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Questo capitolo è molto importante, ogni dettaglio conta, quindi leggete con più attenzione degli altri!

MYA

Dopo aver dormito con Stephen, ero tornata alla clinica. La paura mi stava divorando. Già mi aspettavo il cazziatone da Pinko e Panko, ma avevano fatto peggio, mi avevano vietato di uscire da lì per due settimane, anche se avessi avuto un valido motivo per farlo. Infatti erano due settimane che non vedevo mia mamma. Certo, mi chiamava, ma non la vedevo. L'avevano avvertita della mia scappatella e lei aveva ribattuto dicendo che due settimane di castigo erano anche troppo poco per una cosa del genere, certo non sapevano davvero cosa avessi combinato, di fatto mi avevano solo aperto il portone la mattina presto, ma non avevano visto né Asso, né la sua macchina, quindi mi ero inventata che ero uscita per farmi una corsa per smaltire i dolci che avevo mangiato a colazione. Passate due settimane, gli avevo portato una garanzia che testimoniasse il fatto che frequentassi davvero un corso di scrittura. Avevo approfittato della possibilità di uscire da quella prigione, mentre nei giorni seguenti avevo seguito il corso dal computer fisso della sala comune. Ma se potevo sfruttare l'occasione per vedere Asso, perché no?!

Allora mi avevano dato il permesso, avevo aspettato ben quattro ore dopo pranzo, anche perché il corso si svolgeva alle 16.00.

Stavo per uscire dalla clinica quando sentii una voce femminile chiamarmi. Quando mi girai, la vidi, vestita di bianco che faceva l'ultimo gradino delle scale con passo lento.

«Dove vai?» mi chiese

«Al corso di scrittura. Mi hanno dato il permesso, Lidia. Quindi evita di fare scenate.»

«Ci vai a piedi?»

«No.»

Lei alzò il sopracciglio «E allora?»

Io presi la maniglia della porta «Mi porta Stephen.»

Lei si avvicinò a me e fece un ghigno, alzò un lato della bocca in un mezzo sorriso «Pensi che sia tutto un caso? Pensi che te lo sei ritrovato al corso per caso? Pensi che ti stia così addosso perché sei bella? Perché hai un bel corpo? Pensi che si sia dannato così tanto per una persona qualsiasi?»

Si mise a ridere di gusto mentre mi guardava uscire, una risata malvagia, cattiva che quasi mi fece rabbrividire, Lidia era tanto bella quanto senza cuore. I capelli biondi le arrivavano alle spalle, e aveva un sorriso largo, un sorriso che avrebbe mandano fuori di testa milioni di uomini. Mi immaginavo che Asso si fosse innamorato di lei per questo suo magnetismo, per questo suo fascino inquinante, per questo suo profumo di guai.

«Smettila. Smettila di dire cattiverie solo perché la tua vita non è andata come volevi, solo perché non ti senti affermata in niente. Solo perché non hai un obiettivo» il sorriso che aveva in volto si oscurò e diventò un'espressione mista tra confusione e tristezza «Smettila di rovinare la vita agli altri solo perché la tua sta cadendo in pezzi. Smettila di essere infelice, perché fin quando ricercherai la felicità nel ferire gli altri, sarà sempre a breve termine. Cerca invece una felicità vera, che ti faccia sentire appagata per ciò che sei e non per ciò che hai» lei rimase interdetta. Mi parve quasi di vederle gli occhi lucidi, ma forse mi sbagliavo. Lidia non era tipo da lacrime facili.

Mi spinse fuori dalla clinica con forza, che dovetti sforzarmi di non perdere l'equilibrio e cadere «Vattene via Mya, sparisci. Vai a quel corso con quel pezzo di merda, vacci. Va' via brutta stronza.» chiuse la porta con una tale violenza che l'aria spostata mi fece svolazzare i capelli dietro le spalle.

REMEMBER ME ✩CARTACEO✩Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora