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MYA

Mi diressi nell'aula del corso e mi sedetti al mio posto, quello a fianco al suo, naturalmente vuoto. Non lo vedevo da un po', ma mi faceva un certo effetto pensare che prima o poi sarebbe potuto entrare da quella porta. Forse lo speravo, ma la rabbia era troppa. Aveva deciso per me, aveva deciso che lui non era la cosa migliore per farmi stare bene.

«Parker? È con noi? Può venire un attimo?» Prinn stava cercando di attirare la mia attenzione, e probabilmente lo stava facendo da un po' dato che pareva scocciato.

Mi alzai e andai vicino la sua scrivania.

«No, non qua, mi segua di fuori» le sue parole mi fecero pensare che non si trattava di niente di buono. Forse avevo fatto qualcosa di sbagliato o forse mi ero beccata un'ammonizione, che prevedeva il non poter lavorare al prossimo progetto. Lo seguii fuori dall'aula.

«Mya. Sono stato contattato da una persona che mi ha riferito il suo stato fisico. Vorrei che sapesse che sono a sua completa disposizione e che se non ha la possibilità di seguire tutte le lezioni, le può seguire attraverso Skype. Vari docenti dei corsi che ho frequentato all'università, mi hanno dato questa brillante idea, e se qualcosa non è chiaro, c'è la chat per porre tutte le domande che vuole» ciò che provavo era metà tra incazzatura e gratitudine, ero furiosa del fatto che qualcuno gli avesse detto come stavo, e sapevo chi poteva essere stato, e dall'altra, gli ero infinitamente grata della sua disponibilità, anche perché il corso doveva andare avanti, con o senza me, e io avevo una frequenza sempre minore rispetto a quando avevo cominciato e mi dispiaceva infinitamente per questo, anche perché credevo molto nelle mie doti da scrittrice e miravo alla pubblicazione, ma di questo passo, non ci sarei arrivata. Le lezioni erano stancati e duravano ore, ore nelle quali facevo fatica a tenere gli occhi aperti. Mi sentivo sempre più debole e il fatto di prendere l'autobus tutte le mattine e dovermi inventare scuse con mamma, non faceva altro che aggravare il tutto.

«Grazie signor Prinn. È che ultimamente sono parecchio stanca, non ho gravi problemi fisici, sono in forma ma...»

Lui troncò la frase sul nascere «Non ci prendiamo in giro, lei non sta bene. È evidente. Non solo fisicamente, ma secondo me si sta sottoponendo a stress continui, che non ho idea di quali siano, ma so che esistono, lo vedo. Pensa che non mi sono accorto del fatto che a lezione sono più le volte che dorme che quelle che segue?» incassò un duro colpo mentre si intrecciava le braccia al petto, e io mi sentii colpita in piena faccia «Pensa che non mi sia accorto del fatto che arriva con le occhiaie e che - diciamocelo dato che ci siamo - è sempre più magra? Pensa che io sia stupido? Questo, signorina Parker, non solo la fa stare peggio, ma è anche controproducente per quanto riguarda la finalizzazione del corso.» aveva ragione, era stupido continuare a venire solo per fare presenza, se poi la presenza era solo fisica.

«Lo so,» abbassai lo sguardo «seguirò le lezioni da Skype» per me ciò che avevo appena detto, era come un'arresa davanti alle parole di qualcuno, come una spina nel fianco che mi pungeva fino alle budella, io che non avevo nemmeno mai ammesso di stare male, adesso mi ritrovavo ad ammetterlo implicitamente, mi sentivo piegata come una foglia al vento.

«Prendo il manuale e vado a casa»

Mi mise una mano sulla spalla e mi sorrise «Allora ci vediamo su schermo» gli sorrisi di rimando «Ah, comunque Mya, non lo farei per tutti. Lei ha un grande potenziale, se lo lasci dire, ho dato un'occhiata al suo lavoro ultimo, è perfetto, complimenti»

REMEMBER ME ✩CARTACEO✩Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora