«Newt! Newt! Dove sei? »
Dov'era? Non lo sapeva.
Era circondato da alti tronchi, talmente alti che se alzavi lo sguardo per osservare la fitta chioma, non la si riusciva a vedere.
Tutto sembrava ripetersi, tutto sembrava confuso.
Non sapeva cosa fare: lo doveva trovare, non poteva stare senza di lui.«Tommy! Tommy! Dove sei?! »
La sua voce... Quel canto melodioso, lo stava chiamando.
E lui non riusciva a muoversi.Il moro abbassò lo sguardo sui suoi piedi e li vide legati al suolo da alcuni rampicanti rinsecchiti.
Più cercava di muoversi, più la stretta si faceva forte e più affondava tra le foglie secche.
«Newt! Newt! Sono qui! Newt! » Urlò di rimando il moro mettendosi le mani attorno alle labbra così da amplificare il suono della sua voce.
«Tommy! »
Eccolo lì, davanti a Thomas.
Indossava dei jeans sgualciti, sporchi di fango e un liquido rosso. Il moro pregò che non fosse il suo sangue.
Sul viso aveva alcuni tagli e un occhio era nero e gonfio. Zoppica va un po', ma questo lo faceva sempre.
Newt, stese un braccio verso Thomas, con il palmo nella sia direzione.
«Tommy aiutami. »
Una figura bianca comparve alle spalle di Thomas. Impugnava una pistola e aveva iniziato a camminare verso il biondo, che era caduto a terra in ginocchio.
«Newt! Newt scappa! » Urlò a squarciagola Thomas, cercando di scappare dai rampicanti.
Il moro stava piangendo, ma sollevò comunque la testa e sorrise in direzione di Thomas.
«Ti amo Tommy. »
La figura premette il grilletto.
Thomas si svegliò.
Non vedeva nulla, era tutto a luci spente ma poteva comunque percepire le corde attorno ai suoi polsi e attorno alle sue caviglie.
Era seduto per terra, la schiena appoggiata contro il muro.
Sentì un mugolio dall'altra parte della stanza.
«No mamma, voglio la pizza non l'insalata. »
Minho.
Stava per chiamarlo, quando però la luce venne accesa e per alcuni secondi Thomas non vide nulla, si era abituato al buio e la luce era un po' fastidiosa.
I muri erano completamente bianchi, l'unica cosa nera era il vetro oscurato davanti ai due ragazzi.
Minho era a pochi metri di distanza da Thomas, riverso su un lato, con la lingua che toccava il pavimento e un rivolo di bava affianco ad essa.
Il moro avrebbe anche sorriso, se non si fosse ricordato della situazione.
Erano nella tana del lupo e non sapevano cosa fare.
Cisa ne sarebbe stato di Teresa? E se venisse catturata anche lei?
Thomas cercò di alzarsi in piedi e quando ci riuscì, notò di non avere ne mani ne polsi legati.
Si avvicinò al vetro e per chissà quanto tempo, lo prese a lungo o ne cercò un punto debole.
Nulla.Per un paio di minuti rimase a terra inerme, ma quando decise di risollevarsi da terra andò dall'amico che non si era ancora svegliato.
«Minho. Minho! MINHO! » Thomas tirò un orecchio del ragazzo, urlandogli così in questo.
Minho si svegliò di soprassalto, tirando così una testata al povero moro.
«Porca... Thomas ma cosa stai facendo?! » Chiese, quasi urlando, il ragazzo guardandolo male.
«Ti sei accorto che non siamo nel nostro appartamento? » Gli chiese con fare sarcastico Thomas.
Minho si sollevò in piedi, inizia da a guardarsi attorno spaesato.
Davvero se ne era accorto solo ora?«Dove diavolo siamo Thomas?! » Urlò il ragazzo, continuando a rigirarsi su sé stesso, quasi come se fosse una trottola.
«Se lo sapessi non saremmo qui, giusto Sherlock? »
A volte Thomas avrebbe preso volentieri a suon di schiaffi quel visino.
Passarono le ore.
Niente di niente.
Solo due ragazzi rinchiusi in quella stanza, senza sapere cosa i chi stessero attendendo.Poi, finalmente, quella porta venne aperta: dieci uomini, tutti con il volto coperto e una pistola in pugno, avevano inchiodati le due spie con le spalle al muro e le mani in alto.
Indossavano abiti mondani, nessuna divisa o segno distinguibile.
«Voi due ora venite con noi. » Disse uno di quelli, muovendo leggermente il capo verso la porta da cui erano entrati.
«Non abbiamo alternative vero? » Chiese Minho, prima di essere spinto dalla canna della pistola, all'esterno della camera seguito da Thomas.
Camminarono per un paio di metri, interrotti qualche volta dalla voce di Minho che faceva domande fuoriluogo come:
«Cosa mangiamo sta sera? » o «Avete Netflix? Perché io senza le mie serie non posso vivere! ».Thomas gli avrebbe cucito quella boccaccia se l'uomo alle sue spalle non fosse stato lì.
Quando si fermarono, erano davanti ad un'enorme porta in legno pregiato alta un paio di metri.
Le porte vennero aperte da altri uomini dal viso coperto e le due spie, si trovarono dinanzi a due sedie rivestite in pelle, con delle manette appoggiate allo schienale.
Vennero ammanettati entrambi ed attesero.
Attesero finché la porta non venne aperta una seconda volta e ad entrare fu un ragazzo biondo dall'aria estremamente familiare.
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Shotgun /Newtmas' AU/
FanfictionThomas sogna ogni notte l'identico ragazzo e, nonostante cerca di reprimere quel viso angelico, questo è ormai tatuato nella sua testa. Dopo essere stato ingaggiato, insieme alla sua squadra, in una nuova missione dall'altra parte dell'oceano, l'age...