Capitolo 2

3.3K 104 59
                                    

Il ragazzo biondino, Newt, mi ha mostrato intorno a quella che ho imparato si chiami "radura".

"Ma allora chi ci porta qui dentro?" Chiedo, ho travolto Newt con tante di quelle domande che probabilmente il ragazzo non mi sopporta già più.

"Ehi! Calma fagiolina, una domanda alla volta. Non sappiamo chi ci porta qui, noi li chiamiamo 'i creatori' ci spiano attraverso le scacertole, piccoli macchinari a forma di lucertola."

"Fagiolina? Perchè mi chiamate così?" Chiedo abbastanza infastidita, non mi piace quel nome
"Ti ricordi il tuo nome?" Chiede con un tono abbastanza divertito
"Ehm.." mi viene improvvisamente un vuoto. Non ricordo il mio nome? A dire il vero, non mi rcordo niente di me. Il panico prende possesso del mio corpo.
Newt sembra accorgersene e si affretta a rassicurarmi. "Non ti preoccupare, è successo a tutti prima di te, ti ricorderai il tuo nome tra qualche ora."
La cosa mi rassicura un po'. Ma solo in parte.

Continuiamo a girare per la radura e Newt mi mostra il Casolare, una specie di casa in legno dove i radurai dormono, il macello, dove si tengono gli animali -qui ho conosciuto Winston, un ragazzo molto simpatico- e la cucina, dove Frypan, l'intendente dei cuochi, mi ha regalato una mela.

Camminando con Newt per la radura da quasi 3 ore mi sento stanca, ho bisogno di una pausa, così dico a Newt che vado a sedermi sotto un albero
"Bene così, ricordati che il pranzo è tra 1 ora" queste sono le sue parole prima di andarsene verso gli orti -dove appunto lavora-.

Mi siedo sotto un grande albero pensando a tutto quello che mi è successo questa mattina, tento più volte di ricordare il mio nome, ma più ci penso più sembra sfuggirmi.

Vedo in lontananza il ragazzo che mi ha tirato fuori dalla "gabbia", istintivamente guardo il mio polso. Beh ha un bel segno violaceo, quel tipo ha una stretta ferrea.
Il volto del ragazzo, quasi a sentirsi osservato, si gira nella mia direzione. Il suo sguardo diventa strano. Non riesco a decifrare i suoi occhi color oceano, forse perché hanno dentro più di un emozione.

Viene verso di me a grandi falcate, me ne accorgo solo ora, mi sono persa -ancora- in quegli occhi.

Lo guardo avvicinarsi e, appena si avvicina, mi lancia uno sguardo come per dire 'stai zitta, parlo io'

"Oggi saresti potuta morire"
"Ciao anche a te" questo ragazzo è di una simpatia innata.
Mi ignora e continua ad andare avanti "ti ho salvata in tempo. Dovresti ringraziarmi, non sai cosa c'è lì dentro" mi dice indicandomi le porte del labirinto.
"Cosa c'è lì dentro?" Chiedo curiosa
"Non vuoi saperlo veramente"
"A dire il vero si" rispondo, voglio veramente saperlo. Che ci sarà di così tragico?
"I fagiolini non possono saperlo, moriresti di paura" dice con tono serio. Ma questo ragazzo sorride mai?
"Mettimi alla prova" rispondo cercando di scoprire cosa c'è in quel benedetto labirinto.
Mi ignora del tutto.
"È ora di pranzo, ci si vede, Fagio" dice incamminandosi non so dove.
"Ehm... aspetta!" Si gira verso di me con uno sguardo decisamente scocciato.
"Come ti chiami?" Chiedo cercando di fare amicizia, se devo stare in questo posto tanto vale non stare sola.
"Gally" risponde secco. Per poi andarsene velocemente.

Gli corro dietro e lo afferrò per il braccio.
"Ehm... gally?" Si gira per la seconda volta, seriamente scocciato ma nei suoi occhi leggo un altra emozione. Divertimento? Allora non è un robot!
"Che c'è?"
"Mi accompagneresti alla cucina? Non so arrivarci"
"Andiamo" mi fa un cenno della testa.

- - - - - - - - - - - -

Il pomeriggio lo passo visitando ancora un po' la radura con Newt.
Alla fine non è così male qui, credo, ma io devo uscire assolutamente. Con o senza questi gorilla.

Stay- The Maze RunnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora