Capitolo 1

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Il freddo.

Sento di essere seduta, o meglio, rannicchiata nell'angolo di una specie di cella. Sta salendo, probabilmente, non riesco a capire.

Dove sono? Cosa sta succedendo?

Non riesco a ricordarmi niente.
Sento solo questa sensazione. Il freddo. L'ansia. La sensazione di salire sempre di più e sempre più velocemente vero l'alto.

È tutto buio.
Cerco di tastare in giro con le mani per cercare un appiglio, visto che mi sento risucchiare all'indietro. Una sensazione di panico mi tormenta. Non capisco cosa sta succedendo ed è una bruttissima sensazione.

Mi costringo a guardare in alto per vedere se c'è qualcosa.
Sento che questa specie di ascensore sta rallentando. Fine della corsa?

L'ascensore in cui mi trovo si blocca definitivamente. Ora sono al buio e al freddo e non riesco a capire niente. Non ricordo niente.

Delle sottospecie di porte che si trovano sopra alla mia testa si aprono. Una luce mi acceca. Metto un braccio davanti al viso per poter togliermi questa fastidiosa luce dalla faccia.

Sento un tonfo contro questa specie di gabbia, come se qualcuno si fosse appena lanciato sopra.

"Newt, quindi?" Sento una voce dura e maschile, sicuramente di un ragazzo giovane, dire questa frase.

Sposto il braccio che ho davanti alla faccia per vedere chi ha parlato e mi ritrovo davanti un ragazzo biondino che mi guarda perplesso.

"Newt!" La voce si fa risentire, ha un tono impaziente.
"È.... una ragazza" parla finalmente il biondino guardandomi ancora.
"Una ragazza?" Un coro di voci si sente.

Continuo a guardare negli occhi il ragazzo davanti a me. Sono terrorizzata, non mi ricordo niente. Niente. La cosa mi spaventa molto. È come se avessi battuto la testa.

Il biondo mi porge una mano.
"Vieni. Ti tiro su io, va tutto bene" cerca di dirmi con un tono tranquillo, ma la sua espressione insicura lo tradisce, posso vedere che è confuso quasi quanto me.

Mi tira su delicatamente, togliendomi dal calore che mi sono fatta da sola raggomitolandosi su me stessa.

Lo guardo ancora negli occhi, sperando che possa aiutarmi a capire dove sono, a darmi delle risposte ma è chiaro che non può.

Sento delle braccia forti e muscolose prendermi da dietro e tirarmi su.
Sobbalzo per lo spavento e mi dimeno cercando di liberarmi, tirando pugni e calci all'aria

Mi ritrovo con i piedi sull'erba fresca, alzo lo sguardo cercando di vedere a chi appartengono le braccia che mi hanno tirata su così facilmente.

Ed è li che vedo due occhi azzurri come il mare. Non mi ricordo il mare, so solo che quegli occhi hanno la stessa capacità del mare, tranquillizzare con la sua bellezza e i suoi movimenti calmi.

Scruto il ragazzo davanti a me con aria ancora più interrogativa.
È biondo, ha le labbra rosee e abbastanza carnose, il naso a patata contornato da lentiggini appena visibili, le gote un pó rosse e il fiatone. Perché ha il fiatone? Ha anche uno sguardo tra il confuso e l'arrabbiato.
Mi riprendo subito dal mio stato di trans momentaneo e tolgo subito lo sguardo dal ragazzo incazzato-confuso guardandomi intorno.

Un gruppo abbastanza numeroso di ragazzi mi guarda a bocca aperta. Che c'è, non hanno mai visto una ragazza? Che hanno da guardare?
Sposto leggermente lo sguardo dietro di loro e vedo questa enorme valle con varie casette in legno, contornata da delle altissime mura grigie. Volto ancora lo sguardo verso i ragazzi:
Rimangono a fissarmi ancora e io fisso loro per qualche minuto. Vengo peró distratta dalla voce del ragazzo biondo che mi ha tirata su.

"Tu..."
Non lo faccio nemmeno finire la frase che, mi volto dall'altra parte e inizio a correre. Dove sto andando? Non lo so, lontano da questo branco di orango tango.

Corro, puntando lo sguardo verso una fessura abbastanza grande tra le mura.
Finalmente libera, penso. Il senso di claustrofobia che ho provato in quell'ascensore -o quello che è- mi ha davvero così colpita?
Continuo a correre e, quando sono vicina alla presunta libertà, mi sento afferrare per il polso e tirare indietro.

Sbatto quasi la testa sul petto del ragazzo che mi ha afferrato il polso così saldamente.
Alzo lo sguardo per vedere chi devo prendere a pugni, e vedo ancora lui, il ragazzo biondo. Cerco di tirargli uno sberlone e scappare di nuovo verso quel varco ma lui ha ancora la mano sul mio polso e, nonappena si accorge che sto cercando di colpirlo stringe ancora di più il mio polso impedendomi anche un minimo movimento. Il suo sguardo è furente, è molto arrabbiato direi, forse l'ho combinata grossa.

Ha uno sguardo così arrabbiato che mi tremano le gambe.

Una marea di domande mi travolge e sento la testa scoppiare facendomi impazzire. Cerco di mettermi le mani sulla testa per poter alleviare il dolore -per quanto possibile- ma il Mr Muscolo davanti a me stringe ancora di più, quasi spezzandomi, il polso. E dopo qualche secondo, capisco: sono rinchiusa in un posto stranissimo, con un branco di ragazzi puzzolenti.

Poi tutto si fa buio e mi sento cadere all'indietro.
L'ultima cosa che ricordo sono di nuovo quelle braccia, che mi sorreggono.

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Mi sveglio improvvisamente da un incubo terribile, tirandomi seduta sul letto su cui mi trovo.

Alzo lo sguardo trovando il ragazzino biondino che mi ha aiutato nell'ascensore che mi fa un sorrisetto rassicurante.
Accanto a lui c'è un ragazzo, sembra di poco più grande del biondino con la carnagione scura, le braccia incrociate e uno sguardo serio.

"Ti sei svegliata, finalmente" parla il ragazzo più grande.

"D-dove mi trovo? Cosa è succ-esso?" Dico, cercando di calmarmi e tirarmi fuori dallo stato di oppressione in cui mi trovo.

"Fagiolina, benvenuta nella radura. Io sono Alby, il capo. E questo è Newt, il mio vice"
Dice il ragazzo di carnagione scura, mentre l'altro, Newt, mi fa un cenno di saluto.

"Newt, porta la ragazza a fare il giro e poi lasciala un po' da Frypan in cucina, ha bisogno di una mano." Il biondo annuisce e Alby esce dalla stanza in cui ci troviamo.

"Forza, andiamo"
Lo seguo con uno sguardo molto confuso, ancora non ho capito dove mi trovo, ma ho come l'impressione che questo ragazzo mi può aiutare. Non chiedetemi il perché, ma sembra uno di cui mi posso fidare.

Esco anche io dalla stanza con "Newt" e mi ritrovo la verdeggiante terra che ho visto poco fa. Aspetta... quanto ho dormito?!

"Questa è la radura, qui vivono i radurai, ovvero noi. Alby è il capo e io -come già sai- sono il vice. Ognuno di noi ha un lavoro qui dentro: ci sono i medicali, che curano le ferite e cose del genere, i costruttori, che costruiscono, i cuochi e altri lavori. Intorno a noi, abbiamo delle mura, come puoi vedere. Esse ci separano dal labirinto" dice, indicandomi il varco nel quale avevo cercato di scappare "i velocisti, vanno nel labirinto di giorno, e lo mappano, cercando una via d'uscita da qui." Velocisti? Labirinto?

"Aspetta... c'è un labirinto intorno a noi?" Domando con aria preoccupata.
"Si, e cambia tutte le notti" risponde lui.

Siamo chiusi intorno a un labirinto che cambiava tutti i giorni.
Cosa può esserci di peggio?

Stay- The Maze RunnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora