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ETHAN

Denny Yardley
Rey Mark
Pete Main

Denny Yardley
Rey Mark
Pete Main

Denny Yardley
Rey Mark
Pete Main

Nella mia mente, da una settimana, c'era spazio solo per i nomi di quei bastardi. Sapevo che Asso non gliel'avrebbe fatta passare liscia. Ero riuscito a risalire ai nomi, ma adesso toccava a lui fare tutto il resto.

Non li avrebbe lasciati in vita, sapendo che potevano essere una minaccia per Mya.

Lui mi diceva di no, ma io sapevo che ci teneva, ci teneva anche tanto. Da quando l'aveva incontrata, avevo rivisto in lui quella luce che si era spenta anni prima, forse la stessa luce di quando guardava quella troia di Charlotte. Dio quanto mi sarei preso a calci in culo. Ero stato un coglione di prima categoria, di quelli che non avrei mai voluto incontrare. Non immaginavo che per lui, Charlotte, rappresentasse così tanto, invece l'amava.

Mi meritavo tutto. Mi meritavo gli anni che aveva passato ad odiarmi, i giorni spesi a non passarmi, le frecciatine, le botte, l'indifferenza, il rancore, i pugni di qualche giorno fa. Mi meritavo tutto perché non ti aspetteresti una merdata del genere dal tuo migliore amico, da tuo fratello. Asso mi aveva sempre guardato le spalle, anche dagli sbirri, sapevo che non mi avrebbe mai lasciato indietro, che avrebbe dato la vita per me, si era sempre preso le botte per proteggermi, o la colpa di ciò che avevo fatto. Niente mi avrebbe ridato il rapporto che avevamo. Niente.

Ero seduto al tavolo del bar, accanto alla finestra. Aspettavo la telefonata di Asso.

Il tempo era strano, il sole era coperto da una serie di nubi biancastre da cui sbucavano degli uccelli neri che disegnavano strane forme. Sembrava che stesse per arrivare un acquazzone, come era solito degli ultimi tempi: freddo glaciale e pioggia.

Mi ricordai di quando, qualche tempo prima, mentre andavo sullo skate, mi erano caduti addosso almeno una ventina di uccelli. Che strano evento era stato! Me lo ricordavo come se fosse stato il giorno prima, invece erano passati dieci anni.

Mi avvicinai alla cassa per prendere l'estratto di limone e zenzero, me lo fecero scivolare sul bancone e lo afferrai, diedi una sorsa e poi tornai a guardare fuori mentre mi avvicinavo al tavolo dove mi aspettava una brioche calda.

All'improvviso sentii un colpo al braccio, non avevo ancora realizzato cosa stesse succedendo, finché qualcuno non iniziò a sbraitarmi addosso.

«Ehi coglione, ma vuoi guardare dove vai? Cosa c'è di così interessante fuori, una ragazza nuda?»

Guardai la persona che era davanti a me: una ragazza alta con dei capelli biondi raccolti in una treccia, si stava asciugando tutto l'estratto che mi era finito sulla sua maglietta bianca, facendola diventare quasi trasparente.

«Nessuna ragazza nuda, purtroppo, ma quello che ho davanti forse è più interessante.»

Alzò di colpo in mento e mi fulminò con quegli occhi verdi.

«Senti bello. Gira alla larga che già mi rode il culo.»

Strano. Molto strano. Avrei giurato che avesse un'aria familiare.

«Se vuoi te la lavo io la maglietta. Ma te la dovresti togliere e rimanere in reggiseno» dissi mentre posavo il bicchiere, ormai vuoto sul tavolo.

REMEMBER ME ✩CARTACEO✩Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora