli che volavano al vento e gli occhi blu posati sul suo abito rosa. James tornò a guardare Celia con occhi tristi. "Non fate nulla di stupido." la avvertì, facendo ridere Celia. "La nostra porta è sempre aperta per voi, sorella."

Celia sorrise alle sue parole: lei aveva sempre voluto un fratello. "Grazie."

Guardare la carrozza allontanarsi era doloroso, ma Celia resistette. Si tenne al braccio di Beatrice, mentre spazzava via le ultime lacrime, prima di rientrare nel palazzo. Una volta dentro, fu immediatamente fermata da una guardia.

"Miss Celia," disse con fermezza lui.

Beatrice guardò Celia preoccupata, stringendo la presa sul braccio di Celia. Celia deglutì impaurita e si leccò le labbra prima di parlare.

"Sì?"

"La Regina richiede la vostra presenza nella sala del trono."

"Ci stavamo appena andando." intervenne Beatrice.

"Sola," disse la guardia.

Celia lasciò il braccio di Beatrice. "Posso chiedere perchè?"

"Non ha specificato."

Celia sospirò. Seguì la guardia sconosciuta in silenzio, lasciando Beatrice perplessa e sola nel mezzo del corridoio vuoto. Svoltarono l'angolo, ma Celia si guardò indietro prima che scomparissero alla vista e guardò Beatrice sconcertata. Beatrice si mosse immediatamente e iniziò a cercare Harry.

Mentre si avvicinavano alla sala del trono, la bocca di Celia si seccò. Era come se avesse deglutito una manciata di sabbia e si fosse portata via tutta la saliva sulla lingua, creando un deserto nella sua bocca. Deglutì diverse volte nel tentativo di creare saliva, ma senza risultati.

Le porte in legno eccessivamente abbellite, che separavano Celia dal suo fato, le incombevano avanti. Aspettò che le guardie che stavano in piedi ai lati delle porte le aprissero, tenendo la testa alta e fissando gli occhi sul legno. Un crack si creò quanto le porte furono aperte, rivelando Elizabeth sopra il suo trono da lontano.

Il petto di Celia si alzava e abbassava, ad ogni respiro che prendeva diventava sempre più difficile inspirare, mentre camminava lungo l'infinito pavimento in marmo. Ad ogni passo, la figura di Elizabeth si faceva più grande, i suoi lineamenti diventavano sempre più nitidi. Le sottili sopracciglia erano rigide, le labbra indurite in una sottile linea e la mascella serrata. Gli scuri occhi castani, che sembravano incavati sul suo pallido volto, brillavano, fissando con potenza direttamente nei luminosi occhi blu di Celia.

Quando finalmente raggiunse il trono, Celia si chinò in una riverenza, le ginocchie toccarono terra e abbassò gli occhi, allontanandoli dalla Regina.

"Mi avete chiamata, vostra Maestà?" si permise di chiedere Celia, rimanendo nella sua posizione.

"Alzatevi, Celia." disse asciutta Elizabeth.

Lei fece come aveva chiesto la regina, alzando gli occhi e incontrando le piscine scure che erano fisse su di lei. Il suo respiro rallentò mentre il cuore martellava.

"Pensate che io sia una stupida?"

"Certo che no, vostra Grazia-"

"Zitta!" urlò Elizabeth. Celia chiuse lentamente la bocca, stringendo le labbra ed evitando lo sguardo della Regina. "Come vi permettete?" Elizabeth si alzò dal trono e camminò verso Celia, fermandosi davanti a lei. "Come vi permettete ad agire alle mie spalle dopo tutto quello che ho fatto per voi?"

"Vostra Maestà-"

Elizabeth alzò la mano e la sbattè con forza. Il suono della sua mano che entrava in contatto con la guancia di Celia echeggiò nella sala spaziosa e vuota. Le pulsazioni causate dal dolore si diffusero dalla guancia di Celia su tutto il volto come una ragnatela. Si portò la mano alla guancia bollente, gli occhi spalancati come la bocca.

Il volto di Elizabeth non mostrava nessun rimorso. Aggrottò le sopracciglia e sporse il mento.

Celia pensò fosse finita, almeno l'aspetto fisico della discussione, ma gli venne provato che si sbagliava mentre Elizabeth afferrava il laccio di cuoio intorno al suo collo. Le sue unghie graffiarono la pelle di Celia, facendo sussultare Celia, mentre tirava il laccio dal suo collo. Appena il laccio si spezzò a metà, l'anello in argento sbucò cadendo per terra.

Elizabeth lo raccolse e lo tenne sul suo palmo per farlo vedere a Celia. "Lady Styles." ringhiò.

Celia non disse nulla.

"Cosa avete da dire voi? Ingrata sgualdrina!"

"Io lo amo."

Elizabeth iniziò a ridere in maniera incontrollabile. Buttò la testa indietro e gettò l'anello sul pavimento. Esso scivolò lungo la luminosa superficie finchè non colpì il muro in fondo alla stanza. Celia guardò Elizabeth con la fronte aggrottata, terrificata da cosa avrebbe fatto.

Elizabeth abbassò il tono in una risatina. "Avete detto che la giovane Beatrice Smith era una romanticona, poi guardatevi! Guardate cosa avete fatto a voi stessa!" si voltò e ritornò al suo trono, dove prese un pezzo di pergamena piegata dal braccio della sedia. La sventolò in aria davanti a lei e sorrise.

Celia sapeva cosa fosse. "Come l'avete avuta?" alzò la voce e si fece avanti.

Elizabeth gettò la lettera per terra e Celia la riprese, tenendosela stretta allo stomaco. "Io sono la Regina di Inghilterra. Come osate mettere in dubbio le mei abilità? Beh, Lady Styles, permettetemi di mostrarvi di cosa sono capace."

Celia socchiuse le labbra confusa e si portò le mani lungo i fianchi.

"Guardie!" gridò Elizabeth. Due guardie aprirono le porte con vigore. "Arrestate questa donna."

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Capsize [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora