Siete pronte al capitolo più hot di sempre???😈😈
MYA
Ero in pigiama sulla sua moto. Mi prestò la famosa felpa che aveva sempre di scorta e partimmo, lasciando Va a casa.
Arrivammo in un punto di Manhattan che non avevo mai visto prima, un posto soleggiato e ventilato. Mi fece scendere e fece per togliermi il casco, ma lo bloccai.
«So farlo da sola. Ho le mani»
«Oggi è il tuo giorno "no"?! Lo dovevo capire da come sei uscita da casa... aspetta... hai quelle cose?»
Mi fece morire dalle risate, sembrava di parlare di qualcosa che era un tabù.
«Vuoi dire ciclo? Lo puoi nominare, non è Voldemort»
Lui fece una faccia schifata «Ti prego non ripetere quella parola.»
«Quale? Ciclo? Perdomani, è vero. Meglio mestruazioni!» replicai scandendo l'ultima parola.
Mi prese e mi iniziò a fare il solletico, per un attimo mi mancò il fiato.
«Asso, smettila. Basta.» ma lui continuò a solleticarmi i fianchi mentre mi contorcevo sotto il suo tocco senza riuscire a liberarmi.
«Ti prego basta! Hai vinto. Hai vinto. Non dirò più quella parola.»
Nonostante fossi ben coperta con la sua felpa, avevo freddo. Mi chiedevo dove fossi, vedevo solo molte case, una affiancata all'altra.
«Dove siamo?» chiesi
Lui, mentre guardava una delle case, sembrava assorto nei suoi pensieri, corrugò la fronte e poi spostò lo sguardo verso di me. Qualcosa lo turbava, ne ero certa.
«Questa che vedi qua davanti, era la casa di mio nonno Stephen, il padre di mio padre. È morto anni fa, me l'ha lasciata» il frastuono delle macchine che correvano, quasi copriva la sua voce, ma non troppo da oscurarla del tutto. La gente dietro di noi correva e urlava nella caotica città. Noi invece, eravamo pietrificati là, di fronte a quell'edificio.
«Entriamo.» mi fece lui e si avviò verso la porta.
Una volta dentro, non potevo credere ai miei occhi. Credevo di trovare una casa antica, con qualche mobile usurato dal tempo, qualche tovaglia vecchia e parecchia polvere a ricoprire gli scaffali, e invece ciò che mi ritrovai davanti fu totalmente diverso. Le pareti erano completamente ricoperte di graffiti, tag e disegni. C'erano scritte ovunque persino sulla moquette elegante. Una libreria si estendeva per due intere pareti. Tutta la casa era invasa dalle piante: piante sul carrello, piante sul tavolo, piante che scendevano da piccoli vasetti attaccati al soffitto.
Mi innamorai di quel posto così tanto strano e colorato.
Si sedette sul divano e mi guardò «Fai come se stessi a casa tua.»
Casa mia... certo, che non c'era nemmeno l'ombra delle piante.
«È per questo che hai un brutto rapporto con tuo padre?» fu la prima cosa che mi venne in mente quando mi disse che suo nonno gli aveva lasciato la casa.
«Che intendi?»
«È solo un'ipotesi stupida... ho pensato che fosse strano il fatto che tuo nonno non avesse lasciato l'abitazione ai suoi figli. Sì insomma, se ne ha altri oltre tuo padre.»
Lui mi guardò come se avessi scoperto il fuoco, fissò un po' il nulla e poi rispose «Sei intelligente Mya. Ecco, in realtà la cosa, è che ho sempre avuto un rapporto speciale con i miei nonni. Mi hanno amato due volte: come se fossi un figlio e come un nipote, purtroppo o per fortuna, non avevano un bel rapporto con i miei. Non avevo una lira all'inizio. Poi mio nonno, in punto di morte, disse che aveva lasciato tutti i suoi averi a me. Mio padre iniziò a odiarmi. Non si capacitava del fatto, da quel giorno mi mandò via di casa.»
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REMEMBER ME ✩CARTACEO✩
Romanzi rosa / ChickLitDISPONIBILE SU AMAZON E NELLE LIBRERIE FELTRINELLI E MONDADORI, SOLO SU ORDINAZIONE! Mya Parker è una ragazza che soffre di anoressia nervosa, costantemente ossessionata dal numero della bilancia. Ha un sogno nel cassetto: diventare una famosa scrit...