Tre

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Svegliarsi con lo stomaco vuoto non era qualcosa a cui Celia era abituata

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Svegliarsi con lo stomaco vuoto non era qualcosa a cui Celia era abituata. Le cene a corte di solito erano piene di grandi cibi e seguiti da deliziosi dolci e lei non aveva mai esitato a riempire il suo piatto fino all'orlo. Sperava che il viaggio sulla Golden Tide finisse presto.

Celia indossò velocemente l'abito che Harry le aveva prestato la notte precedente ed emerse dalla sua camera. La cabina era vuota, Harry non si vedeva da nessuna parte. Sul tavolo da pranzo, tuttavia, c'era un piatto di frutta e pane e una nota accanto che diceva:

Colazione. Godetevela.

Celia posò la pergamena e si portò un acino d'uva alla bocca. Prima che lo sapesse, aveva consumato tutto il cibo.

"Ho fiducia che voi abbiate dormito bene?"

Celia voltò la testa in direzione della voce. Harry era in piedi alla sua scrivania, la porta della cabina mezza aperta. "A tutti su questa barca piace sgattaiolare in giro," disse, alzandosi e si lisciò la gonna. "Sì, l'ho fatto."

"Tutti?" Harry sollevò un sopracciglio.

"Il medico mi ha incontrata ieri."

"Ah, Luke," disse. "Ragazzo carino. Non c'è bisogno di avere paura di lui."

"C'è qualcuno a bordo di cui dovrei avere paura." Celia domandò, turbata dalla dichiarazione del capitano.

"Non che io sappia," replicò. "Seguitemi, vi presenterò alla crew. Questa mattina si è riempita di pettegolezzi e mi piacerebbe metterli a tacere."

Harry guidò Celia fuori dalla cabina e sotto il sole mattutino. La tolda fuori dalla cabina era un balcone che affacciava sull'intera nave. Era piuttosto una bella vista, il mare scintillante che circondava tutti i lati di essa, ma la fetida puzza di pesce e i corpi sudati della truppa ammazzavano la bellezza dello scenario quasi all'istante.

Senza attenzione, un fischio acuto provenne dalla bocca di Harry e perforò le orecchie di Celia. Lei vide le sue labbra curvarsi in un piccolo sorriso, divertito dalla sua espressione stupita, poi ritornarono in una dura linea. Celia raddrizzò la postura e si avvicinò un po' al fianco del capitano mentre lui iniziava a gridare agli uomini sulla tolda sotto di loro.

"Ci sono stati pettegolezzi e domande riguardante la nostra nuova ospite a bordo della Golden Tide," iniziò. "Lei è Miss Celia Wright, una domestica d'onore della regina stessa e una vittima di un assalto spagnolo." La rabbia ribollì sui volti degli uomini al suono degli spagnoli che attaccavano gente inglese per bene. "La tratterete col massimo rispetto e se dovessi trovarvi a sgarrare i miei ordini, ci saranno severe punizioni. Sono stato chiaro?"

"Signorsì!" la crew gridò in risposta.

"Tornate a lavoro!" Harry ordinò e gli uomini si dispersero ancora una volta. Celia rimase nella sua posizione rigida finchè non sentì la grande mano che apparteneva ad Harry sulla parte bassa della sua schiena. "Non è stato così brutto, vero?" Harry chiese con un sorrisino.

Celia sorrise e voltò il suo corpo verso quello di lui. Lui torreggeva sulla sua piccola statura, i suoi occhi color smeraldo che perforavano i suoi blu. "Sono in debito con voi, sir."

"Non mi dovete nulla oltre la vostra compagnia," disse bruscamente.

👑

Celia si mantenne alla barra della nave, inspirando l'aria salmastra mentre questa le arrufava i suoi capelli rossi dorati nell'ala rotante. La nave oscillava gentilmente alle dolci onde, come una madre che calmava il pianto del suo bambino. La luce del sole si rifletteva sull'acqua, creando un capolavoro brillante che aveva rapito Celia, insieme al melodico suono delle onde che lambivano la nave.

"Bellissimo, vero?"

Lei voltò la testa nella direzione della voce, ammorbidendo lo sguardo quando i suoi occhi si posarono su Luke. "Sì." replicò, riportando lo sguardo sull'oceano infinito. "Come un disegno."

"Un'opera d'arte di Dio."

Celia annuì in risposta. La nave si inclinò mentre si scontrava con un'onda, facendo perdere l'equilirbio a Celia e ruzzolando tra le forti braccia di Luke. Lui le afferrò la vita con entrambe le mani e la aiutò a mettersi dritta, rimuovendo immediatamente le mani e facendo un passo indietro quando lei riprese di nuovo la sua posizione. "Grazie," sussurrò.

Luke si schiarì la gola e guardò il mare. "Com'è la corte?"

"Stravagante," replicò lei. "Intimidatoria. Bellissima. Riservata." tra una parola e l'altra c'era un breve silenzio. Celia sospirò. "È la mia casa."

"Sono sicuro che vi manchi."

"Terribilmente," disse lei. "Tutto quello che spero è che la Regina mi permetterà di rimanerci. Mi era stata data la mia posizione come ringraziamento per i servizi di mio padre per lei. Ora che lui non c'è, non so se mi terrà."

"Vostro padre..."

"Preso dagli spagnoli," disse Celia, stringendo la presa sulla sbarra. "Quello, o è stato ucciso. Sono stata spinta in mare mentre loro prendevano il comando della nave. Non so il fato di mio padre o di mia sorella."

"Questa è una cosa terribile," disse Luke, voltandosi per guardare Celia. "Non lo sapevo."

Lei annuì. "Sì, lo è. Ma la Regina apprezzava molto mio padre. Magari manderà in ricerca una squadra."

"Credete davvero che lo farebbe?" la voce di Harry tuornò da dietro Celia. Le sue mani erano posate sui suoi fianchi e le sopracciglia erano sollevate, sfidando la dichiarazione di Celia.

"C'erano altri nobili a bordo di quella nave. Non può permettersi che gli spagnoli la facciano franca con tale prodezza. Farebbe sembrare lei e l'Inghilterra deboli."

"Magari dovreste essere voi la Regina, allora, Miss Celia." disse Harry con tono condiscendente.

"Quello, sir Harry, è tradimento," replicò lei. "E dovreste essere saggio da imparare a controllare la vostra lingua."

"O cosa? Mi denuncerete?" il verde nei suoi occhi brillò per l'eccitazione, come se Celia fosse un nuovo giocattolo con cui giocare per lui e lui non aveva intenzione di fermarsi ora, si stava appena divertendo. "Elizabeth è troppo impegnata a provare di scuotersi via il matrimonio e a trattenere il suo paese dall'andare nella guerra civile sulla religione. Non penso che prenderebbe troppo seriamente il pettegolezzo di una semplice damigella."

Celia affondò i denti nella lingua, seguendo il consiglio che lei stessa aveva dato al contenzioso pirata, ma non ci riuscì. Le parole volarono fuori dalla sua bocca come un uccello che era stato rinchiuso per troppo tempo. "Potete sentirvi altezzoso e potente perchè guidate una nave," disse mentre gli si avvicinava, finchè i loro volti non furono a pochi centimetri di distanza. "Ma una volta che arriveremo a corte, imparerete presto che non siete altro che un umile pirata che deve rubare e sminuire gli altri per ottenere qualche soddisfazione." Harry restrinse gli occhi nei confronti della coraggiosa giovane donna che gli era davanti con le braccia orgogliosamente incrociate al petto. "E vi compatisco per questo."

Harry la guardò mentre arricciava le labbra per evitare di far uscire altre parole, un piccolo sorriso apparve sul suo volto. Tossì velocemente e si leccò le labbra. "Avete reso il punto."

Lei annuì bruscamente e si allontanò furtivamente, lasciando Harry e Luke sconcertati dalla sua audacia e spazzati via dalla sua bellezza. I suoi capelli ardenti come il suo temeperamento volavano nel vento mentre attraversava la tolda ed entrava nella cabina del capitano, scomparendo e riportando i due uomini alla realtà.

Harry guardò Luke. "Non hai qualche libro di medicina da leggere?" sputò.

Luek indietreggiò all'istante e annuì furiosamente. "Sì, capitano."

Harry afferrò la barra della nave e guardò il mare luccicante, inspirando l'aria salmastra e permettendo a un'ondata di pace di sopraffarlo mentre la nave oscillava al suo battito ritmico. "Miss Celia," mormorò, sorridendo. "Lei è qualcos'altro."

Capsize [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora