L'ammissione.

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Ian's Pov

Ricordi il Natale? Quello che trascorrevi da bambino con tutta la tua famiglia attorno a un tavolo?

Io si. Lo ricordo, forse è il ricordo più bello che io abbia della mia famiglia.

Mi sono sempre detto che avrei fatto in modo che la mia famiglia avesse quell'atmosfera ogni anno. Che nel corso degli anni non fosse cambiato nulla.

Invece, spezzare il legame che mi tiene a mia moglie, è come non restare fedele a quella promessa.

Nikki mi guarda con gli occhi pieni di lacrime, mentre cerco invano di mostrare i miei difetti rispetto alla sua umanità.

<<Non sono la persona giusta per te. Non sono quella che tu meriti!>> dico piano come un codardo.

Lei cade sulle sue gambe, restando inerte sul tappeto di pelliccia sintetica.

<<Sono uno stronzo!>> tiro la radice dei miei capelli, quando ammetto cosa sono davvero.

<<Ho spezzato il tuo cuore e un pezzo del mio, anche.>>

A queste parole lei grida un no.

<<Non puoi lasciarmi e dire nello stesso momento che ti sta spezzando il cuore...non lo accetto Ian!>>

Si stringe le mani attorno al torace, come se fosse una bambina bisognosa di protezione.

Mi avvicino lentamente e prendo le sue mani tra le mie.

<<La nostra storia è stato qualcosa di speciale. Ci siamo rincontrati quando il mondo portava via qualcosa a entrambi. Ci siamo sposati e abbiamo costruito un nido d'amore...>>

Cerco di guardare i suoi occhi, ma lei è sfuggente.

<<Non so se sarò mai così felice quanto sono stato grazie a te, ma ho bisogno di provarci...>>

Nikki si asciuga una lacrima sul viso, mi guarda e incurva un labbro.

<<Non recitare con me. Non mi puoi dire che non sei l'uomo per me, dopo quasi due anni di matrimonio... cosa ti sta spingendo a dirmi tutto questo? >>

La sua domanda mi manda il cuore in frantumi, mi sono ripromesso tante cose e una di queste era di non dire il vero motivo della mia separazione. Ma Nina mi ha anche detto che è giusto che la donna che mi ha accompagnato nell'ultimo periodo, sappi tutta la verità.

Mi alzo, e trascino con me anche Nikki. Le indico la sedia vicino alla penisola di marmo e lei fa come le dico.

Mi aggrappo al marmo e comincio a riversare fuori, quello che da troppo tempo mi porto dentro.

<<Tre anni fa ho avuto l'onore di rincontrarti. Ero inficiato in un tira e molla che mi stava consumando l'anima. Quando ho incontrato il tuo sorriso e la tua umanità qualcosa mi ha detto che avevo la possibilità di rivivere.>>

Lei non alza gli occhi su di me, li lascia vagare sulle sue mani.

Io continuo e copro con la mia mano la sua.

<<Mi hai dato la possibilità di vedere oltre me. Di poter capire che a volte conta altro nella vita. Così mi sono fatto coinvolgere. Abbiamo cominciato a far combaciare i nostri pezzi rotti, fino ad arrivare al matrimonio.>>

Lei alza lo sguardo e punta verso i miei occhi, quando abbasso le mie difese, penso che lei capisca cosa io sto per dirle.

<<Sembrava tutto come nelle favole; le dediche, lo stare insieme e l'amore smisurato. Ma qualcosa mancava sempre. Pensavo all'inizio che fosse il matrimonio, poi dopo quello, ho cominciato a pensare che quello che mancasse al nostro rapporto fosse un bambino...>>

Non distolgo lo sguardo, continuo a guardarla.

<<Ma ben presto, ho capito che non era così. E qualche mese fa, ho capito grazie a un errore che quello che mancava non era qualcosa tra noi due.>>

Lei sussulta, come se la sua testa cominciasse a collegare le cose, socchiude gli occhi e scosta la mia mano dalla sua.

<<Mi hai tradito!>> grida e batte le mani sul marmo.

Porto la mia mano al petto.

<<Ho baciato Nina!>> ammetto a malincuore.

Lei come se gli avessi tolto l'aria per respirare si accascia sul pavimento.

<<Lo sapevo, è colpa sua. È stata la nostra rovina...non poteva lasciarci soli, no, doveva continuare a intromettersi...>>

Non riesco ad ascoltare altro.

<<L'ho baciata io, lei mi ha rifiutato, riportandomi alla realtà. Ha cercato di farmi pensare e non ha mai voluto far presa sui miei sentimenti. Mi ha lasciato in pace senza mai permettersi di intromettersi nella nostra vita. Lei è sparita come ha giurato di fare.>> spiego, ma lei continua a scuotere la testa.

<<È una rovina famiglie!>> inveisce.

Accetto tutto, ma dare la colpa a lei, non è giusto.

<<Non è come credi. Ci sono state una serie di cose che mi hanno condotto a lei, non è mai stata lei a venire da me, io l'ho scongiurata di riprovare. Lei è sempre stata restia.>>

Nikki si alza in piedi e fa qualche passo verso di me.

<<Sei un grande pezzo di merda!Non me lo meritavo!>> grida.

Si sporge verso il tavolo e prende il bicchiere di vino, lo lancia con forza verso il muro, imbrattandolo di una macchia rossa.

<<Sono sempre stato innamorato di lei, tu lo sapevi, anche quando mi hai sposato. Non ho mai ammesso il
contrario... hai accettato di sposarmi, hai ammesso tu stessa che sposarci serviva a cancellare il fantasma di Nina dalle nostre vite.>>

Questa tacita confessione sembra destabilizzarla di più, come una furia, prende le cornici del matrimonio e le getta a terra, lo stesso destino tocca anche al quadro di noi due posto sul divano.

Poi, fugge via verso l'ingresso e sfreccia alla velocità della luce con il suo suv.

Mentre io solo e con l'amaro in bocca, cerco di recuperare i cocci della mia vita.

Never more without you!  #NianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora