MYA
Lo guardai, era sereno mentre inseriva la sesta e sfrecciava sulla strada a centottanta all'ora bruciando tutti i limiti di velocità.
«Siamo arrivati» mi disse mentre si parcheggiava e spegneva il motore della macchina. Appena scesi sentii l'odore delle gomme bruciate.
«Beh direi che le hai rovinate queste, quando le cambierai?»
«Non sono rovinate ragazzina, sono fatte a posta per una Chevrolet Impala, ha duecentosettantacinque cavalli, impossibile che le gomme siano bruciate» mi disse accarezzando il telaio della macchina.
«Dai andiamo, ti faccio vedere come si fa, dobbiamo scendere per di qua»
Mi ritrovai davanti ad un cartello con la scritta "Pennsylvania Station" capii che eravamo alla stazione quando guardai le scale finire nel buio più totale. La gente scendeva e entrava distrattamente, dandosi spallate a destra e a manca. Molte persone avevano uno zaino come il nostro, ma erano molte di più quelle vestite elegantemente con una ventiquattrore in mano. Il brusio si fece molto più assordante non appena ci avvicinammo al primo scalino.
«Allora, sei pronta Mya?» mi rivolse uno sguardo dubbioso, come se si aspettasse che mi tirassi indietro.
«Pronta!» esclamai, senza un filo di indugio.
«Allora scendiamo» prese il pacchetto di sigarette che aveva in tasca e se ne accese una, portandosela alla bocca. Aspirò e poi alzò il mento al cielo per buttare fuori il fumo. Rimase alcuni secondi a guardare in alto, a quel punto lo feci anche io. Notai che non c'erano nuvole, ma nemmeno stelle, un cielo vuoto, blu scuro, come i suoi occhi.
Abbassai lo sguardo e notai con più attenzione i tatuaggi che aveva al collo, adesso che era scoperto, potevo farlo. Erano ghirigori incomprensibili per me, e forse lo erano per qualsiasi persona non fosse lui. Erano solo l'inizio di un disegno più grande, nascosto dal tessuto della maglietta nera.
Chissà cosa ci sarà sotto, pensai, ma poi mi ammonii da sola non appena il suo sguardo ricadde su di me.
Mi fece un cenno con la testa senza proferire parola e iniziammo la discesa verso gli inferi.La folla mi travolse spingendomi, mentre cercavo di dimenarmi per creare anche solo un po' di spazio per passare. Non appena fummo ai treni mi disse che i binari morti erano nel tunnel dei treni in corsa e che quindi avremmo dovuto aspettare che ne passasse uno per poi sbrigarci.
«Tu sei pazzo» sbottai io al solo pensiero di non fare in tempo a raggiungerlo ed essere travolta dal treno.
«Tu sei pazza Mya! La vita non è stare chiusa in camera a scrivere o stare su un letto di ospedale con le flebo attaccate anche al culo. Ma se vuoi rimanere qua, fai pure, io vado!» ringhiò lui mentre spengeva la sigaretta con la punta del piede.
Era pericoloso. Era molto pericoloso, anche perché non sapevamo quando sarebbe potuto passare il treno successivo. Era tutto alla cieca.
«Ei...» sussurrò inginocchiandosi davanti a me «tu lo fai ogni giorno Mya, rischi la vita ogni giorno. Quando ti togli un pasto, stai inconsciamente avvicinandoti alla morte. Là io però non posso fare niente.» si avvicinò al mio orecchio, sentii il suo respiro sul mio collo e rabbrividii «Qua invece ci sono io»
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REMEMBER ME ✩CARTACEO✩
ChickLitDISPONIBILE SU AMAZON E NELLE LIBRERIE FELTRINELLI E MONDADORI, SOLO SU ORDINAZIONE! Mya Parker è una ragazza che soffre di anoressia nervosa, costantemente ossessionata dal numero della bilancia. Ha un sogno nel cassetto: diventare una famosa scrit...