Isabel era silenziosa. La sua personalità frizzante che una volta era simile a quela di Beatrice era quasi scomparsa completamente: era come se si fosse chiusa in un guscio. Sedeva sul bordo del suo letto mentre Celia sedeva dietro di lei, intrecciandole le onde bionde in una treccia complessa e canticchiando una canzone per spezzare il silenzio che era scivolato su di loro. Non fu scambiata nessuna chiacchiera tra sorelle e nessuna risatina innocente. Entrambe avevano visto l'immaginabile e ciò le avrebbe fatte per sempre crescere, diminuendo qualsiasi residuo di purità che avrebbe potuto indugiare in loro.
"Izzy," disse Celia, abbassando le mani dopo aver finito di acconciare i capelli di Isabel. "Devo dirti una cosa."
"Cosa?"
Celia si alzò e camminò davanti a Isabel, insicura di come sganciare la bomba della sua gravidanza e la fuga prossima con un pirata che a malapena conosceva. Si picchiettò le dita sul braccio pensierosa.
"Da noi donne ci si aspetta che compiamo due cose nella vita," iniziò Celia. "Sposarci e generare bambini."
Isabel restrinse gli occhi. "Perchè mi stai dicendo questo?"
"Impara dai miei errori." disse Celia.
Isabel inclinò la testa di lato. "Errori?" si alzò e prese le mani di Celia, tenendole con forza. "Tu ed io sappiamo entrambe che eri la preferita di nostro padre. Non avresti potuto fare nulla di sbagliato ai suoi occhi...eri la perfetta giovane donna: talentuosa, composta, con la testa sulle spalle...il più delle volte, e bellissima."
Sentire quelle parole dalla bocca di sua sorella, l'unica del suo sangue ad essere rimastra della sua famiglia, le spezzò il cuore. Per troppo tempo Celia aveva messo su la facciata della figlia d'oro, ideale per il matrimonio. La verità era che Celia era terrificata tanto quando Beatrice lo era riguardo l'intimità in senso emotivo, era spezzata tanto quanto Isabel lo era per gli orrori che aveva dovuto vedere in mare, e si sentiva sola come Elizabeth.
"Aspetto un bambino," sputò fuori. Fu come se una ventata l'avesse colpita. La miccia era stata accesa e ora bisognava soltanto aspettare che la scintilla raggiungesse la polvere. Celia deglutì e aspettò la risposta di sua sorella.
"Del pirata?" la sua voce era dolce e parlò senza difficoltà: magari era lei la sorella Wright calma e composta. Celia annuì. "Come si è permesso di posare la mano su di voi e mostrare il suo volto a corte...rivendicando di essere il tuo valoroso salvatore!" e fu allora che esplose la bomba. La sua voce non era più vellutata, ma ribollliva lava di un vulcano dormiente da tanto tempo mentre sputava le sue parole dure.
"Non sono stata stuprata." disse Celia, la sua voce bassa a differenza di quella di Isabel.
"Hai dato la tua verginità volontariamente?"
Celia pensò che gli occhi di sua sorella sarebbero esplosi. "Sì, Izzy!" gridò. "È così folle per una donna bramare l'intimità con un uomo? Magari dovresti rinchiudermi con nostra madre e allontanarmi dal mondo!" Celia strinse la mascella e chiuse gli occhi, inspirando lentamente per calmarsi. Quando riaprì gli occhi, Isabel la guardava con le sopracciglia sollevate e labbra socchiuse, e il senso di colpa la colpì come un fulmine. "M-mi dispiace, non volevo dirlo. So che a te importa di me e del mio benessere." Isabel annuì e chiuse la bocca, premendo le labbra in una linea ferrea. "Sono solo...stressata."
"Cosa hai intenzione di fare?" chiese Isabel, cercando attentamente di non far innervosire nuovamente sua sorella.
"Avevo intenzione di abortire, finchè Harry non mi ha convinto in altro modo." replicò lei. Isabel restrinse gli occhi, confusa. "Ci sposeremo." prima che potesse pensare a come rispondere o come protestare, Celia si affrettò ad aggiungere altro. "E vorrei che tu sia il testimone."
"Celia..."
"Non mi importa se proverai a convincermi di altro. Se questa è l'unica parte della mia vita che posso controllare, allora lo farò."
Isabel tirò Celia in un caloroso abbraccio. "Amerei tantissimo essere al tuo fianco al tuo matrimonio."
Celia sentì le lacrime formarsi nei suoi occhi mentre avvolgeva le braccia intorno alla vita della sorella e sospirò nell'incrinatura del suo collo. "Non so cosa avrei fatto senza di te." i muscoli del suo mento tremarono mentre le permetteva di piangere sulla sua spalla. Come una diga in piena, si mantenne a Isabel con forza, come se lei stesse per scivolarle via, e pianse forte come non aveva mai fatto prima.
👑
"Tocca a te." disse Elizabeth.
Walter studiò le sue pedine attentamente, creando una strategia nella sua testa, prima di muovere i suoi pezzi. La luce del sole riscaldava il corpo di Celia mentre affiancava la Regina insieme a Beatrice, Margaret e Cassandra, tenendo compagnia a Elizabeth e dandole occasionalmente consigli nella sua strategia di scacchi. Walter non sembrava essere infastidito, sebbene fosse evidente che era consapevole della loro presenza. Fingeva di armeggiare con il bordo della sua camicia o si alzava per riempirsi il bicchiere di vino e ritornava con un piccolo sorriso e uno sbattito di ciglia. Celia poteva dire che Elizabeth era praticamente sciolta sotto il suo sguardo pesante e affascinante.
Beatrice rimase in silenzio, come promesso, senza proferire parola con Elizabeth ed evitando il suo sguardo. Tuttavia, si sforzava di rimanere calma intorno a Walter, mentre il ricordo di lui sopra Elizabeth bruciava permanentemente nella sua mente e la perseguitava in ogni momento. Rabbrividiva alle vibrazioni della profonda voce di un uomo e si irriggidiva al più leggero dei tocchi.
Celia la compativa, veramente e con tutto il cuore, ma sapeva anche che Beatrice si sarebbe sposata presto, se non con Luke per grazia di Dio, allora con uno sconosciuto di alto rango e basso rispetto per le donne, e quello che la spaventava era che non vivesse una vita felice. Però, come poteva biasimarla? Crescere con un irritante padre e una madre mite non era mai visto di buon occhio, doveva aver visto discussioni che finivano peggio di una rottura di un vaso o di una corda vocale tesa. Temendo il potere di un uomo, Beatrice era affogata nell'idea di romantico e "vissero felici e contenti", ma la sua ritrovata paura del sesso doveva aver fatto scattare qualcosa dentro di lei e fatto ritornare in superficie tutti i ricordi dell'orribile matrimonio dei suoi genitori, mescolando i due insieme fino a creare in lei la paura per gli uomini.
"Celia," la voce di Elizabeth spezzò i pensieri senza fine di Celia e la riportò alla realtà. Posò i suoi occhi blu sulla Regina e notò che i suoi occhi neri erano stretti in due fessure, fissandola sospettosamente. "State bene?"
"Sì, vostra Maestà. Perdonatemi, sembro aver sognato ad occhi aperti."
"Un passatempo di una ragazzina," disse chiaramente, capendo la menzogna di Celia, ma non permise alle persone intorno di sapere. "Magari dovreste farvi un giro in giardino per risvegliare la vostra mente."
"Non potrei abbandonare la vostra partita, vostra Grazia."
"Oh, cercate sollievo da questo noioso gioco. Sono una vincitrice certa, sebbene Sir Walter non lo ammetterebbe. Inoltre, ho bisogno che voi siate luminosa e vigile per la nostra festa stasera. Abbiamo un ospite molto importante." Celia sollevò le sopracciglia, lanciando sguardi sui volti delle sue compagne in attesa e di Walter, che indossava esso stesso un'espressione confusa. "Lord James Berkeley è in cerca di una moglie e ho pensato che voi sarete la soluzione perfetta."
STAI LEGGENDO
Capsize [h.s. - italian translation]
FanfictionQuando una damigella d'onore della Regina è messa in salvo da un affascinante e contenzioso pirata, lei deve trascorrere tre giorni sulla sua nave prima di ritornare a corte. Ma tre giorni sono abbastanza per conoscere veramente qualcuno? E la corte...