Diciannove

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La prima portata fu portata a breve e consisteva in pollo ripieno e pezzo di cervo che era stato salato durante la notte

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La prima portata fu portata a breve e consisteva in pollo ripieno e pezzo di cervo che era stato salato durante la notte. Celia si coprì la lingua e la gola con il vino tra i vari morsi, ascoltando la calma voce di James mentre le parlava, insieme alla leggera musica che fluttuava nello sfondo.

"Quindi, siete cresciuta a Greenwich Palace?"

Celia annuì, posando il suo bicchiere sul tavolo dopo aver preso un sorso del vino amaro. "Mio padre era un consulente fidato di sua Maestà. Questo palazzo è la mia casa."

James notò un accenno di tristezza nei suoi occhi blu. "Le mie condoglianze per vostro padre."

"Le notizie volano veloci in questi giorni," disse Celia. "Grazie."

"Specialmente quando un tale uomo rispettato ha un tale infido fato." replicò lui. "Parlatemi della vostra infanzia."

"Ci siamo trasferiti a corte quando avevo dieci anni. Mia sorella ed io ci divertivamo a vagare nei corridoi e a giocare nei giardini per ore." Celia sorrise al pensiero. "Mio padre era un uomo impegnato, aveva sempre incontri con la Regina o con altri importanti membri del suo staff. Essendo un veterano di guerra, era rispettato da molti a corte."

"E vostra madre?"

Il suo piccolo sorriso scomparve. "Non ha avuto molto spazio nella mia vita. Apprezzerei se parlassimo di qualcosa di più spensierato."

"Certo, scusatemi."

"Non c'è n'è bisogno, non ne eravate a conoscenza." Celia lo rassicurò. "In realtà, credo di essere io quella a doversi scusare, o almeno a chiarire. Sono a conoscenza della vostra ragione per cui siete a corte, la Regina me l'ha detto."

"Quindi, sapete del mio interesse a prendere la vostra mano?" James sollevò le sopracciglia.

"Sì." replicò lei. "Però, sono curiosa...perchè me?"

"Cosa volete dire? Voi siete una rispettabile, giovane donna, per non dire anche molto bella. Perchè un uomo non dovrebbe volervi?"

"Voi siete troppo gentile, ma io sono inferiore al vostro ceto sociale. Potreste facilemente sposare qualcuno di una posizione sociale più alta della mia."

"È ciò che tutti si aspettano da me?"

Celia aggrottò la fronte. "Presumo di sì."

"Perchè dovrei muovermi secondo le loro mosse?" James chiese, avvicinandosi. "La vita non sarebbe divertente se obbedissi alle regole della società."

"È questo che sono per voi, allora? Una pedina del vostro gioco?" Celia si allontanò e strinse la mandibola.

"Non volevo offendervi, Celia." disse lui, ritornando alla sua posizione precedente. "Veramente. Mi scuso."

La sincerità nei suoi occhi era come una droga, volò dai suoi occhi a quelli di Celia e si attaccò nel suo sistema con tale facilità. Celia spezzò il loro contatto visivo e voltò la testa per posare i suoi occhi su Elizabeth, la quale la guardò in modo duro. Sapeva che doveva mettersi in mostra per Elizabeth, doveva convincerla che la proposta di James era la cosa migliore che le fosse mai successa. Voltò il viso di nuovo verso di lui.

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