La verità?

701 91 7
                                    

Newt era appoggiato alla scrivania, con le mani sul bordo di essa.

I piedi erano incrociati mentre tra le labbra teneva una sigaretta accesa.

Negli ultimi giorni, Thomas, aveva notato piccoli particolari del biondo a cui pochi avrebbero fatto caso: il suo passo era leggermente zoppicante, i suoi occhi erano come due lampadine spente e, per concludere il tutto, teneva legato al polso un bracciale in pelle nera.

Quel giorno indossava una camicia bianca, con le maniche arrotolate sino ai gomiti e alcuni bottoni sbottonati. Questa era fuori dai pantaloni, un paio di jeans scuri.

«Salve, sono felice che abbiate accettato di venire qui senza creare scompiglio. »

Thomas quasi sorrise al sentire quella parola.
Non erano animali e avevano capito anche troppo bene che sotto quel visino angelico di Newt, si nascondeva un assassino.

E poi, gli era sempre stato detto che non doveva mai mostrarsi debole difronte agli altri, oppure questo avrebbe giocato a suo svantaggio.

Minho era serissimo, quasi intimorì il biondo;  Thomas invece era un po' più rilassato anche se la tensione nella stanza si faceva sempre più percettibile.

«Arriva dritto al punto. » Minho si piegò in avanti, chiudendo le mani a pugno.
Il suo odio nei riversi del ragazzo era così palese, che anche un ceco l'avrebbe visto.

Newt sorrise.
Voltandosi di poco, prese una sorta di telecomando e, dopo aver premuto alcuni pulsanti, le luci si spensero e alle sue spalle comparve un telo bianco.

Si spostò e diverse immagini iniziarono a comparire.
Nel mentre, lui parlava il tutto.

«Noi siamo i cattivi giusto? Siamo spacciatori, gangster, assassini. Persone senza cuore.
Peccato che non siamo noi che facciamo esperimenti mortali su altre persone. »

Lo disse così, quasi come se stesse parlando di una cosa leggera e normale.

Thomas ne rimase spiazzato quanto Minho.

Davanti ai loro occhi potevano vedere un bambino in pessime condizioni: la pelle, che normalmente dovrebbe essere rosea, era ricoperta da linee nere, viola e verdi. I denti erano colorati dal sangue che fuoriusciva dalla sua gola, mentre i suoi occhi erano completamente neri.
Era legato ad un lettino con delle cinghie in pelle, mentre il petto era completamente aperto. Lo stomaco, i polmoni, il fegato e la milza, tutto scoperto. Eppure il bambino, dalla foto, sembrava anche fin troppo vivo nonostante gli organi interni all'aria.
Il suo viso era piegato in una smorfia di dolore, mentre le unghie strappavano il cuoio che copriva l'imbottitura bianca.

Quello che più spaventava le due spie, però, era il fatto che affianco al bambino, c'era una donna dal camice bianco che era inconfondibile.

Thomas non si era nemmeno accorto che aveva smesso di respirare, talmente era destabilizzato dalla scoperta.

«È... È impossibile! È ritoccata! Non può essere vera! » Contestò Minho, nonostante dal suo tono trapelasse la sua insicurezza.

Newt fece un sorriso triste.
La foto venne sostituita da un'altra, in cui si vedevano degli scienziati, piegati per studiare un cervello completamente nero. Sembrava quasi marcio.

Più andavano avanti e più Thomas capiva che tutto quello in cui credeva, era solo una bugia.

«La WCKD fa degli esperimenti. Sta cercando di creare "L'UMANO PERFETTO". Iniettando un virus nei corpi di soggetti giovanissimi, cercando l'immortalità. Peccato che il risultato non sia stato dei migliori: questo virus è detto Eruzione e, se non fanno attenzione, potrebbe distruggere tutta la nostra razza. Ora so che... » Si fermò quando Thomas cadde dalla sedia su cui era seduto.

Il ragazzo non era più in sé.
Tutto quello per cui aveva creduto, dedicato anima e corpo, combattuto, era solo una stupida e mortale bugia.

Si sentiva impotente, stupido...
Debole.

Tutto si fece nero e i momenti successivi, furono solo sfocati per il ragazzo

Shotgun /Newtmas' AU/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora